Iveco in retromarcia dopo la trimestrale
pubblicato:Risultati del trimestre sotto le attese, ma il gruppo conferma le stime per il 2025 e intanto valuta le offerte per il business Difesa (che va molto bene)

Strappo al ribasso, Iveco si conferma un titolo pericoloso. Nel giorno della pubblicazione dei dati della prima trimestrale il colosso olandese-torinese dei camion apre con un affondo a 15,02 euro e recupera solo parzialmente nelle negoziazioni successive: in questo momento l’azione Iveco mostra un calo del 4,47% a 15,49 euro.
C’è ancora il pericolo di un affondo a 14,91 euro a coprire il gap up apertosi tra il 9 e 12 maggio.
La storia di Borsa, relativamente breve del titolo mostra comunque valori nettamente superiori a quelli del collocamento su Euronext a inizio 2022 e il superamento a febbraio dei massimi dell’aprile 2024 ha inviato un segnale forte. Detto questo i fondamentali pubblicati oggi hanno deluso.
Iveco, un trimestre sotto le attese
I ricavi di IVECO sono calati nel primo trimestre di oltre il 10% a 3,026 miliardi di euro (consensus raccolto dalla società a 3,192 mld). I ricavi netti delle attività industriali sono passati da 3,283 mld a 2,958 mld (consensus 3,1 mld) e hanno mostrato un calo quasi a doppia cifra. Minori volumi nei truck e nel powertrain e un impatto negativo dei cambi sono stati solo parzialmente compensati da prezzi migliori.
L’ebit adjusted di Iveco è crollato del 32% a 152 milioni di euro con un margine in flessione dal 6,9% al 5% e ben sotto le attese degli analisti fissate a 172 milioni.
L’utile netto rettificato ha subito un calo del 45% a 84 milioni, in realtà non troppo distante dagli 87 milioni del consensus.
Il deflusso di cassa delle attività industriali (FCF industrial) è peggiorato da 436 a 794 milioni e gli analisti si aspettavano che fosse bruciata meno cassa (-570 mln). Delude così anche liquidità delle attività industriali a 1,1 miliardi a fine marzo contro gli 1,45 miliardi del consensus.
Iveco, bene bus e difesa, ma truck e powertrain arretrano
Per scendere un po’ di più nel business si può evidenziare un calo del 16,2% dei ricavi netti della divisione Truck a 1,96 mld nel trimestre con un ebit adjusted di 58 mln (-94 mln) a fronte di un consensus di 84 milioni di euro. Il mercato europeo dei veicoli commerciali è calato del 15% nel primo trimestre e le consegne di Iveco sono diminuite del 33% nell’area. Bilancia un po’ il Sudamerica con un mercato che cresce del e consegne di Iveco che balzano del 61% A fine periodo per il truck il rapporto globale ordini/fatturato di Iveco è a 1,19.
Fanno bene invece i BUS di Iveco, con ricavi in volo del 15,5% a 478 milioni e un ebit adjusted di 26 mln (vs. 21 mln ma con un consensus di 29 mln). Calano anche le consegne di bus in Europa (-13%), ma in Sudamerica balzano del 48%
Pesa sui conti anche il crollo del 19,1% dei ricavi netti del Powertrain (motori) a 784 mln (consensus 827 mln) con un ebit adjusted da 43 milioni. I minori volumi pesano.
Iveco, avanti con lo spin-off della difesa (e con la valutazione delle offerte)
Un discorso a parte merita la Defence. Come noto lo spin-off delle attività della Difesa di Iveco sono uno dei maggiori driver dei prezzi negli ultimi mesi almeno. Entro l’anno lo scorporo dovrebbe essere completato. Come spesso capita per i dossier caldi si confondono rumors e dichiarazioni ufficiali. La joint venture dell’italiana Leonardo e della tedesca Rheinmetall ha dichiarato di avere presentato un’offerta vincolante. Secondo le indiscrezioni sarebbe di poco inferiore agli 1,5 miliardi.
Ma sarebbero interessati anche in KNDS (alleanza franco tedesca tra Krauss-Maffei Wegmann e Nexter) e avrebbero offerto poco più di 1,5 miliardi, ma sarebbe un’opzione “politicamente e industrialmente poco praticabile” al momento secondo il Corriere.
Avrebbero sondato la Goldman Sachs incaricata di vagliare le offerte anche la ceca CSG, che in Italia ha comprato l’80% della bresciana Arma Perazzi, e la britannica BAE Systems (che già collabora con Leonardo).
Secondo El Economista anche la spagnola Indra sta valutando l’operazione (in passato si era parlato di un suo interesse per l’italiana Cy4Gate).
A una rapida ricognizione però l’opzione Leonardo-Rheinmetall appare la più strutturata e probabile, anche se il prezzo (sembra che CGS e KNDS siano pronti a spingersi fino a 2 miliardi a fronte degli almeno 1,5 miliardi che la Exor di Agnelli-Elkann vorrebbe come minimo).
In proposito oggi il gruppo Iveco ha confermato:
“Iveco Group ha recentemente ricevuto alcune preliminari manifestazioni di interesse per il business Defence da parte di potenziali acquirenti strategici. Il Consiglio ha pertanto dato mandato al management di proseguire le attività preparatorie allo spin-off, mentre esplora tali interessi preliminari”.
Nel primo trimestre Iveco Defence ha registrato un balzo dei ricavi del 30,5% a 278 milioni ben oltre il consensus posto a 230 milioni. L’ebit adjusted ha registrato quota 36 milioni (+14 mln) anch’esso superiore alle attese degli analisti fissate a 25 milioni. Maggiori volumi, miglior mix, migliori prezzi: ci sono tutti gli ingredienti, insomma, per ottenere offerte allettanti.
Iveco, confermati gli obiettivi per il 2025
Iveco ha comunque confermato la guidance 2025. Quest’anno il gruppo, che aveva anticipato di attendersi un trimestre peggiore del previsto, stima un ebit adjusted tra i 980 e i 1.030 milioni di euro (consensus 982 mln).
In particolare nel predominante settore industriale sono attesi ricavi stabili sui livelli del 2024 e un ebit adjusted a 850-900 milioni di euro (consensus 853 mln).
Il free cash flow delle attività industriali è previsto tra i 450 e i 450 milioni.
Buone indicazioni giungono comunque dagli ordini. Incoraggianti sia in Europa, che in Sudamerica, per veicoli leggeri e pesanti, la società segnala per la prima volta dall'inizio del 2023 un rapporto ordini su fatturato ben superiore a 1 anche in Europa.
Fra l'altro non si può trascurare l'ordine comunicato il 13 maggio di ben 785 camion militari logistici da parte del ministero della Difesa olandese.
In definitiva il CEO Olaf Persson si aspetta:
"Con un solido portafoglio ordini, agilità operativa, un modello di business diversificato e partnership strategiche consolidate, abbiamo gettato basi solide per la crescita futura. Le nostre prospettive per l'intero anno rimangono intatte e la liquidità è solida: siamo fiduciosi che le nostre azioni nel primo trimestre abbiano gettato le basi per un secondo semestre più forte e un anno di successo".