Leonardo favorita per IDV nonostante offerta inferiore

di Simone Ferradini pubblicato:
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Le pressioni politiche potrebbero convincere Iveco a cedere la divisione difesa non al migliore offerente

Leonardo favorita per IDV nonostante offerta inferiore

Leonardo resiste alle vendite che stanno investendo i mercati europei dopo l'ultima minaccia di Trump sui dazi. Il titolo del gruppo attivo principalmente nei settori aerospaziale e difesa trae vantaggio dalle indiscrezioni di Bloomberg di ieri pomeriggio: il governo italiano starebbe esercitando pressioni su Iveco Group per influenzare il destino di Iveco Defence Vehicles, le attività nella difesa che il gruppo controllato da Exor ha dapprima deciso di separare con uno spin off e quindi, a maggio, di valutare "preliminari manifestazioni di interesse [...] da parte di potenziali acquirenti strategici.

Il governo spinge per la via italiana

Secondo Bloomberg l'esecutivo spinge per mantenere IDV in mani italiane, data l'importanza strategica e la delicatezza - soprattutto nella fase attuale - del settore della produzione di armamenti e sistemi di difesa, e quindi vedrebbe molto positivamente una decisione di vendita al consorzio Leonardo-Rheinmetall, uno dei soggetti che ha avanzato proposte preliminari. Ma c'è un problema: l'offerta è di 1,6 miliardi di euro, ben al di sotto degli 1,9 proposti dalla franco-tedesca KNDS e inferiore anche all'offerta di CGS Czechoslovak Group.

Equita fa i conti in tasca a Iveco

Ovviamente la prospettiva è vantaggiosa per Leonardo e controproducente per Iveco. Secondo l'analisi di Equita la vendita di IDV a 1,6 miliardi sarebbe sostanzialmente neutra per Iveco dato che determinerebbe un aumento del prezzo del titolo di 0,3 euro (quotazione attuale in area 16,10) e positiva per Leonardo che acquisirebbe un importante asset a un prezzo più che ragionevole. Un'operazione con KNDS a 1,9 miliardi di euro aggiungerebbe invece, nel modello di Equita, 1,3 euro alla valutazione di Iveco, quindi molto preferibile per quest'ultima.

Forse conviene incassare meno e vivere tranquilli

C'è però da considerare l'incognita politica: in questo ultimo caso il rischio golden power sarebbe altissimo - chiedere ad Andrea Orcel, a.d. di Unicredit, per ragguagli - mentre la vendita a Leonardo-Rheinmetall andrebbe via liscia come l'olio. Considerando i molti interessi in gioco - Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli, controlla anche Stellantis che non ha ancora risolto del tutto le tensioni con il governo Meloni - forse la ragion si Stato potrebbe prevalere sulla ragion di bilancio.