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Musk riapre anche ai no-vax. Twitter è un problema per Tesla

di Raffaele Rovati pubblicato:
3 min

Elon Musk riapre anche ai no-vax ma la sua Twitter diventa un problema per Tesla a Wall Street. Anche se il crollo del titolo potrebbe regalare un'opportunità d'acquisto.

Musk riapre anche ai no-vax. Twitter è un problema per Tesla

Dopo avere riaccolto su Twitter Donald Trump (che però lo snobba visti gli impegni con il suo Truth Social), Elon Musk riapre anche ai no-vax, rinunciando alle politiche del social network contro la diffusione di fake news relative al Covid-19.

Su Twitter Musk riapre anche ai no-vax. Via le politiche anti fake news

Nessuna sorpresa, visto che lo stesso Musk in passato aveva contribuito alla disinformazione cospirazionista su pandemia e vaccini. Il problema, però, è che Twitter diventa sempre più un problema per Tesla.

"Queste politiche sono state usate per mettere a tacere le persone che hanno messo in dubbio la narrazione dei media su virus e opzioni terapeutiche. Una vittoria per la libertà di parola e la libertà medica!", è stata la reazione, su Twitter ovviamente, di Simone Gold, fondatrice dell'America's Frontline Doctors e tra le più celebri voci dei no-vax Usa (condannata per la partecipazione all'assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021).

Da sempre Musk si dichiara sostenitore del free speech, la libertà di parola, ma i critici gli rinfacciano che la Twitter che sta plasmando rischia di tornare a essere un ricettacolo delle opinioni più becere, la culla dell'hate speech, l'incitamento all'odio.

Largo ai no-vax e la Twitter di Musk diventa un problema per Tesla

Oltre a quello di Trump, Musk ha riattivato diversi account di politici Usa che hanno pubblicamente espresso teorie negazioniste sulla pandemia e sull'efficacia dei vaccini. Il risultato, però, sono miliardi di dollari di pubblicità evaporati, visto che molti colossi della Corporate America hanno interrotto i rapporti con Twitter da quando Musk ha iniziato a mettere in pratica la sua strategia libertaria.

La ragione non è per nulla di colore politico (Musk da tempo è passato a sostenere i Repubblicani) ma molto più semplice: la pubblicità non ama i conflitti, i marchi, per lo meno quelli più importanti, non vogliono essere associati a controversie di alcun genere.

Morgan Stanley ha sondato alcuni investitori in Tesla e ha rilevato ciò che Wall Street era da tempo evidente: il "coinvolgimento" del chief executive Musk su Twitter ha contribuito a generare un'inerzia negativa per la fiducia nel titolo. Da quando il 28 ottobre l'Opa su Twitter è stata formalizzata Tesla ha perso il 20% a Wall Street (da inizio 2022 il crollo è del 55%).

La strategia di Musk su Twitter farà da freno ai fondamentali di Tesla?

La spropositata cifra di 44 miliardi di dollari messa sul piatto da Musk, che ha finanziato l'operazione continuando a vendere azioni Tesla, e le decisioni controverse da lui prese finora (licenziamenti di massa, cambiamenti radicali nelle politiche del social network che hanno portato alla fuga degli inserzionisti) non sono piaciute ai mercati.

Per Adam Jonas, analista di Morgan Stanley citato da MarketWatch, i risultati del sondaggio hanno rafforzato le sue opinioni circa l'impatto negativo della vicenda Twitter su Tesla "e potrebbero determinare un certo grado di inclinazione al ribasso per i fondamentali di Tesla".

L'altra faccia della medaglia tuttavia è che il titolo Tesla rimane un buy per Morgan Stanley, che ha anche confermato il target price di 330 dollari (contro i circa 180 dollari attuali). Alla fine le discutibili strategie di Musk su Twitter offrono comunque un'opportunità d'acquisto per chi vuole scommettere su Tesla.