Analisi delle Tensioni nei Mercati Globali: Influenza dei Tassi d'Interesse, Crescita Economica e Petrolio

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
8 min

Robusta crescita nel settore dei servizi USA ad agosto. L'indice ISM dei servizi supera le aspettative, segnalando un'espansione positiva nel settore, nonostante le preoccupazioni globali sull'inflazione e i tassi d'interesse.

Analisi delle Tensioni nei Mercati Globali: Influenza dei Tassi d'Interesse, Crescita Economica e Petrolio

Settimana negativa per la borsa USA

La settimana di negoziazione degli indici USA si è chiusa con un saldo negativo, influenzata dai timori riguardo ad ulteriori aumenti dei tassi d'interesse da parte della Federal Reserve.

Questi timori sono stati alimentati dalla robustezza dei dati economici e dall'incremento dei prezzi del petrolio, che hanno raggiunto i massimi da novembre.

L'attività economica nel settore dei servizi negli Stati Uniti rimane in espansione

L'attività economica nel settore dei servizi negli Stati Uniti è rimasta in espansione nel mese di agosto, superando le aspettative e segnando un risultato positivo.

L'indice ISM per i servizi, compilato dall'Institute for Supply Management e utilizzato per valutare le prestazioni del settore terziario negli Stati Uniti, è salito da 52,7 a 54,5 punti.

Questo risultato è superiore alle previsioni, che indicavano un valore atteso di 52,5 punti. È importante notare che un punteggio superiore a 50 punti in questo indice indica una fase di espansione dell'attività economica.

Questo dato positivo è significativo perché rappresenta una continuazione della crescita nel settore dei servizi, interrotta solo nel mese di dicembre. In quel mese, l'indice era sceso al di sotto dei 50 punti, segnando la fine di una serie di 30 mesi consecutivi di crescita.

La robusta performance nel settore dei servizi aumenta le speculazioni sulla prolungata politica di tassi d'interesse più alti della Federal Reserve.

Esaminando le diverse componenti dell'indice, si osserva un miglioramento nell'andamento aziendale, che è passato da 57,1 a 57,3 punti.

Anche l'occupazione ha registrato una crescita, salendo da 50,7 a 54,7 punti. Inoltre, la componente relativa ai nuovi ordini ha segnato un aumento da 55 a 57,5 punti, mentre l'indice dei prezzi è salito da 56,8 a 58,9 punti.

Questi dati indicano una robusta performance del settore dei servizi negli Stati Uniti ad agosto, suggerendo una tendenza di crescita economica positiva in questo settore chiave.

La stima finale del PMI manifatturiero globale di agosto ha indicato una situazione in miglioramento

La stima finale del PMI manifatturiero globale di agosto ha indicato una situazione leggermente migliore rispetto alla lettura preliminare, registrando un valore di 47,9 rispetto a 47, sebbene rimanga al di sotto del livello di 50 che indica l'espansione.

L'ISM manifatturiero di agosto ha registrato il secondo aumento consecutivo, salendo a 47,6 da 46,4 del mese precedente.

Questo miglioramento è stato trainato dai progressi nella produzione, nell'occupazione e negli ordini inevasi, segnalando una ripresa rispetto ai minimi toccati a luglio.

Cause dell'aumento dei prezzi del petrolio

L’aumento dei prezzi del petrolio è stato causato dalla decisione congiunta dell'Arabia Saudita e della Russia di estendere i tagli alla produzione petrolifera.

L'aumento dei prezzi del petrolio è stato guidato dalle aspettative di una stretta delle forniture, in seguito alla decisione dei principali esponenti dell'OPEC+ di estendere i tagli alla produzione.

L'Arabia Saudita ha deciso di prolungare la diminuzione della produzione di 1 milione di barili al giorno fino alla fine di dicembre, mentre la Russia ha esteso la riduzione volontaria delle esportazioni di 300.000 barili al giorno fino a fine anno.

Inoltre, i dati dell'EIA hanno mostrato una significativa diminuzione delle scorte di petrolio grezzo negli Stati Uniti, superiore alle aspettative del mercato.

