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Salario minimo: cos’è e a quanto ammonta in Italia

di Miriam Ferrari pubblicato:
3 min

Salario minimo anche in Italia? Il dibattito è aperto: la maggioranza torna a scontrarsi sull’introduzione di una paga oraria minima per ogni lavoratore. Che cos’è il salario minimo? Ecco i dettagli sulla direttiva UE appena approvata e che cosa cambia per i lavoratori.

Salario minimo: cos’è e a quanto ammonta in Italia

Si torna a parlare di salario minimo in Italia: che cos'è e perché è così importante? Cosa comporta per i lavoratori?

Il salario minimo è il tema caldo degli ultimi giorni, soprattutto dopo l'approvazione della direttiva UE che regola e definisce il perimetro sul quale gli Stati membri dovranno muoversi nel definire la soglia al di sotto della quale nessun datore di lavoro può scendere. Si tratta, quindi di una forma di tutela del lavoro e del singolo soggetto.

In Italia la questione era emersa dopo la presentazione della proposta di salario minimo contenuta nel disegno di legge Catalfo, che però ha poche speranze di trovare approvazione in questa legislatura.

Che cos’è il salario minimo e perché tutti ne parlano? Qual è la paga oraria minima per i lavoratori in Italia? Ecco tutti i dettagli sulla direttiva europea e quali sono le conseguenze per i lavoratori.

Salario minimo: di che cosa si tratta?

Il salario minimo corrisponde alla retribuzione minima tutelata dalla legge.

La discussione su tale misura, in Italia, è tuttora in corso: alcuni sono a favore dell’introduzione di uno stipendio minimo sindacale per tutti i lavoratori oppure differenziato in base al settore di appartenenza, mentre altri sono contrari all’introduzione di una simile misura.

La conseguenza della sua introduzione, chiaramente, andrebbe a danno delle imprese: i datori di lavoro sarebbero costretti a innalzare gli stipendi dei propri dipendenti per non scendere sotto al salario minimo previsto.

Attualmente, non esiste una legge sul salario minimo in Italia: infatti, la retribuzione oraria minima di un lavoratore viene fissata dagli accordi collettivi di ciascun settore.

Purtroppo, spesso ci sono degli accordi che prevedono una paga più bassa rispetto alla minima prevista dai contratti collettivi nazionali. Per questo motivo, è tornato alla ribalta il concetto di salario minimo.

Salario minimo anche in Italia? Ecco la direttiva UE

È stata approvata la direttiva del Parlamento Europeo sul salario minimo, una misura che attualmente non è in vigore in Italia.

Approvata il 25 novembre scorso con 443 voti a favore, 192 contro e 58 astensioni, la proposta europea ha trovato l'intesa tra Consiglio, Parlamento e Commissione nella notte tra il 6 e il 7 giugno 2022. Che cosa prevede?

Nella direttiva UE, che gli Stati dovranno recepire entro due anni, è contenuta la definizione normativa del salario minimo, oltre ai requisiti per poter introdurre una paga oraria minima garantita per tutti i lavoratori in grado di perseguire la sussistenza e assicurare una vita dignitosa alle famiglie.

Si tratta di definire una soglia minima di paga oraria per tutti i lavoratori, che non verrà fissata dall’UE per tutti gli Stati membri dell’Unione, e non sarà nemmeno obbligatoria: ciascuno Stato potrà decidere per sé. Qualora introdotto, ogni due anni, il salario minimo dovrà essere rivisto ed eventualmente aggiornato.

Per esempio, nel disegno di legge presentato dalla senatrice Catalfo, il salario minimo per ogni lavoratore in Italia era fissato a 9 euro all’ora. Ma sulla cifra sono ancora in corso discussioni e proposte.

Salario minimo in Europa: dove è già realtà?

L’effetto dell’inflazione e della guerra in Ucraina ha portato moltissimi Paesi europei ad aumentare lo stipendio dei lavoratori: in Italia purtroppo, la paga è rimasta la stessa, mentre il potere d’acquisto è diminuito.

In Francia, per esempio, il salario minimo è stato innalzato per tre volte nel corso del 2021 e l’obiettivo è quello di arrivare a 2.000 euro al mese. In Spagna, invece, il minimo sindacale si aggira attorno ai 1.000 euro (per 14 mensilità), mentre in Portogallo è stato chiesto un aumento del salario minimo da 705 euro a 800 euro.

Nel resto dell’Unione, invece, il salario minimo si aggira tra i 332 euro mensili della Bulgaria, e i 2.257 euro del Lussemburgo.

In Italia non esiste una legge sul salario minimo, così come non vi sono norme a tale riguardo nemmeno in altri sei Paesi europei: Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Svezia.