Mediobanca rilancia, 100% degli utili agli azionisti
pubblicato:Il nuovo piano al 2028 di Alberto Nagel promette quasi 5 miliardi di euro di dividendi in tre anni e difende il polo del wealth-management con Banca Generali. Prosegue intanto il riassetto del risiko...

Nell’ultimo piano al 2026 Mediobanca prometteva agli azionisti 3,7 miliardi di euro in tre anni con un pay-out del 70%, ora l’asticella sale a 4,9 miliardi di euro in un triennio– di cui 4,5 miliardi in contanti – con un pay-out ratio del 100%. L’amministratore delegato Alberto Nagel si gioca il tutto per tutto.
Mediobanca, incombe l'offerta di MPS
Dopo il rinvio dell’assemblea di Mediobanca dallo scorso 16 giugno al prossimo 25 settembre, il manager difende a spada tratta il progetto di conquista di Banca Generali contro il piano alternativo di MPS.
La banca senese, dopo il via libera della Bce e del cda, potrebbe lanciare la propria offerta di scambio sulla stessa Mediobanca già nella prima metà di luglio (c'è chi ipotizza già il 7 luglio, chi calcola la settimana del 14 luglio, il prospetto approvato dal cda ieri è partito per la Consob che in 5 giorni dovrebbe approvarlo) e forse chiuderla entro agosto.
Quindi l’assemblea dei soci di Piazzetta Cuccia di settembre potrebbe arrivare ampiamente fuori tempo massimo, con un socio MPS già al controllo o in posizione dominante nell’azionariato.
A quel punto diventerebbe inutile e probabilmente l’ad della banca senese Luigi Lovaglio lavorerebbe già alle mosse successive.
Mediobanca, il nuovo piano, i nuovi obiettivi
Contro questo scenario si pone oggi l’aggiornamento del piano di Mediobanca al 2028 che si pone l’ambizione di un polo europeo con Banca Generali. Previsti oltre i 143 miliardi di euro di asset finanziari (TFA) in crescita del 9% e oltre il 50% dei ricavi proprio dal wealth management.
La restituzione del 100% degli utili agli azionisti (il nuovo pay-out ratio), quindi la rinuncia alle prospettive di autofinanziamento della crescita la dice lunga sulla proposta di valore agli azionisti in un’ottica stand alone della banca.
Nagel ribadisce che il modello che ha in mente è leggero sotto il profilo del capitale e prevede una crescita dell’eps totale del 14% l’anno fino a € 2,4 nel 2028, con un utile per azione ricorrente alla stessa data di € 2,1 in crescita media annua del 9% (CAGR) e bassi rischi di esecuzione contro quelli elevati attribuiti al piano di MPS che deve la propria prospettiva di valore anche all’ampio impiego delle DTA (crediti fiscali).
La prospettiva per gli azionisti è quindi quella di un’ulteriore restituzione di valore, ossia di dividendi ancora più ricchi, con una cedola che dovrebbe passare da € 1,12 nel 2025 a un aumento del 50% nel 2026 e a quasi raddoppio a € 2,1 nel 2028, quando, appunto, gli utili saranno interamente pagati agli azionisti.
Significa dividendi cumulati per quasi 5 miliardi, ossia circa il 30% della capitalizzazione attuale di Mediobanca.
Mediobanca, le prospettive sui business
Il wealth management, già perno del piano precedente, è ovviamente una delle leve principali del progetto di consolidamento con Banca Generali. Dovrebbe registrare un calo del cost/income ratio di ben 10 punti percentuali al 56% con un aumento degli utili del 17% nei 3 anni a circa 370 milioni di euro e un miglioramento della redditività.
All’appuntamento oggi Mediobanca si presenta oggi con un totale di asset finanziari (TFA) di oltre 110 miliardi di euro, con 1.300 professionisti, con ricavi da quasi 1 miliardo e con utili oltre i 225 milioni. Una posizione di leader nel private investment banking in Italia sostenuta anche dal riposizionamento in fascia alta di Mediobanca Premier.
Nel triennio Mediobanca si aspetta ora TFA fino a 143 miliardi (+9%), con una crescita dei ricavi oltre gli 1,2 miliardi (+8%) e un balzo del 65% degli utili a 370 milioni. Prevista anche l’assunzione di 330 nuove risorse commerciali in arco piano. Questo business dovrebbe quindi essere il maggior contributore alla crescita di ricavi e la prima fonte di commissioni per il gruppo.
Strategica anche l’area del corporate & investment banking (CIB) che dovrebbe sviluppare maggiori sinergie con il wealth management in area advisory e solutions e raggiungere ricavi da 1 miliardo (CAGR 5%) e un utile oltre i 300 milioni di euro.
All’attenzione anche la Consumer Finance (CF). Il gruppo ricorda anche la piattaforma proprietaria di buy-now-pay-later (BNPL) lanciata 3 anni fa, la HeyLight di Compass, l’ammiraglia dei finanziamenti del gruppo che sarà invece il motore della crescita del margine d’interesse del gruppo fino a 1,3 miliardi, con una media del 6% l’anno nel triennio. La sua rete crescerà ancora con un balzo delle filiali da 335 a 373 (+11%).
Risiko: Mediobanca su Banca Generali? Prezzi interessanti. Intanto per MPS si aprono potenzialmente anche altre strade
Obiettivo finale del management di Mediobanca è – come anticipato – costruire un’alternativa credibile al piano di conquista di MPS promuovendo un modello di polo di wealth management basato sull’integrazione con Banca Generali che potrebbe essere completata entro il prossimo ottobre.
Secondo Nagel questa seconda strada prevederebbe un potenziale di crescita maggiore ancorato alla specializzazione, con un modello di impiego del capitale più leggero e una minore sensibilità al ribasso dei tassi previsto per la Bce fino all’1,75% a fine anno.
Il mix di utili di Mediobanca-Banca Generali sarebbe più attraente di quello MPS-Mediobanca. Ci sarebbero minori rischi di esecuzione e una maggiore visibilità sui rendimenti e la crescita degli utili (oggettivamente molto dettagliati dalla presenza di oggi). Non ci sarebbe poi quella dipendenza dai DTA (crediti fiscali) che è una componente essenziale della proposta di valore di MPS.
In queste ore il titolo Mediobanca si riporta a 19,56 euro (-0,1%). Banca Generali cede lo 0,21% e torna a 47,26 euro (dopo aver perso il 18% dai massimi del 12 maggio) e Generali segna un rialzo dello 0,1% a 30,03 euro.
Mediobanca propone 1,7 azioni Generali per ogni titolo di Banca Generali e quindi in queste ore valuta la preda ben 51,05 euro contro i 47,26 euro del mercato: un premio dell’8% di tutto rispetto.
Se in molti hanno visto con il rinvio dell’assemblea di Mediobanca una vittoria del percorso senese verso Piazzetta Cuccia, va anche ricordato – infine – che l’offerta di Unicredit sul Banco BPM ha subito un grande impatto dal golden power e il management di Piazza Gae Aulenti la dà ormai al 20% di probabilità di successo.
Questo significa quindi che il Banco BPM, che ha sempre dichiarato di voler giocare un ruolo attivo nell’M&A bancario italiano (ma non esclusivamente da preda), potrebbe essere pronto quindi per nuovi scenari.
L’ipotesi di un ritorno al piano originario di un terzo polo MPS-Banco BPM potrebbe quindi ritornare nei radar e ridisegnare ancora una volta lo scenario complessivo. Magie del risiko.