Tuttavia, permangono preoccupazioni legate alla domanda di petrolio.

La debolezza dell'economia cinese e i timori di ulteriori aumenti dei tassi d'interesse da parte della Federal Reserve potrebbero mettere pressione sul consumo energetico, influenzando negativamente i prezzi del petrolio nel prossimo futuro.

La dinamica tra offerta e domanda continuerà a essere un fattore chiave nella determinazione dei prezzi del petrolio.

Fed, tassi attesi fermi a settembre

Attualmente, la probabilità di un aumento dei tassi d'interesse della Fed di 25 punti base a novembre è del 37,2%, in aumento di quasi 4 punti percentuali rispetto alla settimana precedente, secondo il CME Group.

Tuttavia, gli analisti ritengono che c'è una probabilità del 93% che i tassi rimangano stabili al loro livello attuale (5,25%-5,50%) nelle prossime due settimane.

Possibile recessione in seguito alle indicazioni negative provenienti dal settore dei servizi in Europa e in Cina

La cautela tra gli operatori è dovuta a vari fattori, tra cui i timori di una possibile recessione in seguito alle indicazioni negative provenienti dal settore dei servizi in Europa e in Cina, che ha registrato il livello più basso degli ultimi otto mesi ad agosto.

Inoltre, l'incremento dei prezzi del petrolio a seguito della decisione di Arabia Saudita e Russia di prolungare i tagli alla produzione fino alla fine dell'anno potrebbe influenzare le decisioni delle banche centrali, a cominciare dalla Federal Reserve americana.

I mercati stanno anche tenendo conto delle possibilità di un ulteriore aumento dei tassi da parte della Fed a novembre.

Le esportazioni e importazioni cinesi hanno subito un significativo calo nel mese di agosto 2023

Le esportazioni e importazioni cinesi hanno subito un significativo calo nel mese di agosto 2023, sebbene i dati si siano rivelati migliori delle previsioni. Tuttavia, il surplus commerciale della grande economia asiatica è sceso più del previsto.

Secondo i dati pubblicati da Pechino, il saldo della bilancia commerciale cinese è diminuito, rimanendo comunque in surplus per un totale di 68,36 miliardi di dollari, rispetto al precedente avanzo di 80,60 miliardi.

Questo risultato ha deluso le aspettative del mercato, che si attendeva un surplus di circa 73,90 miliardi di dollari.

Le esportazioni cinesi sono diminuite dell'8,8%, rappresentando un miglioramento rispetto al calo del 14,5% registrato a luglio e superando le aspettative degli analisti, che prevedevano un calo del 9,2%.

D'altro canto, le importazioni sono diminuite del 7,3%, un miglioramento rispetto al calo del 12,4% registrato il mese precedente, ma ancora al di sotto delle aspettative degli analisti, che si attendevano un calo del 9%.

Questi dati indicano una sfida continua per l'economia cinese, con una riduzione delle esportazioni e delle importazioni, sebbene in parte migliori rispetto ai mesi precedenti.

Il calo del surplus commerciale suggerisce una maggiore pressione economica e un possibile rallentamento dell'attività commerciale internazionale della Cina.

Gli esperti continueranno a monitorare da vicino l'evoluzione di questi indicatori per comprendere meglio l'andamento dell'economia cinese nei prossimi mesi.

La settimana di negoziazione negativa negli indici USA è stata guidata principalmente dai timori relativi alla politica dei tassi della Fed

La settimana di negoziazione negativa negli indici USA è stata guidata principalmente dai timori relativi alla politica dei tassi d'interesse della Federal Reserve e dall'incremento dei prezzi del petrolio.

La decisione congiunta dell'Arabia Saudita e della Russia di estendere i tagli alla produzione petrolifera ha innescato un aumento dei prezzi del petrolio, il che a sua volta ha sollevato preoccupazioni sull'inflazione e sulla crescita economica.

Questi fattori hanno contribuito a far salire la probabilità di un aumento dei tassi d'interesse della Fed a novembre, secondo il CME Group.

