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Si può lavorare senza P.Iva? Sì, con la prestazione occasionale!

di FTA Online News pubblicato:
4 min

La prestazione occasionale è un tipo di lavoro che il prestatore effettua nei confronti di un utilizzatore (il datore di lavoro) in modo saltuario e non continuativo. Si può svolgere senza partita Iva e senza contratto di lavoro subordinato. La normativa pone dei limiti sui lavori da svolgere e sui compensi. Scopriamo i dettagli nell'articolo.

Si può lavorare senza P.Iva? Sì, con la prestazione occasionale!

Molti si chiedono se per lavorare saltuariamente sia necessario obbligatoriamente aprirsi una partita Iva o lavorare come lavoratore subordinato. La risposta è No. Il nostro ordinamento permette sia la prestazione occasionale, che vedremo in questo articolo, sia il lavoro autonomo occasionale (che vedremo in un prossimo articolo).

La prestazione occasionale si concretizza quando un lavoratore presta la sua opera nei confronti di un un datore di lavoro in modo occasionale e saltuario. La caratteristica principale di questo lavoro, infatti, è la non regolarità e l'eccezionalità della prestazione.

La normativa, affinché vengano raggiunti questi obbiettivi, ha stabilito dei vincoli reddituali, riguardanti i compensi che si possono ottenere con la prestazione occasionale. Questi limiti non possono essere superati. Entriamo nei dettagli.

Che cos'è la prestazione occasionale?

La prestazione occasione è una prestazione d'opera che avviene in modo non continuativo, ma saltuario. Non ci deve essere carattere di regolarità, deve avvenire entro i limiti fissati dalla normativa del 2021.

La normativa di riferimento è: Legge 21 giugno 2017, n. 96, modifiche apportate con D.L. 12 luglio 2018, n. 87, poi convertito in Legge 96/2018.

Secondo questa normativa appena elencata, come abbiamo accennato prima, la prestazione occasionale è un tipo di lavoro saltuario che un lavoratore può instaurare non solo con un datore di lavoro, ma anche con più di uno.

Il limite economico di introiti annuali che non si può in nessun caso superare è di 5.000 euro netti. Ma questa somma scende alla metà, ovvero a 2.500 euro se il lavoratore invece di prestare la sua opera a più datori di lavoro, la presta ad un unico e solo datore di lavoro.

Qual è la differenza tra prestazione occasionale e Libretto di Famiglia?

Il Libretto di Famiglia comprende in sé tutte quelle prestazioni che non hanno nulla a che vedere con l'attività d'impresa o professionale (queste, infatti, sono disciplinate dal lavoro autonomo occasionale ex. articolo 2222 C. Civile, che vedremo in un prossimo articolo).

Se dunque escludiamo tutte le attività d'impresa o professionali, restano le attività domestiche come: fare le pulizie, fare la baby sitter, sempre all'interno del limite invalicabile dei 5.000 euro annui. Il Libretto famiglia può essere usato non solo per queste attività domestiche, ma anche dalle società sportive per pagare, per esempio, le prestazioni negli stadi degli steward.

Il contratto di prestazione occasionale, a differenza del libretto di famiglia innanzitutto fuoriesce dal contesto della famiglia e può riguardare qualsiasi prestazione d'opera (saltuaria) prestata a favore di un datore di lavoro che possiede una micro-impresa con non più di 5 dipendenti a tempo indeterminato.

La prestazione occasionale può essere svolta anche a favore di un'amministrazione pubblica

In questo caso un contratto del genere può essere attivato solo in situazioni specifiche ed eccezionali, come:

povertà del soggetto; disabilità; detenzione; tossicodipendenza; godimento di ammortizzatori sociali. Oppure le amministrazioni pubbliche possono ricorrere alla prestazione occasionale in situazioni di emergenza come: calamità naturali; solidarietà; manifestazioni.

Quali sono i limiti dei compensi nelle prestazioni occasionali?

Come abbiamo anticipato la prestazione occasionale è tale perché non è regolare, continuativa, ma saltuaria ed eccezionale e, come tale, non dovrebbe permettere di ricevere introiti molto alti.

Per questo la legge ha imposto dei limiti economici invalicabili, che sono i seguenti:

Il prestatore d'opera occasionale che lavora per più datori di lavoro, non potrà superare i 5 mila euro di introiti annuali; Il prestatore d'opera occasionale che lavora per un solo datore di lavoro, non potrà superare i 2.500 euro di introiti annuali.

L'importo annuale degli introiti può essere eccezionalmente di 6.666 euro, solo nei seguenti casi: nel caso in cui i prestatori siano pensionati; nel caso in cui si tratti di studenti under 25; nel caso in cui si tratti di disoccupati o di beneficiari di misure di sostegno al reddito.

Prestazione occasionale: i compensi del lavoratore sono tassati?

I compensi dei prestatori occasionali non sono tassati, non incidono in alcun modo sullo stato di disoccupato (quindi se si percepisce la Naspi, si può continuare a percepire senza dover comunicare nulla all'Inps) e sono computabili ai fini della somma di reddito da raggiungere per chi ha necessità del permesso di soggiorno.

La paga per la prestazione occasionale non può essere inferiore a 36 euro per prestazioni di 4 ore continuative in un giorno.