Il rilancio di MPS su Mediobanca punta al controllo
pubblicato:Il cda di Siena aggiunge 90 centesimi in contanti e punta alla soglia del 50% del capitale della banca milanese. Quella soglia accelererebbe da subito l'impiego delle DTA da 2,9 miliardi di euro. Ecco i numeri

Monte dei Paschi di Siena (MPS) rilancia su Mediobanca aggiungendo all’offerta con titoli propri un corposo corrispettivo in denaro, 0,9 euro per ogni titolo di Piazzetta Cuccia apportato all’opas, oltre ai 2,533 titoli di MPS già messi sul piatto.
Era noto che lunedì primo settembre il consiglio di amministrazione della banca senese si sarebbe riunito per valutare questa opzione verso la quale spingevano molteplici segnali del mercato e la volontà di sfruttare da subito i crediti d'imposta DTA (Deferred Tax Assets) da 2,9 miliardi di euro che hanno costituito da subito uno dei pilastri della proposta di valore del CEO di MPS Luigi Lovaglio.
MPS mette sul piatto 750 milioni in più e punta alle DTA
Ai prezzi di ieri sera la contrastata offerta di scambio senese implicava uno sconto del 3,8% sui valori di Borsa di Mediobanca, circa 660 milioni di euro, un segnale forte dal mercato: a questi corsi per la chiusura del periodo di adesione il prossimo lunedì 8 settembre i conferimenti sarebbero stati limitati.
Probabilmente si sarebbe comunque superata la soglia minima del 35% dei diritti di voto di Mediobanca, ma difficilmente si sarebbe superata la soglia del 50% del capitale che avrebbe sbloccato da subito i DTA.
Adesso con il rilancio deciso dal cda di MPS, la banca mette sul piatto quasi 750 milioni di euro in più, per un totale di circa 13,5 miliardi di euro, ma in cambio ottiene una spinta decisiva verso l’obiettivo del controllo del gruppo Mediobanca con una quota oltre il 50% del capitale.
Significherebbe un’accelerazione sull’utilizzo delle DTA da 2,9 miliardi di euro che comporterebbe anche un beneficio aggiuntivo sul capitale di 500 milioni di euro.
Con l’aumento dell’offerta di 90 centesimi, l’opas di MPS implica un premio sui prezzi del 23 gennaio scorso – quando tutto è cominciato – dell’11,4%. Ai corsi di ieri sera la nuova offerta valuta i titoli della banca milanese 20,83 euro circa contro i 20,7 della chiusura di Piazzetta Cuccia.
MPS, confermati i target principali dell'offerta
MPS ricorda e conferma le altre condizioni dell’offerta: la stima di un Common Equity Tier 1 ratio pro-forma al 16% circa, la generosa politica di remunerazione in dividendi con un pay-out ratio fino al 100% dell’utile e le sinergie a regime stimate in 700 milioni di euro l’anno prima delle imposte (300 milioni di sinergie di ricavo, 300 milioni di sinergie di costo e 100 milioni di sinergie di funding). I costi una tantum di integrazione sono stati stimati finora a circa 600 milioni di euro.
Le soglie sono comunque – come anticipato – fondamentali. Ieri sera le adesioni all’Opas di MPS aveva raggiunto il 28,1633% del capitale di Mediobanca. Con il comunicato di stamattina MPS ha rinunciato alla soglia del 66,7% del capitale di Piazzetta Cuccia, si tratterebbe della partecipazione più appetibile, che con oltre due terzi del capitale nell’assemblea di Mediobanca consentirebbe di approvare in un’assemblea straordinaria ad hoc l’incorporazione in MPS.
Ma, come anticipato, anche la soglia del 50% del capitale più un’azione, che a questo punto diventa l’obiettivo principale dell’offerta, è capace di accelerare su 2,9 miliardi di DTA che porterebbero anche mezzo miliardo di beneficio patrimoniale.
MPS, l'ultima assemblea di Mediobanca è stata un passaggio chiave
Non a caso ieri i cda di Caltagirone (sia Caltagirone Spa, che Caltagirone Editore) hanno comunicato la volontà di aderire all’offerta. Caltagirone è accreditato di poco meno del 10% del capitale di Mediobanca.
Dovrebbe aver già conferito i propri titoli la holding degli eredi Del Vecchio Delfin, che controlla appena meno del 20% del capitale. Dovrebbero essere in linea anche le casse di previdenza Enpam, Enasarco e Cassa Forense che dovrebbero apportare il 5% del capitale in linea con il percorso seguito nell’ultimo anno con l’ingresso nel capitale di MPS, il sostegno all’aumento di capitale, l’investimento in Mediobanca e l’astensione sull’offerta di quest’ultima su Banca Generali, disegnata per ostacolare la conquista di MPS e poi tramontata.
Proprio l’assemblea di Mediobanca dello scorso 21 agosto è stata un passaggio fondamentale di questa vicenda: in quell’occasione Caltagirone ha messo contro l’offerta su Banca Generali il suo 10% del capitale di Piazzetta Cuccia, mentre si sono astenuti Delfin e le casse e con loro il 2% di Edizione Holding (i Benetton), un 2% di Unicredit e un 3 % di istituzionali (Amundi, Anima, Tages).
L’aumento dell’offerta di stamane risponde anche alla volontà di convincere questi ultimi e quella parte del mercato che finora, mantenendo a sconto l’offerta di MPS, ha chiesto qualcosa si più.
L’aumento è arrivato e in denaro. Ora tocca al mercato rispondere, entro lunedì prossimo.
Oggi, la debolezza del mercato in generale e del comparto bancario in particolare porta vendite sia su MPS (-2,87% a € 7,644), che su Mediobanca (-2,42% a € 20,2 contro i 20,26 euro circa del rilancio) confondendo parzialmente le acque.
A Siena l’obiettivo del controllo della banca milanese deve sembrare più vicino. Bisognerà però aspettare almeno qualche giorno per avere indicazioni più concrete.