Francia, cade il governo Bayrou, cosa può succedere adesso

di FTA Online News pubblicato:
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L'Assemblea nazionale, il Parlamento francese, ha bocciato il voto di fiducia chiesto dal governo di Francois Bayrou con 364 voti contrari, 194 voti favorevoli e 15 astensioni. Cade dunque l'esecutivo che si era appellato alle forze politiche per un via libera preventivo a tagli del deficit fiscale di 44 miliardi di euro in quattro anni in vista dei lavori per la nuova manovra finanziaria. Adesso la palla torna all'Eliseo del presidente Emmanuel Macron, anch'esso nel mirino delle diffuse critiche politiche di uno scenario politico sempre più polarizzato e sempre meno efficace.

Secondo diversi osservatori l'obiettivo finale del malcontento è proprio lui, Macron, che però ha più volte ribadito di voler restare in carica fino alla scadenza naturale del suo mandato nel 2027.

Il Presidente, escluse le proprie dimissioni che sembrano appunto molto improbabili, può adesso nominare un nuovo capo di governo chiamato a formare un consiglio dei ministri che non deve costituzionalmente cercare la fiducia (ma rischia comunque di essere di minoranza) o sciogliere le camere e indire nuove elezioni con il rischio che generino una nuova frammentata assemblea. L'ipotesi di nuove elezioni divide l'arco parlamentare, ma la non candidabilità fino a una revisione dei termini nel prossimo 2026 di Marine Le Pen, presidente di Rassemblement National, rende ancor meno probabile questo scenario che dividerebbe anche i Repubblicani.

Tra l'altro domani è previsto un duro sciopero nazionale domani, un appello al "Blocchiamo il Paese" della sinistra estrema de La France insoumise di Jean-Luc Melanchon che potrebbe influire pesantemente sullo scenario politico.

Secondo alcuni osservatori la nomina di un premier socialista moderato, invece che di un centrista, come avvenuto con i due esecutivi dell'ultimo anno di Bayrou e di Michel Barnier, potrebbe forse sbloccare un gioco in cui il Palazzo sembra parlare un altro linguaggio rispetto alla Piazza e i severi deficit di bilancio che minacciano le finanze pubbliche si contrappongono a duri segnali di malcontento sociale. Difficile da dirsi ma i socialisti sembrano sempre meno convinti che l'appoggio esterno al governo tentato finora possa funzionare.

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