LVMH reagisce bene a risultati in calo
pubblicato:Il gruppo ha ridotto gli utili del 22%, ma ha aumentato il free cash flow operativo di oltre del 29% e tagliato il debito. In un contesto di scarsa visibilità solidità e fiducia sulla qualità sono le parole d’ordine

Lusso e moda all’attenzione in Europa e nel mondo con l’uscita delle trimestrali, mentre le incertezze sul dossier chiave dei dazi mostrano nuovi segnali sui dati.
LVMH, risultati in calo nella prima metà del 2025
Il colosso del lusso LVMH in queste ore segna a Parigi un balzo del 3,47% a 486,5 euro dopo aver pubblicato una semestrale che registra un calo dei ricavi del 4% a 39,81 miliardi e un crollo dell’utile netto del 22% a 5,698 miliardi di euro.
Male il giro d’affari delle divisioni chiave Fashion & Leather (-8% reported dei ricavi a 19,11 mld ); ancora male la BU Wines & Spirits (-8% a 2,59 mld) sotto osservazione di recente per le voci di un possibile scorporo.
A vini e liquori le tensioni sul mercato statunitense da un lato e sulla domanda asiatica dall’altro hanno fatto molto male negli ultimi mesi.
Il Financial Times ha affermato che Moet Hennessy, dove il colosso del lusso di casa Arnault concentra marchi come Dom Perignon o Veuve Clicquot, sta per tagliare circa 1.200 posti di lavoro, il 10% più o meno degli addetti.
Gli analisti di Bernstein hanno ipotizzato la cessione diretta delle quote del Wine & Spirit, ossia la distribuzione delle loro azioni ai soci in uno scorporo (manovra inusuale nella galassia LVMH), o la vendita della maggioranza a Diageo che ne controlla già un terzo.
Un’alternativa sarebbe la quotazione di Sephora, il business da oltre 700 profumerie al dettaglio un po’ scollegato dal resto, ma in crescita per ricavi e margini.
Al contrario la divisione Wines & Spirits, oltre al calo del giro d’affari, registra nella prima metà di quest’anno una flessione del 33% dell’utile operativo ordinario a 524 milioni di euro.
Sul fronte della redditività operativa non è andata bene neanche con moda e pelle che hanno perso il 18% tornando a 6,63 miliardi di euro.
Però LVMH segnala margini operativi ancora elevati e una buona tenuta della domanda locale, parliamo di brand colossali come Christian Dior, Fendi, Celine, Loro Piana.
LVMH, il free cash flow operativo balza oltre i 4 miliardi e il debito cala
LVMH ha però mostrato anche segnali di solidità molto importanti e che in ultima analisi il mercato in queste ore premia.
Il gruppo è infatti riuscito ad aumentare del 29% il free cash flow operativo a oltre 4 miliardi di euro, nonostante il calo del risultato operativo.
C’è riuscito, tra l’altro, agendo sulla variazione del capitale circolante netto e comprimendo gli investimenti operativi.
Il colosso ha così potuto dare una sforbiciata del 16% al debito finanziario netto che è sceso a 10,17 miliardi di euro (a fronte di un’equity da 66,87 mld).
Anche il confronto con un 2024 di crescita non ha reso facili le cose, ma il gruppo può ribadire la propria solidità nonostante il contesto sfidante.
Per il prossimo futuro anzi LVMH ribadisce la fiducia sulla qualità dei suoi brand e sulla loro capacità di attrarre ancora i clienti. Dai massimi del marzo 2024 il titolo di questo colosso del lusso ha perso circa la metà del proprio valore, sono decine di miliardi per una società che capitalizza circa 240 miliardi di euro, ossia poco meno di venti volte gli utili contro una media di circa 30x per il settore nello Stoxx Europe Luxury 10.