Avio, un nuovo accordo si aggiunge ai vari dossier

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Si conferma il legame forte con Ariane 6 nel giorno del termine dell'aumento di capitale. Le risorse a supporto del nuovo piano del gruppo che passa dagli Stati Uniti. L'azione cede al malumore dei mercati

Avio, un nuovo accordo si aggiunge ai vari dossier
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In tarda mattina prevale anche su Avio il malumore dei mercati azionari che hanno cominciato quest’ottava con diffidenza. Il titolo della quotata dello spazio aveva cominciato bene la seduta con un rialzo di oltre il 7% fino a dei massimi da 34,75 euro, su livelli che non si vedevano dallo scorso 28 ottobre.

Sicuramente spunti positivi venivano sul titolo dal nuovo contratto con ArianeGroup, ma per la società di Colleferro si tratta soltanto di uno dei tanti dossier.

Oggi termina infatti il periodo di opzione dell’aumento di capitale da ben 400 milioni di euro varato dal gruppo tutto in chiave di sviluppo e non è l’unica novità recente. Ma andiamo con ordine.

Avio, il nuovo accordo a conferma di un rapporto storico

Avio ha siglato il 14 novembre e comunicato oggi un nuovo accordo in base al quale Europropulsion, la joint venture paritetica di Avio con ArianeGroup fornirà fino al 2029 i motori a propellente solido P160C per il lanciatore pesante europeo Ariane 6.
Il P160C è un motore impiegato nelle due famiglie di lanciatori europei, sia come booster per Ariane 6, che come primo stadio di Vega C.

Di Ariane 6 ArianeGroup, società controllata in parti uguali da Airbus e Safran, è il prime contractor europeo per l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea.

Gli ordini associati a questo nuovo contratto soltanto per Avio superano i 200 milioni di euro e garantiscono la produzione di questi suoi motori P160C fino al 2029.

Si tratta quindi di un ordine rilevante, basti pensare che al 30 settembre scorso il portafoglio ordini del gruppo italiano era di 1,86 miliardi di euro (+7,8% a/a nei 9 mesi), già oltre la guidance che lo vedeva tra gli 1,7 e gli 1,8 miliardi di euro.

Alcuni osservatori evidenziano inoltre che un recente importante ordine del governo tedesco da 3,5 miliardi di dollari con l’americana Raytheon potrebbe tradursi in importanti commesse indirette per Avio.

Appena lunedì scorso la stessa Avio ha annunciato infatti un memorandum d’intesa con Raytheon (gruppo RTX) per un nuovo impianto di produzione di motori a propellente solido negli Stati Uniti.

Si tratta di una tecnologia in cui Avio eccelle e che dovrebbe trovare applicazione in primis nei propulsori MK-104 per i missili standard americani.

Attiva da tempo negli Stati Uniti e nelle basi di lancio della Guyana Francese con una parte dei propri 1.500 dipendenti, Avio si sta rafforzando negli Stati Uniti, dove è presente con la controllata di Arlington (Virginia) Avio USA Inc. di cui è amministratore delegato l’ex viceammiraglio della Marina USA James Syring che è stato anche direttore della US Missile Defense Agency.

I motori a propellente solido sono anche alla base della nuova collaborazione, annunciato sempre lo scorso 10 novembre, con Lockheed Martin per un nuovo impianto di produzione USA.

Avio, il piano industriale e l’aumento da 400 milioni di euro

Il nuovo piano industriale approvato dal consiglio di amministrazione dello scorso 11 settembre 2025 prevede non a caso un potenziamento della capacità produttiva sia negli Stati Uniti, che in Italia e specifica che il nuovo impianto USA dovrebbe diventare operativo dal 2028 e fornire più clienti con motori a propellente solido.

Questo settore specifico, che già vale circa 1,7 miliardi di dollari, dovrebbe crescere entro il 2035 a un tasso del 10% l’anno e proprio il suo presidio è alla base del ricorso a un aumento di capitale da 400 milioni di euro. Il fattore chiave è lo sviluppo della Difesa che oggi pesa solo il 20% del giro d’affari di Avio, ma nel 2035 potrebbe superare le quote dei ricavi dei sistemi di lancio che oggi fanno il 60% dei ricavi.

Gli obiettivi sono di lungo periodo, nella presentazione “Avio: The Next Growth Chapter” del 30 settembre scorso il gruppo guidato dal CEO Giulio Ranzo vede i ricavi balzare dai 450-480 milioni di euro attesi alla fine del 2025 (guidance confermata con i dati dei 9 mesi del 27 ottobre) a oltre 1 miliardo di euro nel periodo 2029-2031 (mid-term) e quindi oltre gli 1,2 miliardi di euro nel 2035. L’attività di produzione supererà in contemporanea quella di sviluppo nella composizione del giro d’affari e la diversificazione di clienti e tecnologie vedrà crescere in maniera importante i proventi USA nel mix complessivo.

I prossimi 5-6 anni ospiteranno l’investimento nell’impianto USA da 150-200 milioni di dollari che a regime darà slancio anche all’ebitda del gruppo.

Dalla nota informativa all’aumento di capitale in conclusione oggi si apprende che i proventi netti della ricapitalizzazione (massimi 374 mln) saranno per un importo compreso tra 274 e 324 milioni di euro impiegati per il nuovo stabilimento Usa e per il resto (tra 50 e 100 mln) ampliare e potenziare asset produttivi europei.
Il gruppo Avio ha anche specificato che, oltre ai proventi dell’aumento, il piano prevede la stipula di un contratto di finanziamento infrastrutturale (debt-like/infrastructure lease) da 150-200 milioni di euro per l’acquisizione del sito e i lavori infrastrutturali connessi.

Avio, l’aumento di capitale e il ruolo di Leonardo

L’aumento di capitale ha fissato lo scorso 31 ottobre un prezzo di sottoscrizione dei nuovi titoli a 20,37 euro ciascuno, con un rapporto di opzione di 3 nuove azioni ogni 4 vecchie azioni possedute e uno sconto sul presso teorico ex diritto allo scorso 30 ottobre del 29,59%.

Poco prima Leonardo, il socio di riferimento del gruppo Avio che aveva il 28,75% del capitale prima dell’aumento, ha deciso di cedere una parte delle proprie quote, più del 9% del capitale, per poi sottoscrivere il pro-quota della ricapitalizzazione.

Il gruppo guidato da Roberto Cingolani ha quindi ceduto circa 2,65 milioni di azioni a un prezzo medio di 37,75 euro per un incasso totale di circa 100 milioni di euro e ha quindi sottoscritto 3,87 milioni di nuovi titoli ad appunto 20,37 euro ciascuno per un investo complessivo di 78,83 milioni di euro.

A conti fatti Leonardo dovrebbe quindi mantenere il 19,3% del capitale di Avio almeno con oltre 9 milioni di azioni in portafoglio. I numeri più esatti si potranno calcolare con i risultati definitivi dell’aumento di capitale.

Comunque vada per Avio si è già aperta una nuova fase. Una fase turbolenta, se si considera che dal 9 al 31 ottobre 2025 il titolo è arrivato a perdere il 50% del proprio valore a Piazza Affari: volatilità che spesso accompagna gli aumenti di capitale, ma che è stata sicuramente incoraggiata anche dal rally precedente del titolo che aveva più che quadruplicato il proprio valore in poco più di un anno.

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