Prysmian, i dazi sul rame incoraggiano i corsi

di FTA Online News pubblicato:
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Azimut, spunti dalla raccolta di giugno e dalla promozione di Deutsche Bank

Prysmian, i dazi sul rame incoraggiano i corsi

Seduta positiva ieri per Prysmian. Il titolo ha guadagnato il 2,58% a 61,12 euro. I prezzi hanno oscillato tra 60,22 e 62,16 euro.

Banca Akros ha confermato la raccomandazione “buy” su Prysmian, mantenendo invariato il prezzo obiettivo a 65 euro, in un contesto segnato dall’annuncio del presidente Trump di nuove tariffe del 50% sulle importazioni di rame.

La notizia ha innescato una reazione positiva in Borsa, con le azioni di Prysmian che mercoledì sono salite fino al +4%, sulla scia delle aspettative che l’azienda italiana possa trarre beneficio da queste misure.

Gli analisti, tra cui Citi ed Equita, sottolineano che Prysmian è ben posizionata per affrontare l’impatto dei dazi, grazie alla sua integrazione verticale nel mercato statunitense. La società si rifornisce infatti localmente di rame, anche grazie all’acquisizione di Encore Wire in Texas, e gestisce direttamente una fonderia di barre in rame, limitando così l’esposizione alle importazioni soggette a dazio.

Tuttavia, l’introduzione dei dazi potrebbe aumentare i costi finali dei cavi, in particolare quelli a bassa e media tensione, e comportare un rallentamento della domanda, penalizzando i produttori interni come Prysmian. Nonostante questo, si ritiene che l’azienda possa trasferire l’aumento dei prezzi ai clienti, proteggendo i propri margini.

Prysmian ha dichiarato di monitorare attentamente gli sviluppi e di essere pronta ad allineare i propri prezzi in funzione dei nuovi equilibri. Il gruppo, leader globale nel settore dei cavi, è fortemente coinvolto nelle strategie industriali statunitensi, in particolare nella modernizzazione della rete elettrica e nello sviluppo di data center legati all’AI, il che rafforza ulteriormente la sua posizione strategica sul mercato USA.

Prysmian al test dei recenti massimi di fine giugno

Il titolo Prysmian ieri ha tentato la rottura del massimo di fine giugno a 61,22 euro, si è spinto infatti fino a 62,16, ma ha poi terminato la seduta a 61,12, quindi al di sotto della resistenza. Il superamento, anche in chiusura di seduta, di area 61,20, potrebbe anticipare il proseguimento del rialzo verso 64,16, gap del 27 febbraio, e 68,36, gap del 24 febbraio. Solo discese al di sotto di area 59 metterebbero in discussione il proseguimento del rialzo, rischio in quel caso di discese verso 56,38, base del gap del 24 giugno. Alla violazione di quel supporto il ribasso potrebbe estendere e puntare fino al test di area 48,40 euro.

Azimut: a giugno raccolta da 1,5 mld. Deutsche Bank migliora la raccomandazione

Perentorio rialzo ieri per Azimut (chiusura a 29,37 euro, +5,76%) che si è avvicinata sensibilmente al record storico del 2015 a 29,58 euro dopo che Deutsche Bank ha migliorato la raccomandazione da Hold a Buy e alzato il prezzo obiettivo da 28,50 a 35,00 euro.
Gli analisti sottolineano che il gruppo potrebbe annunciare a novembre un nuovo piano con migliore remunerazione per gli azionisti e che alle quotazioni attuali il titolo è a sconto rispetto agli altri del settore e alla media storica.

Il Gruppo ha registrato una raccolta netta totale di 1,5 miliardi di euro nel mese di giugno 2025. Questo dato porta la raccolta netta da inizio anno a 9,0 miliardi (obiettivo per il 2025 pari a oltre 10 miliardi), mentre le Masse Totali hanno raggiunto i 112,8 miliardi di euro a fine giugno (+5% da inizio anno).

Azimut, il titolo abbatte la resistenza dei 27,5 euro

Il titolo Azimut, come detto, è schizzato al rialzo abbattendo la resistenza a 27,50 euro per poi avvicinarsi ad area 29,60. Non è da escludere il raggiungimento di nuovi record già entro la fine di questa settimana, ma il titolo potrebbe poi essere costretto ad una pausa per ricaricare le batterie in vista di un successivo spunto rialzista che lo proietti anche lontano rispetto ai valori attuali. L'obiettivo ipotizzato da Deutsche Bank (area 35,00), per quanto ad oggi ancora distante, appare comunque raggiungibile nel lungo periodo, rappresentando anche la proiezione al rialzo dell'ampia fascia di oscillazione laterale che si è sviluppata nell'ultimo anno tra 20,00 e 27,50 euro circa, il cui estremo superiore è stato oltrepassato nelle ultime due sedute. Flessioni dai livelli attuali dovranno limitarsi al test di area 26,90/27,00 per non annullare l'efficacia del segnale di forza appena inviato.