Si può avere la Naspi dopo licenziamento per giusta causa?

di FTA Online News pubblicato:
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Il licenziamento di un lavoratore non avviene solo per motivi economici o di gestione dell’azienda, ma può avvenire anche per giusta causa, ovvero per un comportamento doloso o colposo grave del lavoratore. In questo caso, il lavoratore può richiedere la Naspi oppure no? Risponderemo nell’articolo!

Si può avere la Naspi dopo licenziamento per giusta causa?

L'indennità di disoccupazione, conosciuta da tutti come Naspi, si basa su un requisito fondamentale: aver perso il lavoro (subordinato) involontariamente.

La perdita del lavoro deve essere, quindi, non per volontà del lavoratore, ovvero: licenziamento, dimissioni per giusta causa o per scadenza del contratto a tempo determinato.

A volte però, come stabilisce il diritto del lavoro, il licenziamento può avvenire anche per giusta causa, ovvero il datore di lavoro si ritrova "costretto" a licenziare il lavoratore subordinato a causa di un grave errore commesso da quest'ultimo, dolosamente o colposamente, il comportamento del lavoratore porta a delle sanzioni disciplinari, la più grave delle quali è appunto il licenziamento.

Nel caso di licenziamento per giusta causa, essendoci come base del licenziamento il comportamento del lavoratore, ci si chiede se quest'ultimo possa fare comunque domanda di Naspi oppure no. Intanto vediamo quando un datore di lavoro può procedere al licenziamento per giusta causa.

In quali casi può avvenire il licenziamento per giusta causa?

Se un lavoratore subordinato commette un grave errore sul lavoro, che sia doloso o per negligenza, ma comunque disciplinarmente grave, riceve dal datore un provvedimento disciplinare la cui conclusione potrebbe essere un licenziamento per giusta causa e senza preavviso.

Quindi per questi gravi motivi il datore di lavoro può licenziare il lavoratore sottoposto a procedimento disciplinare, senza alcun preavviso.

Molti credono che in questo caso il lavoratore, avendo una responsabilità nel licenziamento, non abbia diritto alla Naspi. Non è così!

Il lavoratore nonostante un comportamento errato, non ha comunque la volontà di perdere il lavoro e restare disoccupato. La questione è stata chiarita dall'Inps che ha riconosciuto anche a questi tipi di lavoratori, la possibilità di richiedere la Naspi. Naturalmente se sussitono tutti gli altri requisiti indicati dalla legge.

Il licenziamento può avvenire per giusta causa, quando è la conseguenza di un grave comportamento disciplinare del dipendente, che vìola il contratto collettivo, la legge o il contratto individuale di lavoro.

Oppure il licenziamento può essere prettamente economico; quando la decisione viene presa per sopperire ad un aumento delle spese del datore di lavoro.

Licenziamento per giusta causa: il lavoratore può fare ricorso

Anche se un lavoratore subordinato è stato licenziato per giusta causa, può fare ricorso al datore di lavoro e presentare le sue giustificazioni entro cinque giorni dal licenziamento. Una volta lette le difese del lavoratore, il datore di lavoro procederà o meno al licenziamento.

Spetta il beneficio della Naspi quando si viene licenziati per giusta causa?

La Naspi spetta a tutti coloro i quali perdono il lavoro involontariamente. I tre requisiti indispensabili che bisogna rispettare sono:

  • perdita involontaria del lavoro dovuta a licenziamento, dimissioni per giusta causa o scadenza di un contratto a tempo determinato;

  • non spetta invece in caso di dimissioni volontarie e risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.

  • bisogna aver versato contributi all’Inps per almeno 13 settimane, nei 4 anni precedenti;

Il licenziamento per giusta causa, se ricorrono tutti gli altri requisiti che abbiamo elencato, dà diritto alla Naspi poiché si tratta comunque di perdita involontaria del lavoro.

Inoltre non dimentichiamo che il licenziamento per giusta causa può essere impugnato dinanzi al giudice del lavoro dal dipendente licenziato. Il giudizio può terminare anche con la reintegra del lavoratore al suo posto di lavoro.

Anche nel licenziamento per giusta causa non c’è la volontà del lavoratore di perdere il lavoro

Anche se nel caso del licenziamento per giusta causa è ovvio che una parte della responsabilità sia sulle spalle del lavoratore dipendente stesso, il quale ha tenuto una condotta sbagliata che ha portato il datore di lavoro ad avviare un procedimento disciplinare conclusosi con il licenziamento, quest'ultimo è comunque un evento involontario per il lavoratore e dunque, se ci sono tutti gli altri requisiti, anche questo lavoratore che viene licenziato per giusta causa può richiedere e ottenere il beneficio della Naspi.

Anche se il lavoratore dipendente abbia tenuto un comportamento disciplinarmente rilevante a tal punto da portare il datore di lavoro a licenziarlo, non significa che lui volesse essere licenziato; ecco perché può richiedere la Naspi, secondo il nostro ordinamento e secondo l'Inps.

Oltre a chi viene licenziato, possono richiedere la Naspi anche questi altri lavoratori:

  • Lavoratori che hanno chiesto le dimissioni per una giusta causa;

  • Donne che si sono dimesse durante la maternità;

  • Apprendisti ai quali è scaduto il contratto;

  • Dipendenti a tempo determinato che lavorano nella pubblica amministrazione.

In cosa consiste la Naspi?

La Naspi consisterà in un assegno mensile bonificato dall'Inps, calcolato secondo una formula e basandosi sulle retribuzioni degli ultimi 4 anni.

Il disoccupato avrà diritto all'indennità per la metà delle settimane lavorate, ma per un periodo mai superiore a 24 mesi.

L'importo mensile, adeguato annualmente secondo le statistiche Istat, per questo 2022 non potrà superare €1335,40 euro al mese.

Il calcolo Naspi può essere effettuato direttamente dal soggetto sul sito ufficiale Inps ed entrando con il proprio Spid nell'area riservata MyInps.

Cliccando su Naspi e accedi al servizio, si può ottenere il calcolo preciso dell'indennità di disoccupazione che si riceverà nei mesi successivi.