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Puoi andare in pensione con la NASpI? Le 3 cose da sapere!

di FTA Online News pubblicato:
4 min

Mentre si prende la NASpI, si può andare in pensione? Ovviamente bisogna considerare diversi elementi, ecco 3 cose da sapere sull’indennità di disoccupazione!

Puoi andare in pensione con la NASpI? Le 3 cose da sapere!

La NASpI non è altro che l’indennità di disoccupazione, cioè quell’aiuto economico rivolto a chi è rimasto senza lavoro per varie motivazioni ed ha un periodo in cui è economicamente supportato. L’obiettivo non è quello di sostenere il disoccupato ad oltranza, ma piuttosto di dargli il tempo tecnico per trovare una nuova occupazione.

Infatti, una volta trovata la nuova occupazione, il soggetto smetterà di percepire l’indennità NASpI. Tante sono le domande su questa misura, con per altro anche alcune novità legate al 2022 su cui conviene informarsi se si è percettori o se si vuole fare domanda.

Nulla che cambi radicalmente la misura, ad essere sinceri, ma una sistemazione di alcuni aspetti che negli ultimi due anni sono cambiati anche a causa della pandemia. Tantissime persone hanno infatti fatto domanda per la NASpI proprio dopo aver perso la propria occupazione a causa delle conseguenze più o meno dirette della pandemia, tra aziende che hanno chiuso i battenti ed altre in enorme difficoltà.

NASpI 2022: ecco come funziona

Nell’anno corrente la NASpI funziona in realtà come ha sempre funzionato, ma con qualche piccola differenza. Nel corso del 2021 infatti il Governo aveva deciso di togliere una condizione importante per chi usufruisce di questa misura: il décalage.

Esso non è altro che un calo del 3% dell’importo della misura a partire dalla sesta mensilità (su un massimo di 24, cioè due anni). La misura cala così di alcuni euro ogni mese costituendo non solo un risparmio per le casse dello stato, ma soprattutto un lento ma progressivo incentivo per il disoccupato a trovare una nuova occupazione.

In sostanza, il décalage impedisce che la misura possa essere vista come un incentivo alla disoccupazione ed è in effetti efficace in questo senso. Da quest’anno, però, gli over-55 subiscono il décalage a partire dall’ottava mensilità e non più dalla sesta. Ciò avviene perché statisticamente per gli over-55 è più difficile trovare una nuova occupazione dopo esser stati licenziati.

Per tutti gli altri dettagli tecnici riguardanti la NASpI, suggeriamo di fare riferimento alla pagina ufficiale dedicata alla misura direttamente sul sito INPS, in modo da avere informazioni accurate e tempestive.

NASpI 2022 e pensione: come funziona?

Come sottolineato nel titolo, c’è un aspetto importante riguardante il legame tra NASpI (ed anche altre misure su cui non ci soffermiamo in questo articolo) e pensione. In sostanza, chi percepisce la NASpI può andare in pensione?

Se ci sono le condizioni affinché il soggetto vada in pensione, lo si può fare. Ciò significa che in sostanza la NASpI contribuisce a far maturare i requisiti necessari per accedere al trattamento pensionistico, talvolta molto complessi ed in continua evoluzione.

Come detto, ci sono tre aspetti importanti da sapere al riguardo: il primo è proprio che le due misure sono compatibili, appunto, cioè di fatto durante la NASpI si può andare in pensione; il secondo è legato al concetto di contributi figurativi, a cui arriveremo a breve; il terzo è legato invece all’importo ed in parte è conseguente a quanto detto in precedenza sui contributi figurativi.

Andiamo quindi ad approfondire proprio il secondo ed il terzo concetto, importantissimi per chi fosse in NASpI e, contemporaneamente, prossimo alla pensione.

NASpI 2022 e pensione: i contributi figurativi

Percepire la NASpI significa anche versare i contributi, proprio come se si stesse lavorando. O meglio, si versano automaticamente come quando si lavora, ma di fatto non sono contributi come quelli da lavoro “attivo”, ma sono contributi figurativi.

Proprio la pagina INPS, nella sezione delle FAQ sulla NASpI (qui il link per consultarle), spiega che i contributi figurativi sono “Contributi accreditati, senza onere a carico del lavoratore, per periodi in cui l’interessato è costretto a interrompere l’attività lavorativa per diversi motivi (gravidanza, malattia, disoccupazione). Sono utili sia per raggiungere il diritto a pensione sia per aumentare l'importo della stessa.”

Ciò ci manda immediatamente al terzo ed ultimo concetto utilissimo per i percettori di NASpI che fossero prossimi alla pensione: come si calcola l’importo? Il calcolo dell’importo della pensione dipende da diversi elementi, a partire dall’importo percepito come lavoratore dipendente.

La NASpI, a sua volta, ha un importo che dipende proprio dall’ultimo stipendio da dipendente percepito; dunque, si capisce la continuità logica fra i due concetti. In sostanza, la NASpI ammonta al 75% circa dello stipendio da dipendente e la pensione terrà conto di questo dato all’interno dei calcoli.

Ricordiamo però che il calcolo degli anni contributivi maturati fa comunque un distinguo tra quelli maturati lavorando attivamente e quelli che invece sono figurativi. Per esempio, se si arriva al requisito dei 41 anni di contributi e si è pronti per andare in pensione, è necessario che almeno 35 siano effettivamente maturati lavorando e non attraverso indennità come la NASpI.

Ci auguriamo dunque che la tematica sia più chiara ed anche per il calcolo della pensione suggeriamo di fare riferimento alle pagine ufficiali del portale INPS.