Mps–Mediobanca, la scalata che riscrive la finanza italiana finisce nel mirino della Procura
pubblicato:Dalla lunga battaglia su Generali alla conquista di Piazzetta Cuccia: come si è arrivati all’Ops che ha ridisegnato gli equilibri tra banche, governo e grandi soci

La scalata MPS–Mediobanca finisce sotto la lente della Procura: una vicenda decennale che intreccia potere finanziario, governance e politica
La scalata con cui Monte dei Paschi di Siena ha conquistato nell’autunno 2025 l’86,3% di Mediobanca — evento destinato a segnare la storia recente della finanza italiana — si arricchisce ora di un capitolo giudiziario inatteso.
La Procura di Milano ha infatti iscritto nel registro degli indagati Francesco Gaetano Caltagirone, Francesco Milleri (presidente di Delfin ed EssilorLuxottica) e Luigi Lovaglio, ad di MPS.
Secondo i magistrati, l’operazione si sarebbe svolta attraverso un concerto occulto tra i tre soggetti, ipotesi che farebbe configurare reati molto pesanti: aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza (Consob e BCE) e manipolazione di mercato.
Le vendite in Borsa sono state immediate: MPS -4,5%, Mediobanca -1,9%. Ma gli effetti potenziali — finanziari, politici e regolatori — vanno ben oltre l’impatto di una giornata.
1. Per capire cosa sta succedendo, bisogna tornare indietro: come si è arrivati alla guerra per Mediobanca e Generali
2017–2020: Mediobanca diventa una “quasi” public company
La storia inizia anni fa. Nel 2017 UniCredit, allora primo azionista storico di Mediobanca, decide di uscire vendendo il suo 8%.
La merchant bank si ritrova così con una struttura azionaria molto più dispersa tra fondi e istituzionali: una “public company” all’italiana, quindi potenzialmente esposta a scalate non convenzionali.
L’ingresso di Delfin e la strategia di Del Vecchio
Leonardo Del Vecchio, tramite la finanziaria Delfin, fiuta l’occasione: acquista progressivamente quote fino al 20% del capitale — soglia ottenuta con il via libera della BCE.
Parallelamente aumenta la partecipazione in Generali dal 2% fino oltre il 5%.
La mossa di Caltagirone
Quasi in parallelo, Caltagirone accumula azioni Generali e successivamente quote rilevanti in Mediobanca.
Formalmente non c’è alcun patto dichiarato, ma il sincronismo delle mosse lascia intuire un disegno comune: rimettere mano alla governance sia di Mediobanca sia di Generali, giudicate troppo conservative e concentrate sui dividendi.
Da qui nasce la stagione più intensa della finanza italiana dal caso Telecom: due anni di assemblee al cardiopalma, mozioni contrapposte, tentativi di cambio del management e interventi della politica.
2. La crisi del 2024: il governo Meloni apre un nuovo scenario
La variabile politica
Nell’estate-autunno 2024 accade un altro fatto centrale: il Governo Meloni, ancora azionista di MPS, comincia a sostenere in modo più marcato la cordata Caltagirone–Delfin. Parallelamente favorisce l’ingresso delle casse previdenziali (Enpam, Forense, Enasarco) come nuovi azionisti attivi nelle assemblee.
La manovra decisiva: il collocamento Akros
Nel novembre 2024 il Tesoro vende un 17% di MPS tramite un accelerated bookbuilding curato da Banca Akros. A comprare simultaneamente, e allo stesso prezzo, sono proprio Caltagirone, Delfin, Banco BPM e Anima.
A posteriori, sarà questo passaggio a diventare uno dei pilastri dell’inchiesta: secondo la Procura, la simultaneità potrebbe indicare un coordinamento occulto vietato dal TUF se non dichiarato.
La vendita permette alla “cordata” di mettere insieme circa il 30% di Mediobanca, il 17% di Generali e, ora, il controllo strategico del Monte dei Paschi.
