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Analisi dei mercati dopo i recenti ribassi

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
10 min

Analisi di mercato: Grafici settimanali FTSE MIB e Dax indicano potenziale inversione ribassista.

Analisi dei mercati dopo i recenti ribassi

Oggi i mercati sono chiusi, approfittiamone per fare il punto della situazione dopo i recenti ribassi vedete

Pattern settimanale ribassista per il FTSE MIB

Osservando il grafico dell'indice FTSE MIB vediamo che la seduta di venerdì si è chiusa praticamente sui minimi della settimana. Il grafico ad elementi settimanali permette di scoprire che l'ottava terminata il 24 febbraio ha formato con quella precedente una figura “bearish engulfing”, ovvero le ultime due candele sono caratterizzate da questo andamento particolare, la seconda incorpora praticamente la precedente (da qui la parola engulfing) invertendone il segno.

Venivamo da quattro settimane di rialzo invece nell'ultima ottava c'è stata questa inversione dei ruoli con la comparsa di una candela ribassista.

Questa tipologia di pattern potrebbe anticipare l'avvio di una fase ribassista, come accaduto ad agosto. Un modello bearish engulfing è un modello di grafico a candele che si verifica quando una piccola candela rialzista è seguita da una candela ribassista più grande che copre completamente il corpo della candela precedente. Il bearish engulfing è considerato un forte modello di inversione ribassista, indicando che è probabile che segua un trend discendente.

In un modello di bearish engulfing, la prima candela solitamente è una piccola candela rialzista che riflette un breve periodo di acquisti o sentimenti rialzisti nel mercato. Tuttavia, la candela successiva è una candela ribassista molto più grande che riflette un forte cambiamento nel sentiment del mercato verso la vendita o il pessimismo.

I trader spesso utilizzano il modello di bearish engulfing come segnale per entrare in posizioni corte o vendere le loro posizioni long esistenti, con uno stop loss posto sopra l'alto della candela ribassista. Il modello è più efficace quando si verifica dopo un trend rialzista esteso, come in questo caso poiché segnala una potenziale inversione di tendenza.

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Il completamento del pattern verrebbe con la violazione del minimo di settimana scorsa a 26900 circa. Quindi in caso di violazione di area 26900 si potrebbe considerare avviato un movimento correttivo.

Del resto l'indicatore RSI a 14 settimane era salito in ipercomprato e aveva toccato un massimo intorno al 75% e nell'ultima settimana invece è tornato al di sotto del 70%.

Quando l’oscillatore dopo essere stato in ipercomprato torna in al di sotto del 70% abbiamo una conferma che sta iniziando o che potrebbe iniziare una flessione, almeno una correzione temporanea.

Se torniamo sul grafico da elementi giornalieri e ci concentriamo sull'indicatore RSI è possibile vedere che gli ultimi massimi dell’RSI sono allineati praticamente sugli stessi livelli mentre quelli sul grafico dei prezzi erano crescenti, quindi si è venuta a creare una classica situazione di divergenza ribassista che è stata completata poi quando l’RSI è ritornato al di sotto del 70%.

Sempre sul grafico dell’RSI possiamo tracciare una trendline analoga a quella che sul grafico dei prezzi parte dai minimi di ottobre e che passa intorno ad area 26310/20 (che sarà il primo supporto da tenere in considerazione in caso di ulteriori cali).

La trendline sul grafico dell’RSI non è molto distante dai minimi toccati con l'ultima seduta, la sua violazione (la linea passa intorno al 50 per cento) confermerebbe l'avvio di una fase di ripiegamento.

Se prendiamo come riferimenti i ritracciamenti di Fibonacci di tutto il rialzo che c'è stato dai minimi di settembre/ottobre è possibile vedere il primo dei riferimenti intorno ad area 26000, non distante da dove transita la trend line citata, in area 26300.

Quindi area 26000 potrebbe essere interessata da una flessione, se poi i prezzi dovessero scendere anche al di sotto di quei livelli sarebbe lecito attendersi il ritorno almeno a 24800, dove abbiamo la serie di massimi toccati tra metà novembre dello scorso anno e il 13 di dicembre.

