Intercos recupera un anno difficile

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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La società recupera dopo l'impatto di un duro attacco informatico a inizio 2024. I ricavi crescono del 7,8%, ma l'utile complessivo cede il 7% (stabile invece l'utile rettificato). Il gruppo aumenta gli investimenti, cedola da quasi 20 centesimi e segnali forti sul libro ordini

Intercos recupera un anno difficile

Intercos volta pagina e chiude abbastanza bene un 2024 che era cominciato malissimo, con un attacco informatico disastroso che aveva portato nel primo trimestre un calo del 13,5% dei ricavi della business unit Make-up, la più importante del gruppo.

A fine anno invece il gigante dei prodotti cosmetici (make-up), per il trattamento della pelle (skincare) e per il trattamento di capelli e corpo (Hair & Body) riesce a recuperare e archivia i 12 mesi con ricavi in crescita del 7,8% a 1,064 miliardi di euro.

Nel giro d’affari vanno a velocità diverse, ma crescono tutte, le business unit: Make-up +3,4% a 619,8 milioni (nonostante il freno citato del primo trimestre), Skincare +6,1% a 167,1 milioni, Hair & Body +20,2% a 278 milioni.

Intercos, bene l'EMEA, ma l'America rallenta anche a causa dell'attacco informatico

In termini di geografie l’EMEA segna un balzo dei ricavi del 10,3% a 559,5 milioni, l’America invece frena con un -5,5% a 293,4 milioni e accusa l’impatto dell’attacco cyber che ha particolarmente colpito l’impianto americano oltre a un marcato rallentamento del beauty. L’Asia invece fa bene, con un +24,3% delle vendite che porta i ricavi dell’area a 212 milioni.

La tipologia di clienti vede le multinazionali registrare un -1,1% delle vendite a 479,3 milioni, mentre gli emerging brands segnano un +24% a 508,3 milioni e i retailer un -17,5% a 77,3 milioni.

Intercos, l'ebitda rettificato cresce del 4,3%

L’ebitda rettificato di Intercos segna una crescita del 4,3% a 143,3 milioni di euro, ma accusa l’impatto del cyber-attack che ha contratto l’ebitda di 9 milioni nel primo trimestre, mentre gli altri tre sono cresciuti a doppia cifra.
La differenza con l’ebitda complessivo è di 9,6 milioni di euro composti da 200 mila euro di management long term incentive plan (erano 1,2 milioni nel 2023), da costi per il personale (principalmente licenziamenti) per 1,1 milioni (stabili), da 2,3 milioni di euro collegati al cyber-attack emersi ovviamente solo nel 2024, da 7,6 milioni di euro per consulenze varie e legali, da una svalutazione straordinaria del credito commerciale del cliente “The Body Shop” di 2,1 milioni (c’era anche nel 2023 per 2,4 milioni, quindi non è tanto straordinaria) e da vendite di asset che hanno portato proventi per 3,3 milioni.

All’ebitda rettificato il makeup apporta 83,1 mln (il 13,4% dei ricavi relativi), lo skincare 25,3 mln (15,4% dei ricavi relativi) e l’hair&body 34,9 mln (12,55% dei ricavi relativi).

Nella bottom line del conto economico trova posto un utile netto complessivo di 48,8 milioni di euro in calo del 7% rispetto al dato del 2023. L’utile netto rettificato mostra invece un leggero rialzo dello 0,4% a 56,7 milioni di euro.

La differenza di 7,9 milioni è composta oltre che dai 9,6 milioni di rettifica dell’ebitda anche da un effetto fiscale teorico delle componenti non ricorrenti di 2,7 milioni e dall’apporto di 1 milione da imposte degli esercizi precedenti.

Si nota nel mezzo di queste voci il calo degli oneri finanziari da 13,1 a 10,1 milioni, ma anche il balzo delle imposte da 20 a 25,3 milioni di euro.


Il prospetto dei flussi di cassa mostra altri dati interessanti: il flusso di cassa operativo flette da 58,2 a 57,1 milioni di euro, ma registra un balzo importante degli investimenti da 55 a 65,1 milioni di euro e riflettono i piani di espansione in corso in Cina e in Corea del Sud. La gestione del capitale circolante netto è stata molto dinamica le rimanenze sono aumentate di 24,8 milioni nell’anno, ma il gruppo ha anche aumentato di 18,7 milioni i debiti commerciali e ridotto di 7,2 milioni i crediti commerciali, comprimendo la variazione del capitale circolante netto a 7,7 milioni di euro (in aumento a 112,1 milioni complessivi, tenendo conto anche delle altre variazioni del capitale circolante oltre a quella commerciale che si limita a una crescita di 1,1 mln).