3. Gennaio 2025: l’ariete MPS lancia l’offerta su Mediobanca
La OPS da 13,5 miliardi
A fine gennaio 2025, con un MPS ormai “alleato” di Caltagirone e Delfin, parte l’operazione finale: una OPS da 13,5 miliardi per conquistare Mediobanca.
La merchant bank, guidata da Alberto Nagel, tenta una mossa difensiva tentando l'acquisto di Banca Generali. Ma nell’assemblea del 21 agosto 2025 il fronte contrario (Caltagirone, Delfin, casse di previdenza, Benetton, UniCredit) supera il 42% del capitale e blocca la mossa difensiva.
È la fine di un'epoca: Nagel, Pagliaro e l’intero CdA si dimettono il 28 ottobre.
A settembre il risultato è ufficiale: MPS conquista l’86,3% di Mediobanca.
4. Ora la magistratura interviene: cosa contesta la Procura di Milano
Nell’indagine coordinata dai pm Gaglio e Polizzi con il Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, i magistrati ipotizzano che:
Ci fosse un “concerto occulto” tra Caltagirone, Delfin e MPS
→ Se dimostrato, avrebbe richiesto un’OPA obbligatoria già al superamento del 25% di Mediobanca.
Le autorità (Consob, BCE, Ivass) siano state depistate od ostacolate
→ Rientrerebbe nei reati di ostacolo alla vigilanza.
La comunicazione finanziaria possa aver alterato il prezzo dei titoli coinvolti
→ Possibile aggiotaggio informativo.
Le operazioni di acquisto del 2024-2025 costituiscano una strategia preordinata
→ Una manovra “a tenaglia” ai danni della precedente governance.
Anche le società Caltagirone Holding e Delfin risultano indagate ex D.Lgs. 231/2001 per responsabilità amministrativa degli enti.
5. La posizione di MPS e le implicazioni per il sistema finanziario italiano
MPS conferma l’avviso di garanzia al CEO Lovaglio, ribadisce fiducia nell’operato e piena collaborazione con la magistratura.
Ma la questione è sistemica: riguarda infatti il cuore del capitalismo italiano, ossia il triangolo:
- •
Mediobanca
- •
Generali
- •
MPS
La Procura interviene in un momento cruciale: ora che Delfin e Caltagirone hanno il controllo della banca d’affari, resta aperta la partita finale — la governance delle Assicurazioni Generali, obiettivo storico della cordata.
6. Cosa succede ora: scenario e conseguenze potenziali
► Per MPS
Rischio reputazionale elevato e potenziali impatti regolatori, anche se l’operatività non è in discussione.
► Per Mediobanca
Incertezza sulla stabilità della nuova governance e possibili effetti sulla strategia futura del gruppo.
► Per Generali
La battaglia potrebbe riaprirsi, ma l’indagine rallenta ogni tentativo di accelerazione.
► Per la politica
Il caso chiama in causa indirettamente il Governo, che ha avuto un ruolo non marginale nella ridefinizione degli equilibri societari.
► Per il mercato italiano
Un nuovo test sulla credibilità dei meccanismi di vigilanza e sulla trasparenza delle operazioni di M&A dove intervengono soggetti con rilevanza sistemica.
Una storia ancora tutta da scrivere
La presa di Mediobanca da parte di MPS è già uno dei passaggi più rilevanti del capitalismo italiano degli ultimi vent’anni.
L’ingresso della magistratura apre ora un fronte totalmente nuovo, imprevedibile nei tempi e negli esiti.
Che si tratti di un malinteso, di un eccesso di zelo o di un vero e proprio disegno occulto, sarà la giustizia a stabilirlo.
Nel frattempo, il rischio è che la lunga battaglia per Mediobanca e Generali — durata anni, combattuta in assemblea, in Borsa e nei palazzi del potere — approdi a un nuovo capitolo: quello giudiziario.
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