Auto UE, l’ottimismo sui dazi vince sui dati di un giugno disastroso
pubblicato:La speranza dei mercati è che dal 25% attuale le tariffe Usa scendano al 15%, intanto escono i dati sulle vendite in Europa che a giugno sono molto deboli

In tarda mattina l’ampio benchmark dell’EURO STOXX Automobiles & Parts segna un rialzo dell’1,04% e conferma l’ottimismo dei mercati su un’intesa commerciale con gli Stati Uniti scavalcando anche i dati terribili sulle immatricolazioni di auto a giugno in Europa, quando il mercato ha perso nel mese il 7,3% e si sono registrati cali a doppia cifra delle immatricolazioni tra big come Stellantis.
Auto UE, anche il 15% sarebbe meglio di adesso
Un’intesa sui dazi, che attualmente sono al 25% sulle auto d’importazione negli Stati Uniti, è quindi fondamentale. D'altronde di recente la stessa americanissima General Motors ha richiarato di aver registrato un impatto da 1,1 miliardi di dollari dai nuovi dazi su auto e componenti importati nel secondo trimestre. Lo si è visto già ieri, quando l’accordo degli States con il Giappone su dazi del 15% aveva spinto a corposi rialzi tutto il settore globale delle quattro ruote.
Ora i mercati scommettono su un’intesa simile anche con l’Europa e poco male se le indiscrezioni sulle proposte di Washington parlano di una tariffa asimmetrica comunque molto più pesante, il 15% alle merci UE in ingresso negli Stati Uniti e non più del 5% sui beni Usa d’importazione nel Vecchio Continente.
Per l’Europa il dazio è doppio, visto il rincaro a doppia cifra dell’euro sul dollaro.
Cerved ha stimato che dazi del 15% potrebbero pesare per oltre 8 miliardi sulle imprese italiane, una simulazione del Centro Studi di Confindustria riportata stamane dal Sole 24 Ore ipotizza con dazi al 15% la perdita di 22,42 miliardi di euro di beni esportati negli States dall’Italia, soprattutto macchinari e apparecchi, ma anche farmaci, beni manifatturieri e alimentari.
Il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic avrebbe già messo sul tavolo degli ambasciatori permanenti europei del Coreper un’intesa al 15% con Washington, il suo omologo Usa Howard Lutnick ha confermato che l’intesa con il Giappone potrebbe essere anche un modello quella con l’Europa.
I dettagli sono importanti, il livello di eventuali dazi su semiconduttori, farmaci, sulle auto oggi colpite con il 25%, sull’acciaio o l’alluminio oggi ‘daziati’ al 50%, sono tutti aspetti chiave di un’eventuale intesa, mentre l’Europa prepara anche contromisure su un terzo delle importazioni dagli Stati Uniti, beni per 92 miliardi di euro. Nel caso in cui l’accordo non si trovasse.
Auto UE, Volkswagen sull'altalena dopo un avvio brillante
I segnali arrivano da più fronti. In queste ore Volkswagen guadagna lo 0,15% a Francoforte e si riporta a 95,66 euro, ma sulla scorta dell’ottimismo sui dazi in avvio aveva toccato un massimo a 97,28 euro ad azione.
In contemporanea sono arrivati i dati sulle vendite di auto in Europa a giugno. Numeri ancora deludenti che rischiano di puntare a una ulteriore crisi strutturale delle quattro ruote UE.
Il mercato nel suo complesso ha perso nel mese il 7,3% a poco più di 1 milione di auto. Nello stesso periodo Volkswagen ha segnato un calo delle immatricolazioni del 7,8% a 270 mila vetture circa con un +9,9% delle Skoda, ma un -12,3% di immatricolazioni del brand della casa madre.
Il mercato tedesco a giugno si è contratto del 13,8% ad appena 256 mila auto, quello francese ha perso il 6,7% a 169 mila auto e quello italiano è crollato del 17,4% a 132 mila macchine immatricolate. Solo il mercato spagnolo tra i grandi segna un altro bel mese con un +15,2% a 119 mila vetture.
Il saldo dei 6 mesi è negativo per l’Europa: immatricolazioni -1,9% a 5,57 milioni.
Nei sei mesi Volkswagen registra ancora un timido rialzo del 2,3% delle immatricolazioni, ma Stellantis è in calo dell’11,1% a meno di un milione di auto e flettono anche Toyota e Hyundai che l’anno scorso erano andate bene. Renault tiene con un +5% semestrale di immatricolazioni, ma a giugno ha fatto -0,5%
Le performance dell’Euro Stoxx Automobiles & Parts (+1,04% appunto) potrebbero inoltre peccare di ottimismo visto che oltre il 25% del paniere è fatto dalle azioni di Ferrari (+0,86%) che è una bellissima storia tra lusso e automotive, ma è una storia un po’ a sé.
Auto UE, incertezze sulla componentistica elettronica
Dalla componentistica, in particolare da quella elettronica giungono nuovi segnali preoccupanti. I cali a doppia cifra odierni di Stmicroelectronics dopo i dati vengono anche dall’automotive il cui book-to-bill (rapporto ordini su fatturato, che indica se le prospettive sono positive per il giro d’affari) è rimasto sotto la parità nel secondo trimestre.
Ad aprile i manager di Texas Instruments avevano detto di aspettarsi un rimbalzo della domanda di chip dall’automotive nella seconda metà di quest’anno. Quando ieri alla recente presentazione di dati che pure erano in forte crescita i manager della società di Dallas hanno raffreddato gli entusiasmi, tornando sui timori dei dazi, il mercato ha venduto violentemente le azioni di Texas Instruments costringendola a un ribasso a doppia cifra a Wall Street e trasmettendo un sentiment negativo al settore globale dei seminconduttori.
Per STM oggi è di nuovo una giornata terribile dopo la prima perdita in un decennio, ma per l’auto in generale prevale stamane qualche speranza.