Nexi non rimbalza, all'attenzione diversi casi in uno scenario di rapida evoluzione

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Il consolidamento di Numia potrebbe essere una sfida importante, ma oggi pesano anche i rumors sul rinvio della partnership con Sabadell e altro ancora

Nexi non rimbalza, all'attenzione diversi casi in uno scenario di rapida evoluzione

Avvio di ottava difficile per Nexi, che non mette a segno lo sperato rimbalzo di molti degli altri titoli di Piazza Affari e segna nel primo pomeriggio un altro calo dell'1,13%

Non dà sollievo al titolo la notizia pur importante della nuova piattaforma di digital banking Nova fondata con un partner di rango come Engineering.

Nexi, si rafforza la concorrenza

Il mercato sembra invece concentrarsi altrove. Per esempio sulla notizia lanciata da MF sabato e ripresa dal Corriere della Sera domenica che si starebbe per consolidare un terzo formidabile protagonista dei pagamenti digitali in Italia, Numia, la ex BCC Pay. 

Lo step decisivo sarebbe l’ingresso ufficiale di Banco BPM con il 28,6% accanto a FSI (43%) e Iccrea Banca (28,6%).

Sarebbe il secondo operatore nazionale dopo Nexi con il 10% della monetica, 9 milioni di carte, 400 mila POS e 110 miliardi di transato, secondo i calcoli del Corriere.

L’operazione dovrebbe concludersi tra questa estate e l’autunno (poche settimane per MF, dopo l’estate per il Corriere). Ma - come ricostruisce MF- è il punto di arrivo un percorso avviato dalla guida di FSI Maurizio Tamagnini da tempo: la creazione di un polo dei pagamenti digitali che intercetti la nuova richiesta di partnership e competenze specializzate in arrivo dalle banche. In altri termini Numia sarebbe il terzo protagonista dei pagamenti digitali con Nexi e Worldline che finora si sono divise un mercato molto competitivo e in continua evoluzione.

Per Nexi insomma potrebbe arrivare nuova concorrenza, ma va ricordato anche che i rapporti nel settore sono estremamente complessi e articolati.

Basti pensare che ad aprile la stessa Nexi ha siglato un contratto pluriennale con Bancomat che fornirà al colosso delle carte una nuova infrastruttura tecnologica centralizzata.
Bancomat ha appena registrato l’investimento da 75 milioni proprio del fondo FSI che ha completato l’ingresso nel capitale con il 42,9% che ne fa il primo socio davanti a banche come Intesa, Iccrea, Banco BPM e Bper. I piani della nuova piattaforma digitale con Nexi sono stati però confermati dal nuovo amministratore delegato di Bancomat Fabrizio Burlando.

Sicuramente però tutte queste contiguità dovranno però generare dei chiarimenti industriali in futuro.

Nexi, i rumors sullo stop in Spagna del Sabadell

Importante poi su Nexi evidenziare anche le indiscrezioni riportate da Reuters venerdì a mercato chiuso: il Banco Sabadell, nell’ambito della contrastata offerta ostile da oltre 12 miliardi di euro giunta dal BBVA, avrebbe deciso di rinviare il completamento della vendita del business del merchant acquiring alla stessa Nexi. Il merchant acquiring è una delle attività principali di Nexi, si tratta in pratica delle transazioni digitali fatte con i POS nei punti commerciali.

L’operazione, annunciata a alla fine del febbraio 2023, rappresenta per Nexi l’ingresso strategico nel mercato spagnolo. Prevede che Nexi compri l’80% di PayComet, la divisione ad hoc scorporata dal Sabadell e valutata 350 milioni di euro in termini di enterprise value. Per Nexi quindi è previsto un pagamento in contanti di 280 milioni di euro, ma in cambio la società guidata dal CEO Paolo Bertoluzzo dovrebbe acquisire 380 punti commerciali con un volume di transazioni stimato in 48 miliardi di euro alla fine del 2022. L’EBITDA di PayComet era stimato all’annuncio in circa 30 milioni di euro con un EV/EBITDA implicito sulle stime per il 2023 di 11,5x

A fare un calcolo approssimativo, da PayComet potrebbe giungere un ebitda di 24 milioni per Nexi, a fronte dei ben 361,7 mln dell’EBITDA totale del gruppo italiano soltanto nel primo trimestre. Quindi l'operazione pesa più per il valore dell'ingresso strategico in Spagna assieme a una delle maggiori banche locali che per i volumi dell’operazione in sé.

Nexi, i target e il buyback non scaldano i corsi

Quella in Spagna è comunque un’operazione rilevante per il gruppo. Il bilancio 2023 di Nexi la inserisce tra i deal strategici dell'anno insieme all’acquisizione del merchant acquiring della PBZ Bank controllata in Croazia da Intesa, al raggiungimento del controllo congiunto con il 30% di capitale di Computop Paygate GmbH (e-commerce tedesco), alla cessione dell’eID (soluzioni di identità digitale), all’acquisizione a fine anno del merchant acquiring di Sparkasse e Civibank.

Più di recente si potrebbe aggiungere l’accordo di Nexi con la Compass di Mediobanca sui servizi di buy-now-pay-later, servizi che coprono soltanto in Italia qualcosa come 3,5 miliardi di euro di transazioni l’anno scorso (+81%). In pratica la piattaforma dell’e-commerce di Nexi XPay dovrebbe integrare la Pagolight che per Compass svolge il servizio.

La neonata Nova, appena annunciata al mercato da Nexi ed Engineering, fornirà invece soluzioni alle banche per nuovi servizi alle imprese, per un “digital corporate banking” che offra una piattaforma unica sia per le grandi imprese, che per le piccole.

Tutte operazioni che confermano l’attivismo del gruppo Nexi in questa fase, nonostante il titolo continui a soffrire in Borsa e fatichi a recuperare valore sui listini.

Lo scorso 9 maggio il gruppo ha comunicato risultati trimestrali in crescita, ha confermato la guidance 2024 e ha lanciato un ricco buyback da ben 500 milioni di euro. Il titolo ha fatto un balzo del 6,4% in Borsa molto vicino al valore del buyback sul mercato. Ma con i ribassi della scorsa settimana e di oggi si ritorna in pratica al punto di partenza e in molti si chiedono se il titolo non sia a questo punto sottovalutato.

La guidance per il 2024 di Nexi prevede una crescita dei ricavi mid-single digit, un incremento del 5% proietterebbe il giro d’affari a 3,53 miliardi circa. Per l’ebitda è attesa una crescita maggiore, “mid-to-high” single digit, ossia tra il 4% e il 9% che nel punto medio implicherebbe una crescita del 6,5% a 1,865 miliardi di euro. Il gruppo ha anche ribadito un excess cash generation di oltre 700 milioni di euro che dovrebbero diventare un miliardo nel 2026. Altro importante obiettivo è quello della leva finanziaria netta in calo sotto multiplo di 2,9 volte l’EBITDA (incluse operazioni di M&A già annunciate ed effetti del buyback, perché senza si sarebbe al 2,6x su base organica). A fine marzo la PFN da 5,035 miliardi di euro comportava una leva finanziaria netta di 2,8x.

Ma sono numeri sottoposti alla pressione di un’evoluzione continua dello scenario di riferimento. Di certo il settore dei pagamenti digitali in cui opera Nexi sta rapidamente evolvendo nell’ambito di una più generale evoluzione digitale dei servizi finanziari che probabilmente è soltanto all’inizio. Senza dubbio le novità da qua alla fine dell’anno non mancheranno.