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Il reddito di cittadinanza potrebbe avere i giorni contati, cosa sta accadendo

di Carla Tastini pubblicato:
4 min

Il reddito di cittadinanza, nonostante il successo avuto come misura di sussidio alla povertà, non ha avuto il medesimo successo come politica attiva del lavoro. Da quando è stato legiferato, infatti, i posti vacanti di lavoro sono addirittura aumentati. Ecco perché secondo alcuni partiti, questa misura dovrebbe essere eliminata al più presto. Scopriamo i dettagli.

Il reddito di cittadinanza potrebbe avere i giorni contati, cosa sta accadendo

Nonostante a febbraio 2022, secondo i dati ISTAT, i cittadini percettori del reddito di cittadinanza fossero ben 2,48 milioni, secondo un sondaggio il 54% degli italiani si dichiara favorevole all'abolizione di questo sussidio. Si tratta perlopiù di cittadini che votano al centrodestra ed è per questo che il problema si presenterà in maniera più reale dopo le elezioni.

La linea più dura, perseguita ormai da anni, è quella portata avanti da Fratelli d'Italia con una Giorgia Meloni contraria al 100% al reddito di cittadinanza; più morbidi i suoi alleati, Salvini e Berlusconi.

Ma c'è un altro nemico del Reddito di Cittadinanza che forse molti dimenticano, un nemico dichiarato: Matteo Renzi. Nonostante sia un parlamentare di sinistra, Renzi è contrario a questa misura sin dal primo momento. Ma entriamo nei dettagli e vediamo se il Reddito di Cittadinanza ha davvero i giorni contati e da quando le cose potrebbero cambiare.

I nemici del Reddito di Cittadinanza stanno tentando di far abolire la misura

Come abbiamo anticipato ci sono dei nemici giurati del Reddito di Cittadinanza: Giorgia Meloni, in maniera più morbida anche Salvini e Berlusconi, e infine Matteo Renzi.

Ma il fautore e il difensore di questo sussidio, Giuseppe Conte, non ha alcun dubbio: se gli italiani fossero chiamati a votare oggi stesso sul reddito di cittadinanza, la maggior parte voterebbe per la non abrogazione. Ma ne siamo proprio certi? Andrebbe davvero così?

I sondaggi, citatati anche in precedenza, presentano un quadro alquanto diverso da quello immaginato dal leader del Movimento 5 Stelle.
Secondo un autorevole istituto di sondaggi, lo Swg, ben più della metà degli italiani, con precisione il 54%, se avessero la possibilità di votare ad oggi cancellerebbero immediatamente il sussidio tanto amato dai pentastellati.

E gli altri? Il 25% dei cittadini si dichiara favorevole a mantenerlo e il 21% è indeciso. Ovviamente i sondaggi, come sempre, vanno presi con le pinze, perché è in cabina elettorale che si vedono i reali risultati e più volte è capitato che questi ultimi abbiano completamente stravolto i risultati dei precedenti sondaggi. Però è un segnale forte sapere che, al momento, più della metà dei nostri concittadini abolirebbe questa misura.

Quali sono gli scenari futuri che potrebbero riguardare il Reddito di Cittadinanza?

Innanzitutto dobbiamo specificare che la raccolta di firme per organizzare un referendum abrogativo del Reddito di Cittadinanza partirebbe il 15 giugno, secondo l'idea che ha Matteo Renzi. Ma non è detto che questa idea vada in porto, perché da un punto di vista legale ci sono alcune difficoltà concrete e oggettive. La legge italiana, infatti, vieta le richieste referendarie nell'anno precedente alla fine della legislatura, e l'Italia si trova proprio in questo periodo, visto che si voterà nel 2023.

È molto più probabile dunque che sul reddito di cittadinanza intervenga il Parlamento, ma non in questa legislatura. Se però nel 2023 le elezioni politiche dovessero essere vinte dal centrodestra tutto potrebbe accadere e con ogni probabilità una delle misure a cadere sarebbe proprio questo sussidio. O, come pensano alcuni, magari non ci sarebbe un'abolizione, ma un totale restyling.

Giorgia Meloni, per esempio, si è sempre apertamente schierata contro l'RDC, definendolo una "paghetta di Stato" o addirittura il "metadone di Stato" nonché un provvedimento "profondamente diseducativo", perché rende le persone dipendenti dalla politica. Secondo Salvini, invece, la misura andrebbe lasciata a chi non può lavorare, ed eliminata per tutti gli altri, perché come ha dichiarato a Mattino 5, "darlo a tutti, incoraggi il lavoro in nero".

Se passasse questa proposta, l'RDC verrebbe erogato solo ai percettori che non possono lavorare, come anziani, minori, persone con gravi difficoltà familiari, disabili, eccetera.

Anche Massimo Garavaglia, sempre della Lega, ha comunicato una sua proposta: dimezzare l'RDC per coloro che trovano un lavoro stagionale. Ma che dire di Berlusconi che solo qualche mese fa aveva detto che il Reddito di Cittadinanza era necessario "per aiutare i poveri"? In seguito il Presidente di Forza Italia ha precisato che la misura ha bisogno di una revisione.

Ma in cosa consisterebbe questa revisione? Lo ha spiegato la vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato Licia Ronzulli. "Il reddito di cittadinanza va almeno sospeso in vista dell'estate, così da stimolare l'occupazione stagionale. Forza Italia dice di no ai sussidi, alle mance e ai bonus che penalizzano le imprese, perché altrimenti i giovani non si apriranno mai a nuove opportunità".

Da quando c'è il Reddito di Cittadinanza i posti vacanti sono addirittura aumentati

Dal momento in cui il Reddito di Cittadinanza è stato introdotto, ad inizio del 2019, i posti di lavoro vacanti sono addirittura aumentati, passando in due anni dall'1,4% all'1,9%.

Oggi ci sono circa 115 mila posti vacanti in più rispetto a quando non c'era il sussidio. Praticamente oggigiorno l'incontro tra offerta e domanda di lavoro è più inefficiente di quando non c'era il Reddito di Cittadinanza.

Il fallimento non riguarda l'RDC come sussidio alla povertà, ma come politica attiva del lavoro, ovvero non si è riusciti a utilizzare i navigator e i centri dell'impiego per fare in modo che i percettori potessero trovare un lavoro non precario; tutto questo a fronte di una spesa di circa 28 miliardi in tre anni,