Verso il “Santa Rally”? Mercati in corsa dopo la fine dello shutdown USA e in attesa della Fed
pubblicato:Tra stagionalità favorevole, distensione geopolitica e sentiment in miglioramento, gli indici puntano ai massimi storici — ma il nodo resta la qualità dei dati macro e la reazione della Federal Reserve

Ci sarà il “Santa Rally”?
L’ipotesi di un rally di fine anno sta guadagnando forza tra gli operatori, sostenuta da una combinazione di fattori tecnici, stagionali e macroeconomici che nel complesso delineano uno scenario favorevole per le azioni.
La fine dello shutdown è favorevole per il rialzo azionario
Storicamente, il periodo tra metà novembre e la fine di dicembre tende a essere caratterizzato da una spiccata propensione al rischio, alimentata dal posizionamento dei fondi istituzionali, dal riacquisto di titoli da parte delle società (buyback) e dall’ottimismo legato alla stagione delle festività.
Quest’anno, tuttavia, la dinamica ha una valenza ancora più significativa perché coincide con la fine del lungo shutdown governativo e con l’attesa di un nuovo taglio dei tassi della Federal Reserve, che potrebbe avvenire già nella riunione di dicembre.
Gli investitori scommettono che la Fed taglierà ancora i tassi
L’idea di un’inversione accomodante della politica monetaria, in un contesto di inflazione ormai in calo strutturale e di crescita economica ancora resiliente, sta riportando flussi importanti sui mercati azionari. Gli investitori scommettono che la Fed adotterà un atteggiamento più pragmatico, preferendo sostenere il ciclo economico piuttosto che rischiare una stretta eccessiva proprio alla vigilia del 2026.
Indici azionari sopra resistenze chiave
Dal punto di vista tecnico, molti indici — tra cui l’S&P 500 e il Dow Jones — hanno recentemente superato resistenze chiave, segnale di una rinnovata forza del trend rialzista di medio periodo.
Il Dow, ad esempio, ha chiuso per la prima volta sopra quota 48.000 punti, mentre l’S&P 500 si mantiene vicino ai massimi storici. Anche in Europa, l’Eurostoxx 50, il Dax tedesco e il nostro Ftse Mib hanno confermato nuovi breakout, sostenuti dal miglioramento dei PMI e dalla prospettiva di politiche monetarie meno restrittive da parte della BCE nel 2026.
In Asia il Topix giapponese ha segnato nuovi massimi storici.
La stagione delle trimestrali USA è andata bene
Sul piano fondamentale, la stagione delle trimestrali USA ha contribuito a rafforzare la fiducia degli investitori. La maggior parte delle società dell’S&P 500 ha battuto le stime di utili, con una crescita media a doppia cifra, segnale che la redditività corporate rimane solida nonostante l’aumento dei costi di finanziamento.
Le tensioni tra Usa e Cina si distendono
In parallelo, la temporanea distensione commerciale tra Stati Uniti e Cina e la riduzione delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente stanno alimentando una percezione di rischio più contenuta.
Non mancano tuttavia le incognite
Non mancano tuttavia le incognite. L’attenzione degli operatori resta alta sul fronte del mercato del lavoro, dove si moltiplicano i segnali di raffreddamento, e sulla questione dei dazi doganali attualmente al vaglio della Corte Suprema, che potrebbe incidere in modo significativo sul bilancio federale e sulla politica fiscale.
Inoltre, l’elevato deficit pubblico statunitense, pari al 6% del PIL, rappresenta un elemento di vulnerabilità in caso di risalita dei rendimenti obbligazionari.
La narrativa dominante resta positiva
Nel complesso, però, la narrativa dominante resta positiva: la riapertura del governo, l’attesa di un allentamento monetario e la solidità degli utili societari offrono al mercato la spinta necessaria per consolidare il movimento rialzista in corso.
Come sottolineano diversi strategist di Wall Street, “le condizioni si stanno allineando per un Santa Rally classico: liquidità in aumento, volatilità in calo e propensione al rischio in ripresa”.
Se la Fed confermerà un tono accomodante e i nuovi dati macro non sorprenderanno in negativo, il 2025 potrebbe chiudersi con i principali indici azionari ai massimi storici o in ogni caso su massimi pluriennali, in perfetta continuità con la fase di ripartenza iniziata dopo la crisi dello shutdown.
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