Fincantieri, dati in forte crescita, ma l'azione ha già corso molto
pubblicato:Nei nove mesi è boom di ricavi e ordini, ma i multipli sono già piuttosto elevati. Ecco il quadro

Forse ha semplicemente già corso tanto. Fincantieri oggi ha pubblicato risultati dei primi 9 mesi del 2025 in fortissima crescita, ma il mercato preferisce continuare a vendere il titolo come fa ormai da quell’8 ottobre quando i massimi storici del titolo furono aggiornati a 27,38 euro.
Da quei livelli l’azione ha perso circa i 30% e oggi segna un calo del 5,98% a quota € 19,04. Non hanno retto i supporti di area 20,8, già massimo del 1° settembre scorso. Ora i primi sostegni potrebbero essere rinvenuti a 18,55 euro o più giù in zona 16,7 euro.
Dopo un rally fino al 518% dal settembre 2024, ossia la moltiplicazione per più di 6 volte del valore del titolo, sono rischi che l’investitore deve tenere in considerazione.
Ma i dati di oggi del gruppo restano comunque molto forti.
Fincantieri, dati in forte crescita e portafoglio ordini che regala prospettive
I ricavi della società guidata dall’amministratore delegato e direttore generale Pierroberto Folgiero sono balzati del 20,5% a 6,725 miliardi di euro nei 9 mesi.
L’ebitda è balzato del 40,4% a 461 milioni di euro aumentando la marginalità sul giro d’affari da 5,9 al 6,9%.
I nuovi ordini sono aumentati dell’88,4% sul dato dei primi nove mesi del 2024 e hanno così toccato i 16,02 miliardi di euro.
Questo significa che l’’hard backlog’, il portafoglio complessivo degli ordini acquisiti, è balzato, rispetto alla fine dello scorso anno, del 32,3% a 40,99 miliardi di euro.
A queste cifre si può aggiungere il ‘soft backlog’ che somma opzioni contrattuali, lettere d’intenti in essere e commesse in negoziazione avanzata per un totale di 20,1 miliardi di euro.
La somma dei soft e hard backlog porta a un carico di lavoro complessivo di circa 61,1 miliardi di euro, circa 7,5 volte i ricavi dell’anno scorso.
Lo rivendica con orgoglio lo stesso Folgiero: ‘Con oltre 60 miliardi di carico di lavoro per i prossimi dieci anni - che costituisce il nuovo record di sempre - aumenta l’apporto di Fincantieri all’economia nazionale e territoriale generando, grazie ad acquisti di beni e servizi in Italia per circa l’80%, visibilità economica nella filiera e stabilizzazione del lavoro”.
Fincantieri, solida la situazione patrimoniale e un business differenziato
Numeri lusinghieri quindi, ma anche impegni che Fincantieri sembra in grado di gestire con le proprie risorse.
A fine settembre la posizione finanziaria netta è negativa per 1,648 miliardi di euro, praticamente in linea con i valori di fine giugno. Si tratta di una PFN che definisce un rapporto di indebitamento o leva finanziaria (PFN/Ebitda LTM, ossia ebitda degli ultimi 12 mesi consecutivi) di appena 2,6x, in netto calo rispetto al 3,3x di fine 2024.
Il business del gruppo Fincantieri è comunque sempre più differenziato e unisce e articola la cantieristica a nuovi tipi di commesse.
Nei 9 mesi lo shipbuilding, la cantieristica navale, accresce il fatturato del 22,7% a 4,88 miliardi e copre così oltre il 72% del giro d’affari. E’ il cuore del giro d’affari di Fincantieri e si compone di ricavi da navi da crociera (€ 3,188 mld, +15,6%) e navi per la difesa (€ 1,643 mld, +38,5%), più un residuo di 54 milioni di ship interiors con clienti terzi (+42,1%).
L’ebitda del settore balza del 32,8% a 316 milioni di euro nei nove mesi.
Un altro 15% per cento abbondante del giro d’affari complessivo di Fincantieri viene dagli 1,041 mld (+12,7%) della settore offshore e navi speciali, poco meno dai 927 milioni di ‘Sistemi, Componenti e Infrastrutture’ e infine 386 milioni dall’underwater, che si giova del consolidamento da inizio anno di WASS Submarine Systems.
Anche sul fronte degli ordini lo shipbuilding gioca un ruolo di primo piano con nuovi ordini per 14,55 miliardi su un totale di 16,02 mld.
Fincantieri, l'outlook della società
L’outlook conferma il buon momento sia per il business delle navi da crociera di Fincantieri, che continua ad espandersi con nuovi ordini per 11 navi su un totale di 15 a livello globale, sia per la difesa, che crea nuove opportunità e potrebbe accrescere a livello globale la richiesta del 3% l’anno fino al 2029 (Fonte: Defence Budgets, Janes, 08/10/2025).
Le commesse militari potrebbero essere spinte dall’impegno della Nato a portare al 5% del Pil le spese in difesa entro il 2035 e anche il meccanismo europeo SAFE da 150 miliardi di euro potrebbe dare nuovo impulso a questi ordini (all’Italia è stato provvisoriamente attribuito un ammontare di circa 15 mld).
Fincantieri segnala la cessione di due navi della Marina Militare italiana all’omologa greca e il memorandum per il supporto dell’ammodernamento della Marina polacca.
In Italia è inoltre in lavorazione un programma per 2 unità Joint Maritime Multi Mission System con relativo supporto tecnico-logistico: prevede un piano di sviluppo a 21 anni e un valore complessivo di 1,6 miliardi di euro.
I sistemi subacquei vedono inoltre Fincantieri impegnata nelle soluzioni la protezione delle infrastrutture per esempio con il primo sistema di droni “DEEP”.
Il gruppo ha ribadito, tra l’altro, l’impego allo sviluppo del portafoglio tecnologico, al miglioramento dell’efficienza operativa, all’adozione di tecnologie digitali avanzate e integrate.
Dal punto di vista finanziario il gruppo si aspetta quest’anno una crescita dei ricavi a 9 miliardi di euro circa con un ebitda margin oltre il 7% a fine anno e un rapporto PFN/EBITDA compreso tra 2,7x e 3,0x. Il risultato di fine anno dovrebbe essere positivo.
Dopo il rally dell’ultimo anno il titolo però ha anche raggiunto multipli molto elevati. Reuters calcola un P/E di 68,97 volte gli utili ordinari degli ultimi 12 mesi e un P/E Forward di 44,07x. Annualizzando l’utile del primo semestre (€ 38,28 mln) otteniamo un P/E forward di circa 80x, anch’esso molto elevato e questo spiega almeno in parte perché il titolo, pur con dati tanto brillanti, per ora è orientato al ribasso.
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