Leonardo, le voci che hanno spinto al ribasso le azioni

di FTA Online News pubblicato:
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Borsa Italiana, Banca Generali nella competizione dei gestori patrimoniali

Leonardo, le voci che hanno spinto al ribasso le azioni
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Forte ribasso ieri per Leonardo, che ha ceduto poco meno di 5 punti percentuali penalizzato dalle indiscrezioni secondo cui gli USA starebbero elaborando un nuovo accordo quadro per fermare la guerra Russia-Ucraina. Un rappresentante di Kiev ha reso noto che Washington avrebbe presentato alcuni punti della proposta che sono già stati discussi con Mosca.

Intanto MSCI, società leader in materia di rating ESG, ha migliorato il rating ESG di Leonardo da "BBB" ad "A". Nel motivare il nuovo riconoscimento internazionale per Leonardo su tematiche di sostenibilità, MSCI ha evidenziato come l'azienda abbia rafforzato, nel corso del tempo, il modello di corporate governance ed abbia raggiunto una posizione di leadership nel settore per quanto riguarda la gestione della qualità e sicurezza dei prodotti.

Nei giorni scorsi il gruppo ha comunicato di aver sottoscritto l'aumento di capitale di Avio effettuando l'esercizio integrale dei diritti di opzione relativi alla partecipazione detenuta, sottoscrivendo 3.870.207 azioni Avio al prezzo di emissione di euro 20,37 per azione.

Da segnalare infine che la scorsa settimana è uscita di scena, con un accordo di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, la CFO Alessandra Genco, al cui posto è stato nominato Giuseppe Aurilio, che arriva da Telespazio.

Leonardo, a rischio il supporto di quota 47,75 euro

Il grafico del titolo Leonardo mostra che i prezzi hanno tentato ieri di forzare il supporto a 47,75 euro, bottom di metà ottobre circa. Conferme sotto tale livello avallerebbero l'ipotesi di un ulteriore segmento negativo con target nei dintorni di quota 43,00, riferimento che si è rivelato più volte strategico dallo scorso aprile.

Quota 43,00 si presenta ora come base del potenziale doppio massimo in formazione in area 56,00, configurazione che se ribadita dalla violazione di quota 43,00 potrebbe impattare in maniera significativa nello scenario grafico rialzista di lungo periodo. Nuovi segnali di forza invece solo oltre 52,50, propedeutici al ritorno sui record in area 56,70.

Banca Generali, flussi in rialzo per i gestori patrimoniali, ma c'è competizione

Banca Generali positiva ieri: il titolo ha guadagnato lo 0,86% a 52,50 euro e ha oscillato tra 51,55 e 52,55.

Nel mese di ottobre, i cinque principali gestori patrimoniali quotati in Italia hanno registrato un deciso rafforzamento dei flussi, con raccolte nette complessive pari a 7,4 miliardi di euro, in aumento del 63,5% rispetto ai 4,5 miliardi dello stesso mese del 2024. Particolarmente significativo è stato il contributo degli asset gestiti più remunerativi, che hanno visto i flussi raddoppiare a 5,3 miliardi di euro, segnalando un rinnovato interesse degli investitori per prodotti a maggior valore aggiunto.

Il contesto competitivo resta però molto impegnativo: il settore del risparmio gestito è chiamato a difendere i margini in un ambiente di crescente pressione da parte dei prodotti passivi, dei broker digitali e di soluzioni a basso costo, mentre gli investimenti in tecnologia continuano a crescere. È anche per questo che il tema delle operazioni di M&A rimane sul tavolo, in vista del più grande trasferimento generazionale di ricchezza della storia.

Tuttavia, i processi di consolidamento non sono semplici: secondo recenti indiscrezioni, Generali e BPCE potrebbero abbandonare il progetto di fusione delle rispettive attività di asset management.

Nel frattempo, il settore bancario si muove in direzione opposta: con i tassi in calo, le banche puntano sempre di più sulla gestione patrimoniale per sostenere la redditività.
Dall’altra parte, Azimut sta seguendo una strategia radicalmente diversa, procedendo allo spin-off di una parte del business per creare una banca fintech, progetto ora in attesa delle autorizzazioni regolamentari.

Il sentiment delle principali società del settore rimane comunque positivo.

Il CEO di Banca Mediolanum, Massimo Doris, prevede che il 2025 possa chiudersi come uno dei migliori anni di sempre, con flussi nei prodotti gestiti oltre gli 8 miliardi di euro.

Anche Banca Generali evidenzia progressi importanti: il suo CEO Gian Maria Mossa sottolinea come il totale delle masse abbia superato per la prima volta i 110 miliardi di euro, +40% negli ultimi tre anni. Sul fronte analisti, Barclays ritiene che il modello Fineco sia ben posizionato per sfruttare le tendenze strutturali di lungo periodo dell’industria della raccolta.

Nel complesso, ottobre conferma che il risparmio gestito italiano sta vivendo una fase di forte dinamismo, con segnali di consolidamento competitivo e una crescente attenzione alla gestione evoluta del patrimonio in vista dei profondi cambiamenti demografici e finanziari in arrivo.

Banca Generali, il titolo mette alla prova l'ostacolo chiave dei 53,8 euro

Negli ultimi giorni Banca Generali sta incontrando un ostacolo tecnico particolarmente significativo. I massimi toccati a novembre in area 53,80 euro coincidono infatti con i picchi dell’11 febbraio 2025, una resistenza che il titolo aveva già testato senza successo sia a fine marzo sia a fine maggio. Questo livello, già forte di per sé, acquista ulteriore importanza se inserito nel contesto del canale ribassista costruito dal massimo dell’11 agosto: il lato superiore di quel canale è stato superato il 3 novembre, e applicando il metodo classico di proiezione dell’ampiezza del canale dal punto di breakout si ottiene un target naturale proprio in area 53,50–53,80 euro.

Il fatto che i prezzi stiano faticando a superare questa zona suggerisce che il rialzo partito dai minimi di luglio – un movimento scandito da tre segmenti, tipica configurazione correttiva – potrebbe aver ormai esaurito la sua spinta. La conferma arriverebbe solo da un breakout deciso oltre 54 euro, livello che aprirebbe la strada al test del gap lasciato aperto il 19 maggio, in area 55,80 euro.

Al contrario, un indebolimento sotto 51 euro sarebbe un segnale di deterioramento più marcato: in quel caso il titolo rischierebbe un ritorno verso 48,50 euro, dove transita anche la media mobile esponenziale a 200 giorni, un riferimento importante per il trend di medio periodo.

In sintesi, Banca Generali si trova a un bivio tecnico: sopra 54 euro il trend potrebbe riaccendersi, ma finché resta sotto 53,80 il rischio è che il rialzo recente sia stato solo un rimbalzo correttivo.

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