Pensioni statali, verso l’uscita a 70 anni con la Manovra 2025

di Alessia Seminara pubblicato:
3 min

Spunta una possibile novità per le pensioni statali da inserire in Manovra 2025: si potrà lasciare il lavoro a 70. Ecco come funziona la proposta.

Pensioni statali, verso l’uscita a 70 anni con la Manovra 2025

Novità in arrivo per i lavoratori del settore pubblico con la Manovra 2025. Il Governo attualmente in carica sta infatti studiando diverse modifiche al settore, che riguarderanno soprattutto coloro che, nei prossimi anni, intendono lasciare il mondo del lavoro per accedere al trattamento pensionistico. Il Ministro per la Pubblica Amministrazione Zangrillo è recentemente intervenuto sull’argomento, rivelando che, all’interno della prossima Legge di Bilancio, potrebbe essere inserita una novità che consentirà ai lavoratori della PA di spostare l’accesso alle pensioni statali al compimento dei 70 anni.

Pensioni statali, verso l’uscita a 70 anni con la Manovra 2025

Quale sarà esattamente il volto della Riforma Pensioni 2025, attualmente molto attesa, non è ancora chiaro. Si parlava di una possibile abolizione del meccanismo delle Quote, che però probabilmente non si concretizzerà.

Si è proposta poi una Quota 41 per tutti, ma anche questa ipotesi sembra inapplicabile.

Al momento la discussione è ancora aperta, e spunta una nuova ipotesi, che riguarderà solamente i dipendenti pubblici. Come recentemente annunciato dal Ministro Zangrillo, il Governo sarebbe attualmente al lavoro per studiare una misura che consenta ai dipendenti della PA di lasciare il lavoro a 70 anni.

Dunque, anche una volta raggiunta l’età pensionabile, i dipendenti pubblici potranno decidere di continuare a lavorare. Questo è uno dei punti fondamentali della novità: si tratterà infatti di un’opzione su base volontaria.

Una volta raggiunta l’età pensionabile, il dipendente della Pubblica Amministrazione potrà decidere se restare al lavoro fino a 70 anni. Gli verranno attribuite attività quali affiancamento dei neoassunti o di tutoraggio.

Pensioni statali, i dati della Pubblica Amministrazione

Al momento, non si conoscono altri dettagli in merito a questa modifica alle pensioni statali, che potrebbero convincere molti dipendenti pubblici a lasciare dopo il mondo del lavoro.

Ciò che è noto, invece, è che il settore della Pubblica Amministrazione sta vivendo un momento di crisi.

Ad oggi, l’età media dei dipendenti statali è di 49,5 anni e, anche se nel 2021 era ancora più alta (all’epoca si parlava di un’età media di 51 anni e tre mesi), si tratta di dati ancora insoddisfacenti. Soprattutto se ripensiamo al 2009, quando in piena crisi economica tale età era, in media, di “soli” 43 anni.

La PA, inoltre, vive una crisi in merito al reperimento di profili specializzati in discipline STEM. Per tale ragione, l’esecutivo si trova quasi costretto a dover spostare, su base volontaria, l’età di accesso alle pensioni statali.

Le novità riguarderanno ogni settore: anche chi lavora nel Comparto Difesa che, ad oggi, lascia il lavoro a 60 anni, potrà accedere ad attività di tutoraggio continuando a lavorare fino al compimento dei 70 anni.

Grazie alle figure esperte che si occuperanno di attività di tutoraggio, sarà possibile assumere un numero più elevato di nuovi giovani.

La protesta dei sindacati

In cambio, chi accederà alle pensioni statali a 70 anni otterrà ovviamente un vantaggio: un cedolino pensione più alto.

L’idea, però, sembra non aver trovato il consenso da parte dei sindacati, secondo i quali quella di accedere alla pensione più tardi sarà per molti una scelta obbligata.

Per evitare un cedolino troppo basso, quindi, in molti potrebbero trovarsi letteralmente obbligati ad optare per questa novità.

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