Banca Mediolanum, l'azione sale dopo i dati, ma la resistenza si avvicina
pubblicato:Borsa Italiana, Mediobanca debole dopo la trimestrale, ma il titolo potrebbe alleggerire le recenti perdite

Rialzo del 2,99% circa per Banca Mediolanum a 17,85 euro. I prezzi hanno oscillato tra 17,19 e 18,17 euro.
Banca Mediolanum ha chiuso i primi nove mesi del 2025 con risultati in netta crescita e con la conferma della solidità del proprio modello di business. L’amministratore delegato Massimo Doris ha annunciato un utile netto di 726 milioni di euro, in aumento dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2024, e un acconto sul dividendo di 0,6 euro per azione, con stacco previsto il 24 novembre. Doris ha anticipato che il dividendo totale 2025 dovrebbe superare 1 euro per azione, anche se l’importo finale dipenderà dalle commissioni di performance legate all’andamento dei mercati.
Il manager ha escluso l’ipotesi di un buyback, sottolineando che il flottante del titolo è già limitato al 30%, ma ha precisato che i riacquisti tecnici proseguono a sostegno dei piani di performance shares destinati ai dipendenti.
Dal punto di vista operativo, la banca mostra progressi su tutti i principali indicatori:
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il margine di contribuzione è salito del 5% a 1,55 miliardi,
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il margine operativo a 891 milioni,
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le commissioni nette sono aumentate dell’11% a 969 milioni,
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il margine di interesse, invece, cala del 5% a 581 milioni per effetto del nuovo contesto dei tassi.
Le masse amministrate raggiungono 150,4 miliardi di euro, in crescita del 13% su base annua, mentre gli impieghi alla clientela retail ammontano a 18,4 miliardi, +7% rispetto al 2024. Il CET1 ratio si conferma molto solido al 23,2%.
La raccolta netta totale tocca 8,15 miliardi, di cui 6,58 miliardi in risparmio gestito (+21%), con 1,09 miliardi registrati nel solo mese di ottobre.
Sul fronte commerciale, il numero dei Family Banker è salito del 4% a 6.682, mentre i clienti hanno superato la soglia dei 2 milioni, segnando un traguardo simbolico per il gruppo.
Guardando avanti, Doris prevede una raccolta netta in risparmio gestito tra 8 e 8,5 miliardi nel 2025, un Cost/Income ratio sotto il 40%, un costo del rischio stabile a 20 punti base e un dividendo in crescita.
In conclusione, il 2025 si profila come uno degli anni migliori della storia del gruppo. La strategia di Mediolanum, fondata sull’integrazione tra consulenza, innovazione tecnologica e vicinanza alle famiglie, continua a produrre risultati solidi e sostenibili, rafforzando il ruolo della banca come punto di riferimento nel panorama finanziario italiano.
Banca Mediolanum, l'azione verso il completamento di un flag di continuazione
Il titolo di Banca Mediolanum ha toccato ieri un massimo a 18,17 euro per poi arretrare leggermente. A 18,20 circa si colloca il target dato dal completamento del "flag" di continuazione disegnato dal top di agosto.
I prezzi si sono infatti mossi a partire dal massimo di agosto all'interno di una coppia di linee parallele (quella superiore unisce il top di agosto e quello di settembre) per poi superare il 30 ottobre il lato alto di questa fascia. Il canale si è quindi dimostrato un "flag", un elemento intermedio nell'ambito di una fase rialzista.
Dopo la rottura del lato alto di questa configurazione spesso i prezzi si portano a testare un'area di resistenza individuata proiettando l'ampiezza del canale dal punto di superamento della linea di demarcazione, e nel caso specifico questo obiettivo si colloca appunto in area 18,20 euro.
Da notare che i minimi di ieri, a 17,19 euro, si sono invece appoggiati sulla linea alta del "flag", che ha confermato quindi la sua validità anche con funzione di supporto.
Solo la rottura di area 18,20 potrebbe anticipare movimenti verso il target successivo, posto a 18,80 euro circa. Solo sotto area 17,60 emergerebbe comunque il rischio di un nuovo test di area 17,20. La violazione anche di quei livelli rischierebbe di introdurre al test di 16,87, base del gap del 27 ottobre.
Mediobanca, trimestre appesantito da costi straordinari, ma non solo
Mediobanca debole ieri dopo la comunicazione dei dati del primo trimestre dell'esercizio 2025-2026. I Ricavi sono apparsi stabili a 867,6 milioni di euro, mentre l'Utile Netto è risultato in calo dell'11,8% su base annuale a 291,2 milioni di euro, penalizzato dai costi straordinari per 45,3 milioni legati alle OPS (spese dirette/consulenze finanziarie e legali connesse all'operazione BMPS e Banca Generali): senza questi oneri la flessione sarebbe stata del 2,5% per un valore pari a 321,7 milioni.
Per quanto riguarda le prospettive, lo scenario dei prossimi trimestri appare stabile con elementi di incertezza legati all'evoluzione delle crisi geo-politiche, alla frammentazione degli scambi internazionali e alla tenuta dei mercati.
In questo contesto Mediobanca conferma un risultato ricorrente sui livelli del trimestre appena concluso, con una crescita dei ricavi high single digit rispetto al trimestre precedente.
E' atteso il cambio di esercizio sociale con chiusura al 31 dicembre, con adeguamenti alle politiche contabili della Capogruppo BMPS.
Mediobanca, spunti per un recupero dei recenti ribassi
Il grafico del titolo appare appesantito dal corposo ribasso visto tra settembre e ottobre, quando i prezzi sono passati da 22,00 a 16,00 euro circa. Il movimento laterale dell'ultimo mese ha frenato la spinta negativa lasciando un piccolo spazio alla possibilità che possa evolvere in un testa e spalle rialzista che vada ad alleviare le recenti perdite.
Un'ipotesi che troverebbe conferme oltre quota 17,00, proiettando obiettivi in area 18,20/18,30 dove è posizionato il 38,2% di ritracciamento del ribasso dai top di settembre. Attenzione, tuttavia, poichè l'ampiezza del testa e spalle non è particolarmente estesa e potrebbe bastare poco per negare tale possibilità. Sotto 16,20 ci sarebbero le prime avvisaglie in tal senso che verrebbero poi confermate dalla violazione di quota 15,80, preludio ad un ulteriore segmento ribassista con target a 14,60 e più in basso a 14,20 euro.
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