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Eni: analisi delle implicazioni del vertice dell'OPEC+ e prospettive di riduzione della quota statale

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
4 min

Sul grafico a candele giornaliere di Eni, la formazione di uno "shooting star" giovedì indica un potenziale indebolimento dell'uptrend

Eni: analisi delle implicazioni del vertice dell'OPEC+ e prospettive di riduzione della quota statale

Eni positivo giovedì: il titolo ha guadagnato lo 0,4% a 15,168 euro. I prezzi hanno oscillato tra 15,12 e 15,40 euro.

Due i filoni di notizie che hanno sostenuto il titolo durante la seduta.

L'Opec+ delude le attese sui tagli

Da un lato l'Opec+ sembrava, prima della riunione tenutasi giovedì, prossima a concordare un taglio nella produzione petrolifera di almeno 1 milione di barili al giorno a partire dal prossimo anno, come rivelato da due delegati a Reuters prima di una riunione virtuale del gruppo.

L'Arabia Saudita e la Russia, insieme ad altri paesi dell'Opec+, contribuiscono con oltre il 40% della produzione globale di petrolio, che attualmente si attesta intorno a 43 milioni di barili al giorno.

Attualmente sono in vigore tagli di circa 5 milioni di barili al giorno. Secondo le fonti, doveva essere raggiunto un accordo preliminare su un taglio di oltre 1 milione di barili al giorno.

L'Arabia Saudita sembrava intenzionata a continuare il proprio taglio volontario di 1 milione di barili al giorno, in atto da luglio, con un contributo supplementare da parte di altri produttori.

Una terza fonte aveva suggerito che sarebbe stata concordata una nuova riduzione durante l'incontro di giovedì, senza specificare una cifra esatta.

In realtà durante il vertice dei produttori di petrolio, la vera sorpresa è stata l'ingresso del Brasile nell'Opec+, allargando così la partecipazione a 24 Paesi a partire da gennaio.

Tuttavia, riguardo ai tagli alla produzione, il mercato è rimasto deluso.

Nonostante le voci di un'intesa preliminare su una significativa stretta nella produzione, il comunicato conclusivo non ha menzionato alcun accordo in tal senso.

Di conseguenza, i prezzi del petrolio hanno invertito la tendenza, prendendo la strada del ribasso. Il prezzo del petrolio WTI ha toccato un massimo di seduta in area 79,6 per poi tornare in area 75,65 dollari.

Anche se alla fine è stato annunciato un taglio aggiuntivo alla produzione, è stato comunicato in modo frammentario solo da alcuni Paesi, e limitato al primo trimestre del 2024.

Un secondo comunicato, emesso dal segretariato Opec, ha riassunto i tagli dichiarati, sottolineando un totale di "2,2 milioni di barili al giorno" da otto Paesi.

Tuttavia, in realtà, il taglio si aggira a malapena intorno ai 700.000 barili al giorno, una cifra piuttosto teorica che include varie fonti di tagli dalla produzione petrolifera.

C'è quindi il rischio che Eni nelle prossime ore/sedute torni ad indebolirsi, se come probabile il prezzo del greggio rimarrà debole.

Il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha espresso favore per l'idea di ridurre la quota dello Stato italiano in Eni

La seconda notizia positiva per Eni è che il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha espresso favore per l'idea di ridurre la quota dello Stato italiano in Eni, sfruttando gli impatti sull'azionariato derivanti dal piano di buyback della società.

Durante il Question Time in Parlamento, Giorgetti ha affermato che questa proposta ha senso ed è una buona idea.

Fonti affermano che il 10 novembre diverse banche d'investimento hanno suggerito al Tesoro di cedere una parte della partecipazione pubblica nel gruppo energetico.

Questa strategia si baserebbe sul completamento del piano di buyback e sulla cancellazione delle azioni acquistate, consentendo a Roma di ridurre la quota senza perdere il controllo della società.

Sul grafico a candele giornaliere di Eni è comparso giovedì uno "shooting star"

Sul grafico a candele giornaliere di Eni è comparso giovedì uno "shooting star", elemento che conferma una perdita di forza dell'uptrend partito il 22 novembre a 14,59. Il picco di giovedì a 15,40 è praticamente coincidente con il 61,8% di ritracciamento del ribasso dal top di fine ottobre.

Questa percentuale, ricavata dalla successione di Fibonacci, separa per convenzione uno scenario correttivo da uno di inversione di trend: oltre area 15,40 Eni avrebbe buone possibilità di tornare in area 15,80/85 euro.

Sotto i minimi di ieri a 15,12 rischio invece di test di area 14,90, al cedimento di questo supporto atteso il test a 14,70 della media mobile esponenziale a 100 giorni.

Discese fino a quei livelli potrebbero dimostrarsi solo un aggiustamento temporaneo, la violazione anche di 14,70 aprirebbe invece lo spazio al test del minimo della candela "hammer" (il reciproco dello "shooting star" di ieri) del 5 ottobre a 14,23 euro.