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Pensioni INPS, cedolino più ricco ad ottobre: a chi spettano le maggiorazioni di fine anno

di Valentina Zappalà pubblicato:
3 min

Novità in arrivo a ottobre per le pensioni INPS: i pensionati italiani potranno contare su un nuovo aumento, che verrà mantenuto fino a fine anno. Tuttavia, non tutti i cedolini saranno purtroppo interessati dalle maggiorazioni. Ecco chi potrà averle.

Pensioni INPS, cedolino più ricco ad ottobre: a chi spettano le maggiorazioni di fine anno

A partire dal prossimo mese di ottobre 2022, i pensionati italiani potranno contare su nuovi aumenti che riguarderanno le pensioni INPS. L’Istituto ha infatti annunciato alcuni ritocchi ai cedolini, che non riguarderanno solamente le pensioni del prossimo mese.

Grazie a quanto disposto dal Decreto Aiuti Bis, nello specifico all’Art. 21, sono infatti stati previsti degli interventi che garantiranno delle maggiorazioni per gli ultimi tre mesi del 2022.

La maggiorazione, dunque, prenderà avvio a ottobre, ma verrà mantenuta anche a novembre e dicembre, per aiutare i pensionati italiani a fronteggiare l’inflazione.

Si tratta di un aumento che anticipa la rivalutazione prevista a inizio 2023 che, tenendo conto del tasso dell’inflazione, dovrebbe addirittura superare l’8%.

Pensioni INPS, cedolino più ricco ad ottobre: a chi spettano le maggiorazioni di fine anno

Secondo quanto disposto dal Decreto Aiuti Bis, la maggiorazione delle pensioni INPS che interesserà i pensionati italiani, sfortunatamente, non interesserà tutti i percettori.

Potranno infatti contare sull’aumento solamente i percettori titolari di trattamento pensionistico che non superi i 35.000 euro lordi annui.

In altre parole, le maggiorazioni di fine anno riguarderanno solamente le pensioni non superiori ai 2.692 euro mensili.

Secondo quanto dichiarato dall’INPS, potranno contare sull’aumento delle pensioni per gli ultimi tre mesi dell’anno anche i pensionati ex INPDAP. Ovviamente, purché il trattamento pensionistico non superi le cifre appena analizzate.

Pensioni INPS ottobre 2022: a quanto ammonta l’aumento

Occupiamoci, adesso, dell’importo esatto dell’aumento sulle pensioni INPS di ottobre, previsto grazie al DL Aiuti Bis.

Nella notizia ufficiale, riportata sul sito ufficiale dell’Istituto e datata 27 settembre 2022, si parla di

“un incremento di due punti percentuali del trattamento pensionistico lordo complessivo in pagamento”.

Detto altrimenti, la maggiorazione prevista sarà pari al 2% del trattamento attualmente percepito. L’aumento verrà concesso in forma di rivalutazione del trattamento pensionistico e, considerato il fatto che dipende dall’importo della pensione percepita, non sarà uguale per tutti.

L’aumento delle pensioni INPS potrà andare da un minimo di 10,50 euro ad un massimo di 52. La maggiorazione inferiore riguarderà le pensioni minime, con importo mensile pari a 524,34 euro.

Per i cedolini più alti, ovviamente, l’importo della maggiorazione salirà: per calcolarlo, basta considerare il 2% della pensione attualmente percepita.

Le maggiorazioni più elevate, in sostanza, riguarderanno le pensioni più alte, che però non potranno superare i 2.692 euro. Cedolini mensili più elevati non daranno diritto alla maggiorazione.

Maxi rivalutazione prevista per il prossimo anno

L’incremento delle pensioni INPS si protrarrà fino alla fine dell'anno. Ricordiamo, tra l’altro, ai lettori interessati che, per il mese di novembre 2022, è previsto un ulteriore aumento. Si avrà infatti un incremento dello 0,2% grazie all’anticipo del conguaglio della perequazione anno 2021, da sommare all’aumento previsto dal DL Aiuti Bis.

A dicembre, invece, l’aumento si sommerà alla tredicesima mensilità.

Le maggiorazioni di fine anno sono riconosciute in via transitoria: come accennato in apertura, siamo in attesa del cosiddetto maxi-aumento che interesserà le pensioni INPS a partire dal 2023.

La rivalutazione del prossimo gennaio dovrà tenere conto del tasso d’inflazione, che andrà accertato dall’INPS. Sebbene non si abbiano ancora informazioni esatte in merito, la rivalutazione potrebbe addirittura superare l’8% e non terrà conto dell’importo percepito dal pensionato.

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