Candele ribassiste anche per il Dax

Anche nel caso del Dax abbiamo delle candele tipicamente ribassiste sul grafico settimanale. Oltre ad esserci l'engulfing line simile a quella che abbiamo descritto sul grafico del FTSE MIB c'è anche una candela Shooting Star comparsa nell’ottava terminata il 10 febbraio.

La lunga coda verso l'alto e il piccolo real body concentrato nella parte bassa sono tipici di questa tipologia di candela, un elemento che compare frequentemente prima di un ribasso. Come nel caso dell'engulfing se viene violata la base della candela c'è il rischio che questa anticipi l’inizio in una fase di ripiegamento.

Più in dettaglio uno shooting star è un modello di candela ribassista che si verifica durante un trend rialzista nel mercato. Si forma quando una candela con un piccolo corpo, con una lunga ombra superiore e poca o nessuna ombra inferiore, è seguita da una lunga candela rossa. Il modello è chiamato shooting star perché sembra una stella cadente che cade dal cielo.

La lunga ombra superiore nel modello shooting star mostra che gli acquirenti hanno spinto il prezzo al rialzo durante la sessione, ma i venditori alla fine hanno preso il controllo e hanno spinto il prezzo verso il basso per chiudere vicino all'apertura della sessione. Ciò indica che il sentiment rialzista potrebbe perdere slancio e che una inversione ribassista potrebbe essere imminente.

Cac 40, il migliore per l'analisi tecnica

Diamo anche un'occhiata all'indice Cat 40, il Cac 40 è un indice da tenere sempre sotto controllo perché da un punto di vista grafico si comporta estremamente bene e fornisce segnali affidabili.

Infatti in questo caso, a differenza dei due indici precedenti, si nota che i massimi che sono stati toccati a metà febbraio sono praticamente coincidenti con quelli del 5 di gennaio del 2022.

Il 5 gennaio 2022 l’indice aveva toccato quota 7385, il 16 di febbraio ha fatto 7389. Il fatto che il Cac 40 sia arrivato sui massimi del 2022 e abbia poi iniziato a tornare indietro, con una forte accelerazione venerdì, può essere un motivo di preoccupazione: se non c'è il superamento di un massimo così importante come quello che si è visto a inizio dello scorso anno c'è sempre il rischio di dover considerare il movimento che ha portato al test di quei massimi come la fase intermedia di un elemento correttivo più complesso.

La teoria delle onde di Elliott ci dice che le fasi correttive di solito si sviluppano in tre segmenti che sono facilmente identificabili. Ci sono due tipologie di correzione che si possono sviluppare, il flat e lo zig zag.

Nel caso del flat, che potrebbe essere quello che stiamo vedendo adesso, l'elemento intermedio (quello che secondo la teoria delle onde di euro si chiama onda B) va ad interessare l'area dei massimi del primo movimento per poi lasciare spazio alla terza parte della correzione.

Nel 2022 quindi avremmo avuto l'origine del movimento, sul minimo di settembre sarebbe terminata l'onda A.

Esiste il rischio, se il massimo dell'origine della correzione non viene superato, che si sviluppi una terza gamba ribassista, l’onda C, che conclude il pattern. L'onda B è sempre composta da tre segmenti, quindi si realizza con una modalità simile a quella vista tra settembre 2022 e il recente massimo di febbraio.

L'onda C ha di solito un’ampiezza uguale all'onda A, quindi il target naturale di C sarebbero i minimi di onda A, in area 5700.

Per capire se ci sono i presupposti per uno scenario così estremo la prima cosa da fare sarà seguire le medie mobili: la media mobile esponenziale 20 giorni, significativa nel dare una percezione di quella che è la condizione del trend di breve/medio termine, è stata toccata esattamente dai minimi di venerdì.

Se quella dovesse venire violata la media successiva da tenere sotto controllo è quella, sempre esponenziale, a 50 giorni, passante a 7020, che dovrà essere rispettata per evitare che un eventuale flessione si tramuti una vera e propria inversione di tendenza.

La stessa media mobile sul nostro FTSE MIB passa praticamente dove abbiamo anche la trendline che sale dai minimi di ottobre, intorno ai 26135 punti. Area 26000/300 è quindi da tenere sotto rigoroso controllo.

Indicatori di sentiment: dollaro e bitcoin

Passiamo adesso a un paio di mercati non azionari che però sono molto significativi per quello che riguarda il sentimento generale della borsa.

