NASpI: ecco i casi in cui l'indennità di disoccupazione va restituita all'INPS e come

di Valentina Zappalà pubblicato:
3 min

Quali sono i casi in cui è prevista la restituzione NASpI all'INPS? Come avviare la procedura per tale restituzione? A questi interrogativi cercheremo di rispondere in questo articolo, dove analizzeremo la casistica che comporta una decadenza dell'indennità di disoccupazione.

NASpI: ecco i casi in cui l'indennità di disoccupazione va restituita all'INPS e come

La NASpI, acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è la misura che, dalla sua introduzione mediante DL 22/2015 viene concessa come indennità mensile di disoccupazione. Questa fondamentale indennità, tuttavia, può essere soggetta a revoche e sospensioni.

Difatti, ci sono svariati casi in cui è prevista la restituzione NASpI all’INPS. In questo articolo ce ne occuperemo, non solo individuando questi casi specifici, ma anche approfondendo le modalità di restituzione NASpI all’INPS.

Restituzione NASpI all’INPS: in quali casi

I casi di restituzione NASpI all’INPS sono vari. Innanzitutto, nel momento in cui un percettore perde il suo stato di disoccupazione, è ovvio che l’indennità non gli spetterà più.

In secondo luogo, nel caso in cui un titolare di NASpI dovesse avviare un’attività di lavoro subordinato autonomo, è necessario effettuare una tempestiva comunicazione all’INPS. Questo perché ogni variazione del proprio status deve essere comunicata dai titolari di NASpI all’Istituto.

L’INPS provvederà ad una verifica del reddito annuo presunto. Nel caso in cui questo sia inferiore agli 8.145 euro, si potrà continuare a percepire l’indennità di disoccupazione.

Per redditi presunti più alti, la NASpI decade e, in caso di mancata comunicazione, si dovrà provvedere a restituirla.

Cogliamo l’occasione per ricordare che, nel caso in cui si incorra a cessazione anticipata del nuovo rapporto di lavoro, si può richiedere nuovamente l’indennità.

Sarà però necessario effettuare una nuova domanda, in quanto la precedente prestazione risulterà decaduta e non potrà essere ripristinata.

Ulteriore caso che può comportare l’obbligo di restituzione NASpI all’INPS riguarda il raggiungimento dei requisiti previsti per ottenere un trattamento pensionistico (sia anticipato che di vecchiaia).

Ultimo, ma non meno importante, caso che comporta la sospensione ed il conseguente obbligo di restituire la NASpI all’Istituto riguarda i progetti di riqualificazione lavorativa.

Ogni percettore ha infatti l’obbligo di partecipare alle attività formative e di riqualificazione promosse dai Centri per l’Impiego. Nel caso di mancata partecipazione a tali attività, il diritto alla percezione dell’indennità decade.

Così come decade nei casi in cui il percettore dovesse rifiutare un’offerta di lavoro che, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, viene indicata come congrua.

Come restituire NASpI non dovuta all’INPS: ecco la procedura da avviare

Per tutti i casi analizzati, la restituzione NASpI all’INPS è prevista a partire dal momento in cui la situazione che causa la perdita del beneficio viene a registrarsi.

È a partire da questo momento che ogni importo successivo e relativo all’indennità di disoccupazione va tassativamente restituito all’Istituto.

La procedura da avviare per la restituzione NASpI all’INPS, comunque, è abbastanza semplice. Basta utilizzare il modello ufficiale, ossia il modello NASpI-COM.

Si tratta del modello, reperibile sul sito ufficiale INPS, che deve essere utilizzato non solo per la restituzione. Viene infatti utilizzato anche in tutti i casi in cui sia necessario comunicare variazioni della propria condizione da parte del percettore dell’indennità di disoccupazione.