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Oro: cosa sta succedendo al bene rifugio per eccellenza?

di Enrico Danna pubblicato:
3 min

Il recente andamento del bene rifugio per eccellenza, l'Oro, non fa dormire sonni tranquilli a chi vi ha investito. Cosa sta accadendo? Vediamolo nel dettaglio

Oro: cosa sta succedendo al bene rifugio per eccellenza?

L’oro è il bene rifugio per eccellenza, quello a cui gli investitori si aggrappano nei momenti di forte tensione, incertezza e volatilità dei mercati.

Insomma, il metallo giallo rappresenta un porto sicuro, un’ancora di salvezza alla quale fare riferimento quando le cose non vanno proprio bene. Inoltre può considerarsi una interessante opportunità di diversificazione all’interno del proprio portafoglio finanziario.

Eppure, in questi ultimi mesi, chi ha investito nell’oro, non ha dormito proprio sonni tranquilli.

Oro: sei mesi da incubo

Gli ultimi sei mesi non sono stati proprio entusiasmanti né per le quotazioni dell’oro né, tanto meno, per coloro che lo hanno comprato pensando a guadagni facili ed immediati. Perché, se è vero che l’acquisto di un cosiddetto bene rifugio dovrebbe essere effettuato con una ottica di medio o lungo periodo, è altrettanto vero che, l’investitore medio pensa nel profondo della sua anima, di poter fare l’affare nell’immediato.

Cosa è successo esattamente nell’anno in corso e, nello specifico negli ultimi 180 giorni circa? Partiamo dal mese di marzo quando la quotazione dell’oro ha raggiunto il prezzo di riferimento di 2.050 dollari l’oncia. Da allora, è iniziata la discesa che ha portato la quotazione a raggiungere il livello di 1.636 dollari l’oncia il 27 settembre scorso. In termini percentuali, si tratta di una variazione negativa superiore al 20%.

Il tutto mentre i mercati azionari hanno continuato ad avere un andamento altalenante ma comunque negativo. Dunque, non vi è stata nessuna inversione di tendenza a livello generale che possa giustificare, in prima battuta, questo andamento col segno meno.

A parte un fisiologico storno che è da considerarsi normale, dopo un periodo di crescita costante che ha portato la quotazione dai 1.250 dollari l’oncia circa ai livelli attuali, esistono sicuramente delle motivazioni che hanno portato a questa fase di decremento.

Oro: quali le motivazioni del semestre nero?

La politica aggressiva delle Banche Centrali in merito all’incremento dei tassi di interesse sul mercato al fine di fronteggiare l’inflazione galoppante, non aiuta certamente la crescita (per non dire la tenuta) delle quotazioni dell’oro. Anzi, è esattamente il contrario.

Al fine di poter invertire la rotta, infatti, occorrerà probabilmente attendere una inversione di tendenza, ovvero un approccio più morbido da parte delle autorità monetarie. Dire quando questo potrà avvenire è piuttosto complicato, anche perché le spirali inflazionistiche sono ben lungi dall’essere sedate. C’è però da considerare la possibilità che le politiche restrittive determino una fase di recessione che costringa le banche centrali a rivedere la politica in materia dei tassi di interesse.

Ecco, una riduzione degli stessi, potrebbe avere ripercussioni decisamente favorevoli sulla ripresa delle quotazioni dell’oro. Va poi considerato il fatto che l’andamento dell’oro è antitetico rispetto a quello del dollaro. Ergo, un biglietto verde forte come quello attuale, attrae e dirotta su di sé tutte le attenzioni, a discapito di altre forme di investimento.

Dunque perché una riduzione dei tassi, un dollaro meno appetibile, sono due condizioni plausibili affinché si verifichi l’inversione della rotta. Persistendo l’attuale congiuntura, è possibile che le quotazioni dell’oro persistano nella loro condizione di volatilità senza avviare un processo di risalita duraturo verso la ripresa di quel valore (2.050 $ oncia) toccato nel marzo del corrente anno.

La situazione va comunque monitorata attentamente perché è nei momenti di debolezza di un settore che si possono costruire le basi per un futuro radioso.