Uno di questi è il Bitcoin, che avevamo visto salire con decisione a gennaio e febbraio durante il rialzo della dell'azionario. Il Bitcoin si è scontrato recentemente con i massimi di agosto dello scorso anno e lì si è arrestato.

Per adesso niente di drammatico, però la mancata rottura di quei riferimenti ci conferma il fatto che anche qui potrebbe essere in partenza un movimento ribassista più consistente, quindi non solo una flessione temporanea ma una vera e propria discesa che se i prezzi sono scendono sotto i 22000 dollari potrebbe assumere toni più duraturi.

L'altro mercato da tenere controllato è quello dell’euro dollaro: difficilmente si può immaginare di avere un mercato azionario in crescita con il dollaro forte, nelle ultime sedute il dollaro si è infatti decisamente rafforzato.

Se andiamo a guardare i ritracciamenti calcolati dai massimi di gennaio del 2021 ci mostrano che i massimi toccati a inizio febbraio 2023 coincidono col 50% di ritracciamento di tutta la precedente fase ribassista.

Senza il superamento del 50/61,8%, il movimento in corso rischia di dimostrarsi solo un elemento correttivo della discesa precedente, quindi attenzione perché la mancata rottura di area 1,10 potrebbe significare che è partito da quei livelli un movimento destinato a riportarsi almeno sui minimi di settembre/ottobre, quindi una fase prolungata di rafforzamento del dollaro, peraltro assolutamente congrua con quelle che sono i motivi che hanno fatto scendere le borse nelle ultime sedute, cioè il timore che la Fed diventi nuovamente aggressiva sui tassi dopo aver visto gli ultimi dati sull'inflazione e sull'indice PCE.

La Fed potrebbe dirigere la sua politica monetaria verso target più alti di tassi a breve, fino al 5,5% almeno e poi decidere di mantenere questi tasse elevati per un periodo prolungato. Questo potrebbe giustificare perché il dollaro andrà a rafforzarsi e perché le borse potrebbero cedere. Nel confronto tra azionario obbligazionario, con i rendimenti delle obbligazionari in crescita, gli strumenti a maggior rischio perdono infatti di appeal.

Non ci resta da fare altro che andare a guardare la Borsa americana.

Il grafico dell’SP100 mostra che venerdì l’indice si è salvato per un soffio dal mandare un brutto segnale: i prezzi hanno infatti testato con i minimi di area 3940 la base del canale crescente che parte dai minimi di ottobre. Senza la violazione di area 3940 si può ancora sperare in un tentativo di rimbalzo, sotto quei livelli ci sarebbe invece un rischio elevato di dovere considerare il rialzo partito dai minimi di ottobre 2022 solo una correzione.

Da notare infatti che i massimi toccati più volte in area 4150 a febbraio coincidono col 50% di ritracciamento della discesa dai massimi di gennaio del 2022. Senza rottura di 4150 c'è quindi il rischio che la recente fase di ripresa, come abbiamo visto sull'euro-dollaro, sia solo l'intermezzo di un movimento ribassista decisamente più ampio.

Vediamo se l'analisi del Nasdaq 100 conferma questo timore. Anche sul Nasdaq 100, se andiamo a guardare i ritracciamenti dai massimi di fine del 2021 scopriamo che i prezzi con i massimi di febbraio si sono fermati sul 38,2%, quindi non hanno nemmeno fatto come lo SP500 che aveva toccato il 50%. Qui si sono fermati sullo scalino precedente della scala di Fibonacci, e poi hanno avviato una discesa.

Quindi nel caso del Nasdaq è ancora più delicata la situazione perché il rimbalzo dai minimi di ottobre ha fatto veramente poca strada, per convincerci che si tratta di una fase di inversione servirà a questo punto il ritorno al di sopra dei massimi di febbraio.

In quel caso verrebbe riproposto uno scenario rialzista con obiettivo almeno sui massimi di agosto in area 13750, in caso contrario è molto probabile un ritorno in area 10800 dove abbiamo la linea che unisce i minimi di ottobre e i minimi di gennaio.

Se poi anche quella linea venisse violata diventerebbe estremamente probabile una discesa anche al di sotto dei minimi di ottobre.