Tolte le varie voci del caso, tra cui oneri finanziari e tasse, e pagati dividendi per 18 milioni di euro contro i 16 milioni del 2023, il flusso di cassa netto passa in positivo, da -9,6 milioni nel 2023 a +2,5 milioni.

Intercos, situazione patrimoniale molto solida e leva finanziaria in calo

A fine periodo il gruppo Intercos mostra una posizione finanziaria netta in leggera crescita a 55,1 milioni senza considerare i leasing dell’IFRS16, considerandoli c’è invece una flessione della posizione finanziaria netta da 100,1 a 97,7 milioni di euro. Significa una situazione patrimoniale invidiabile, vista la leva finanziaria (PFN/EBITDA) che cala da 0,73x a 0,68x. Se poi si prende il patrimonio netto di 478,9 milioni, il debt/equity è ad appena 0,20 (in miglioramento dallo 0,22 di un anno fa).

Intercos, il dividendo sfiora i 20 centesimi

Si passa così alla remunerazione dei soci. Il consiglio di amministrazione guidato dal presidente esecutivo Dario Ferrari e dall’amministratore delegato Renato Semerari ha proposto all’assemblea la distribuzione di dividendi per 19 milioni di euro, circa il 39% dell’utile netto, pari a € 0,197169 che dovrebbero andare in stacco il 5 maggio. Si tratta di un payout ratio abbastanza importante, ma nonostante l’azione perda in queste ore il 3,25% per riportarsi a 13,7 euro il dividend yield ai corsi attuali è dell’1,43% appena.

Va però detto che il consiglio chiede ai soci anche l’autorizzazione a un buyback con gli obiettivi di liquidità dell’azione, creazione magazzino titoli e utilizzo in eventuali operazioni straordinarie o per il piano di compensi per un totale massimo, comprese anche le azioni già in tesoreria, del 5% del capitale di Intercos.

Né l’azione è a sconto visto che quota a 27 volte gli utili complessivi e a 23 volte gli utili rettificati (P/E). Anche l’EV/EBITDA rettificato da 9,88 non è particolarmente a sconto.

Intercos, quadro grafico in bilico su livelli pericolosi

L’andamento dell’azione Intercos spinge a una certa cautela: al momento il titolo sconta un calo del 19% dai massimi dello scorso luglio 16,92 euro. I movimenti tecnici del titolo in reazione ai risultati oggi sono comunque da annotare.

L’azione adesso perde il 3,11% e torna a 13,72 euro, ma ha segnato un massimo a 14,26 euro che ha superato la media mobile esponenziale a 50 sedute e si è interrotto sulla media mobile esponenziale a 100 sedute.

In area 14,2-14,3 euro si trovano diverse resistenze statiche di peso rilevanti per le prospettive del titolo, ma anche l’affondo odierno a 13,42 euro ha violato i baluardi di area 13,7 euro che in passato hanno sostenuto i prezzi.

Il rischio di un affondo sui recenti minimi a 13,1 euro (5 febbraio) è concreto.

Poco più su l’area dei 13,35 euro, che ospita il 50% del ritracciamento di tutto il movimento ascendente dal novembre 2022 al luglio 2024.

Un riferimento che come detto ha ceduto a inizio mese (sebbene soltanto con un bottom intraday) e il cui abbattimento invierebbe un pericoloso segnale per le prospettive di lungo periodo.

Intercos, l'outlook 2025

Intercos ha registrato una forte ripresa lo scorso anno dopo un avvio molto difficile.

Nel periodo gennaio-febbraio 2025 l’ingresso di ordini ha raggiunto un record storico di 144 milioni di euro e il portafoglio ordini vale ora 324 milioni, sarà un dato da tenere a mente perché il gruppo ha deciso di non pubblicarlo più in futuro, scomparirà già con i dati del primo trimestre.

Per il 2025 Intercos si attende un mercato del beauty in crescita del 4%, quindi un po’ in calo rispetto ai trend storici, ma la società rivendica di aver sempre dimostrato di saper crescere più del mercato di riferimento e si aspetta di farlo anche nel 2025.

Per quest’anno l’indicazione è quella di una crescita dei ricavi tra il 5 e il 7% rispetto al 2024. Le condizioni sono sfidanti dal punto di vista della ripresa Usa e di quella cinese, dal rallentamento in Europa alle incertezze geopolitiche.

La società confida che la sua posizione di unico player B2B con 16 impianti di produzione in tutti i maggiori mercati mondiali possa costituire la leva di un vantaggio competitivo capace di liberare valore.

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