Verbali Fed: un Comitato sempre più diviso. Crescono i dubbi su un taglio dei tassi a dicembre
pubblicato:I verbali della riunione del FOMC del 28-29 ottobre delineano una banca centrale più divisa che mai. Nonostante il taglio di 25 punti base deciso il mese scorso, la discussione interna ha evidenziato una forte incertezza sulla traiettoria futura della politica monetaria

Fed divisa, prospettive incerte: cosa ci dicono davvero i verbali del FOMC
I verbali della riunione del FOMC del 28-29 ottobre tracciano il quadro di una Federal Reserve spaccata, chiamata a decidere il futuro della politica monetaria in un contesto reso complesso dall’assenza di dati macro aggiornati a causa dello shutdown governativo.
La Fed ha tagliato i tassi a fine ottobre, ma la discussione interna rivela una tensione crescente tra il rischio di un’inflazione ancora troppo elevata e il timore di un indebolimento del mercato del lavoro.
Nei verbali emerge chiaramente che, nonostante quella riduzione dei tassi, i policymaker non hanno una visione univoca sul da farsi a dicembre, tanto che i mercati oggi prezzano solo una probabilità di circa il 25% di un ulteriore taglio.
Tre anime dentro la Fed
Il documento conferma che i membri del FOMC si collocano oggi in tre gruppi distinti:
- 1.
Molti favorevoli al taglio dei tassi, ma pronti ad accettare anche una pausa.
- 2.
Diversi contrari alla riduzione, preoccupati che l’inflazione, bloccata sopra il 2% da oltre quattro anni, possa radicarsi.
- 3.
Una parte intermedia che chiede prudenza, anche perché lo shutdown ha impedito l’accesso ai dati chiave — occupazione e inflazione — che di solito guidano le decisioni della banca centrale.
La mancanza di informazioni aggiornate è un punto cruciale: la Fed non avrà i dati di ottobre e novembre sull’occupazione prima della riunione del 9-10 dicembre. Un handicap enorme per chi deve impostare la politica monetaria.
Come ha detto Powell nella conferenza post-meeting: “Un taglio a dicembre non è una conclusione scontata.”
Perché la Fed teme di sbagliare?
Dai verbali emerge una preoccupazione chiara:
➡️ tagliare troppo presto rischia di rendere più difficile riportare l’inflazione al target
➡️ tagliare troppo tardi potrebbe aggravare un mercato del lavoro che mostra segnali di indebolimento
Non si tratta solo di inflazione e occupazione. C’è anche un timore più sottile, ma significativo: una “caduta disordinata dei prezzi azionari”, soprattutto legata all’euforia — potenzialmente instabile — attorno all’intelligenza artificiale.
Il fatto che questo rischio venga citato esplicitamente nei verbali è un segnale importante. Indica che il FOMC sta monitorando attentamente l'AI e l’effetto delle valutazioni estreme sui mercati.
La politica si infiamma: la pressione di Trump
A complicare ulteriormente il quadro ci sono le parole di Donald Trump, che poco prima della pubblicazione dei verbali ha ribadito di voler “licenziare” Powell per aver tagliato i tassi troppo lentamente.
È un attacco politico diretto, raro e significativo, che aumenta il livello di tensione attorno alla banca centrale e alle sue decisioni.
Mercati incerti e Fed senza bussola
Il contesto generale è quello di un’economia che mostra segnali misti:
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inflazione ancora sopra il target,
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mercato del lavoro che rallenta,
- •
consumatori più cauti,
- •
imprese che descrivono condizioni eterogenee,
- •
e un ciclo di dati macro che riparte con ritardo e grande incertezza.
Come ha detto Thomas Barkin, presidente della Fed di Richmond:
“È come attraccare una barca di notte, senza un faro.”
È una metafora perfetta per descrivere dove si trova oggi la politica monetaria statunitense.
Il mercato reagisce con cautela
Alla pubblicazione dei verbali:
- •
Le azioni Usa hanno ridotto parte dei guadagni intraday.
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I rendimenti dei Treasury sono saliti.
Un segnale che i mercati stanno iniziando a interiorizzare l’idea che la Fed potrebbe non tagliare più nel breve, e che la divergenza interna del FOMC aumenta la probabilità di un approccio più prudente.
In sintesi
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La Fed è divisa come non accadeva da anni.
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L’assenza dei dati macro chiave rende molto difficile una decisione informata per dicembre.
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La probabilità di un taglio è ora scesa a un 25%.
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I timori per un’inflazione persistente e per una possibile correzione dell’euforia AI sono ben presenti nei verbali.
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Il quadro politico aggiunge ulteriore pressione.
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I mercati stanno iniziando a “prezzare” l’idea che i tagli possano prendersi una pausa, con volatilità in aumento.
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