Inoltre, i timori di una possibile recessione in Europa e in Cina, evidenziati dai dati del settore dei servizi, stanno pesando sull'ottimismo degli investitori.

La cautela è diventata predominante nei mercati, e gli operatori stanno cercando di valutare come le banche centrali, in particolare la Federal Reserve, risponderanno a queste sfide economiche.

È importante notare che mentre la probabilità di un aumento dei tassi d'interesse a novembre è aumentata, la maggior parte degli analisti prevede che i tassi rimarranno stabili nelle prossime due settimane.

Tuttavia, il mercato continuerà a seguire da vicino gli sviluppi economici e le decisioni delle banche centrali per adeguare le proprie strategie di investimento.

Il simposio di fine agosto a Jackson Hole non ha fornito una chiara visione delle future azioni delle autorità monetarie globali

Il simposio di fine agosto a Jackson Hole non ha fornito una chiara visione delle future azioni delle autorità monetarie globali, alle prese con un'inflazione più persistente del previsto.

I banchieri centrali, inizialmente cauti riguardo ai primi segnali di aumento dei prezzi, si sono ora impegnati in una comunicazione più prudente.

Christine Lagarde, della BCE, ha affermato che i tassi verranno mantenuti ad un livello sufficientemente restrittivo per il tempo necessario.

Jerome Powell, della Federal Reserve, non ha escluso ulteriori aumenti dei tassi e ha confermato una politica monetaria restrittiva.

Tuttavia, secondo Powell, il ritorno al 2% di inflazione avverrà solo nel 2025.

La BCE, a differenza degli Stati Uniti, affronta sfide aggiuntive, inclusa la necessità di coordinare politiche monetarie tra venti Stati membri con politiche fiscali diverse.

Alcuni Stati membri, tra cui l'Italia, sono contrari a una politica monetaria restrittiva.

La comunicazione delle principali banche centrali, BCE e Federal Reserve, durante il simposio di Jackson Hole suggerisce un approccio cauto e gradualista nel trattare l'inflazione e i tassi d'interesse.

Mentre la Fed ha indicato la possibilità di ulteriori aumenti dei tassi, la BCE si sta preparando a un possibile aumento dei tassi dello 0,25%.

Entrambe le istituzioni stanno cercando di bilanciare la necessità di frenare l'inflazione con la complessità di una zona euro con politiche fiscali diverse.

La BCE, tuttavia, sembra essere più incline a una politica restrittiva rispetto agli Stati Uniti, in parte per cercare un aumento del valore esterno dell'euro che possa ridurre i costi dell'energia più rapidamente.

Tuttavia, è importante notare che la BCE non può accettare istruzioni dai governi degli Stati membri, il che rende la sua posizione politica complessa.

L'attuale scenario suggerisce che la BCE potrebbe alzare ulteriormente i tassi di interesse

L'attuale scenario suggerisce che la BCE potrebbe alzare ulteriormente i tassi di interesse, considerando che il tasso di inflazione complessiva è ancora notevolmente superiore all'obiettivo.

Tuttavia, è importante notare che nell'area dell'euro si manifestano tendenze inflazionistiche nazionali diverse.

Dal momento della creazione dell'euro, la BCE ha adottato un approccio basato su un tasso medio, che tiene conto della media dell'inflazione e della situazione economica dell'intera zona euro.

Questo approccio può soddisfare solo i paesi che si avvicinano a questa media.

Per i paesi che divergono significativamente dalla media, l'orientamento della politica monetaria della BCE può essere percepito come troppo accomodante o troppo restrittivo.

Tuttavia, è importante notare che i Trattati europei vincolano la BCE a non adattare la sua politica in base alla situazione economica di una minoranza di paesi.

La BCE è strutturalmente indipendente dagli Stati membri per garantire la credibilità delle sue decisioni politiche agli occhi dell'opinione pubblica e dei mercati finanziari.

Questa indipendenza è fondamentale per evitare interferenze politiche nella gestione della politica monetaria e per garantire la stabilità dei prezzi nell'intera zona euro.

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