MPS, il titolo scivola sotto la media esponenziale a 100 sedute
pubblicato:Amplifon, titolo ancora in laterale

Mps debole venerdì: il titolo ha ceduto il 2,01% a 6,92 euro, i prezzi hanno oscillato tra 6,871 e 7,11 euro.
Il tentativo di acquisizione di Mediobanca da parte di Monte dei Paschi di Siena (MPS) sta prendendo una piega meno ambiziosa, ma più realistica: la banca senese ha infatti dichiarato che una partecipazione tra il 35% e il 50% del capitale sarebbe sufficiente per esercitare un controllo di fatto, influenzando le decisioni assembleari ordinarie.
Questo abbassamento della soglia rispetto al precedente obiettivo dei due terzi del capitale rende più concreta la possibilità di successo dell’operazione, anche in assenza di un’adesione massiccia da parte degli azionisti.
Contesto dell’operazione
La soglia del 35% è già vicina, considerando che Caltagirone e Delfin, i due maggiori azionisti di Mediobanca, detengono insieme circa il 27% e sono ritenuti propensi ad aderire.
Alcuni altri azionisti minori hanno aperto alla possibilità di aderire, a condizione di un miglioramento dell’offerta (attualmente tutta in azioni, con uno sconto del 4% sul prezzo di mercato).
Risvolti regolamentari e fiscali
L’autorizzazione della BCE è arrivata, ma impone a MPS di spiegare entro tre mesi come eserciterà il controllo con una quota inferiore al 50%.
Con una quota tra 35% e 50%, MPS non potrebbe accedere immediatamente ai benefici fiscali legati alle DTA, che permetterebbero un boost agli utili. In tal caso, il recupero fiscale sarebbe più lento (300 milioni annui fino al 2036, contro i 500 milioni previsti oltre il 50%).
MPS su Mediobanca, alcune considerazioni dagli analisti
Autonomous si dice scettica sulla logica industriale e finanziaria dell’operazione, sottolineando:
L’incompatibilità dei modelli di business tra le due banche (retail e wealth management).
L’assenza di stime sui costi di retention del personale.
Il fatto che una soglia di controllo così bassa limita il potenziale di sinergie e vantaggi fiscali, rendendo l’operazione meno attraente per gli azionisti MPS.
Con una quota al 35%, solo il 50% delle sinergie previste si realizzerebbe nei primi tre anni, con la piena attuazione stimata non prima del 2030.
L’impatto sul CET1 di MPS aumenterebbe da 180 a 400 punti base in caso di acquisizione con partecipazione minoritaria.
Fattori a favore
Il rating di MPS è stato recentemente migliorato da Fitch a investment grade (BBB-), riconoscendo il miglioramento strutturale e la stabilità del gruppo.
Il governo italiano intende usare MPS come leva per creare un “terzo polo bancario” nel Paese, dopo Intesa Sanpaolo e UniCredit.
Prospettive
Il tentativo di MPS su Mediobanca si configura sempre più come una scalata graduale piuttosto che una fusione trasformativa immediata. L’esito dell’operazione dipenderà ora dalla risposta del mercato, dall’eventuale miglioramento dell’offerta e dalla strategia post-acquisizione per consolidare il controllo e generare valore in un contesto operativo non privo di rischi.
MPS, titolo sotto la media esponenziale a 100 sedute
Mps venerdì ha terminato la seduta al di sotto della media mobile esponenziale a 100 giorni, passante a 7,02 euro. La media aveva contenuto la discesa, almeno in chiusura di giornata, nelle 5 sedute precedenti.
Una eventuale violazione anche del minimo del 20 giugno a 6,75 euro potrebbe confermare un'intonazione negativa, rischio elevato in quel caso di una ulteriore discesa verso area 5,80.
Supporto successivo a 5,40 euro. Solo recuperi al di sopra di 7,30 sarebbero da considerare un primo indizio in favore di un tentativo di ricopertura del gap del 19 maggio, lasciato tra 7,65 e 8 euro. Conferme positive alla rottura di area 7,50.
Amplifon, spunti positivi dalla Francia
Amplifon ha chiuso la seduta di venerdì in territorio positivo (+0,89%) muovendosi in controtendenza rispetto al mercato grazie alle notizie in arrivo dalla Francia. Oltralpe i rimborsi pubblici relativi agli apparecchi acustici a maggio sono cresciuti del 14% su base annua a quasi 36 milioni di euro. Secondo Equita, che ricorda che il mercato francese pesa per il 12% sui ricavi di Amplifon, il dato è coerente con il +10% stimato dal gruppo per l'intero 2025.
Da segnalare che ad inizio mese Amplifon ha reso noto di aver sottoscritto con Banca Popolare di Sondrio un finanziamento sustainability-linked per un ammontare complessivo di 50 milioni di euro. L'operazione, finalizzata al rifinanziamento di linee di credito esistenti, è articolata in una linea di credito rotativa da 30 milioni di euro e una linea a lungo termine da 20 milioni di euro, entrambe della durata di cinque anni.
Contrastanti i recenti giudizi dei broker sul titolo: in un recente report gli analisti di Exane BNP Paribas, dopo un incontro con il management, hanno ipotizzato che ricavi ed EBITDA del secondo trimestre potrebbero essere inferiori del 3% rispetto al consensus Bloomberg.
I dati saranno pubblicati il 29 luglio.
Qualche giorno prima, invece, Morgan Stanley aveva incrementato il prezzo obiettivo su Amplifon portandolo da 27,50 a 28,00 euro.
Amplifon, titolo in fase laterale
Graficamente il titolo Amplifon si sta muovendo per linee orizzontali attorno a 20,50 euro, da oltre un mese. I prezzi hanno ritracciato, in area 21,40, il 50% della discesa dai top di febbraio, mantenendo di fatto integro lo scenario ribassista di fondo.
Solo oltre 21,40 si allenterebbero le tensioni e si creerebbero ulteriori spazi di crescita per il test inizialmente a 22,75 e più in alto a 24,00 euro circa.
Flessioni sotto 19,00, ribadite dalla violazione di 18,75, rischierebbero invece di alimentare nuovamente la spirale ribassista proiettando obiettivi sui bottom di aprile in area 15,60.