Seco brilla a Piazza Affari, esenti dai dazi reciproci Usa
pubblicato:Un'altra buona conferma dal gruppo hi-tech di Arezzo dopo i segnali positivi giunti dai dati preliminari del secondo trimestre

Strappo al rialzo di Seco a Piazza Affari.
Il titolo della multinazionale hi-tech di Arezzo compie stamane a Milano un balzo del 12,22% a 2,8 euro, tra volumi impetuosi, oltre 574 mila azioni già scambiate in tarda mattinata contro una media giornaliera dell’ultimo mese di circa 115 mila pezzi.
Graficamente si registra un segnale di forza con il superamento degli ostacoli di area 2,60 euro che avevano bloccato il recupero dei prezzi il 9 luglio e il 27 maggio scorsi. Confermata dunque la rimonta dai minimi storici di area 1,4-1,5 euro testati tra novembre 2024 e aprile 2025 al termine di una discesa che durava dalla fine del 2021.
Seco, esenti dai dazi reciproci
A scaldare i corsi una nota odierna che afferma che i prodotti di Seco saranno esentati dai dazi reciproci statunitensi del 15% previsti dall’Executive Order del governo di Washington del 31 luglio scorso.
“L’esenzione riguarda lo specifico codice HTS sotto il quale i prodotti SECO sono classificati, implicando che le esportazioni destinate agli Stati Uniti non sono soggette ai nuovi dazi imposti”, specifica il comunicato della società guidata dall’amministratore delegato Max Mauri.
Questa novità dovrebbe garantire una maggiore stabilità del gruppo in uno dei mercati dalla più rapida crescita.
Seco si occupa infatti di digitalizzazione dei prodotti e dei processi industriali con un’attenzione particolare per l’introduzione, nelle realtà B2B (mercato delle imprese per le imprese e quindi non rivolto direttamente ai consumatori), di modelli di edge computing (calcolo distribuito), internet delle cose, data analytics e intelligenza artificiale. In pratica è attiva nelle business più dinamici della rivoluzione digitale in corso su scala globale.
Chiaramente quindi una presenza forte nell’epicentro Usa del cambiamento in atto è strategica e per questo il gruppo progetta una traiettoria di crescita di lungo periodo in Nord America.
In particolare l’amministratore delegato Max Mauri e il direttore finanziario Lorenzo Massini hanno annunciato una conference call di presentazione dei risultati del secondo trimestre 2025 sottoposti a revisione contabile per il prossimo 8 settembre 2025.
Seco, segnali positivi già dai dati preliminari di luglio
Sarà l’occasione per un aggiornamento sulle iniziative strategiche e le prospettive di mercato della società.
Un antipasto si è avuto lo scorso 14 luglio con i dati preliminari del gruppo (non sottoposti dunque a revisione contabile) che ha registrato nel secondo trimestre ricavi da circa 51 milioni di euro in crescita dell’8% sul trimestre precedente, con un gross margin pari al 54% circa del giro d’affari.
Entrambe le voci hanno battuto la guidance del gruppo e Seco ha così raggiunto nella prima metà del 2025 ricavi da 98 milioni di euro in miglioramento del 3% sui corrispondenti risultati del 2024 e con un gross margin del 53,5%.
Per l’occasione il gruppo aveva segnalato una graduale ripresa degli ordini da parte dei clienti e l’avvio a conclusione della fase di destocking confermato dall’aumento del 4% dei ricavi dell’edge computing a 86 milioni di euro cui vanno aggiunti 12 milioni di euro di fatturato del business Clea (la piattaforma software di Seco che - tra l’altro - si occupa di valorizzazione dei dati, gestione dei dispositivi e applicazioni avanzate di AI).
In quell’occasione Seco aveva sottolineato che i prodotti esportati negli Stati Uniti non erano soggetti a dazi reciproci (“nemmeno alla baseline tariff del 10%”): l’evoluzione dei negoziati USA-UE conferma adesso una preziosa esenzione.
Lo scorso 14 luglio l’ad di Seco Massimo Mauri aveva parlato di evoluzione positiva delle condizioni di mercato, con segnali incoraggianti nell’order intake, nel rapporto book-to-bill, nel feedback dei clienti. Il balzo dell’8% dei ricavi del secondo trimestre rispetto al primo ha in particolare confermato il miglioramento del contesto operativo dopo un 2024 difficile in cui i ricavi erano calati del 12,5% da 209 a 183,5 milioni di euro a causa proprio della flessione della domanda innescata dal destocking dei magazzini partito nel terzo trimestre del 2023.
Negli Stati Uniti l’anno scorso il gruppo aveva registrato un calo del fatturato del 34,5% a 18,42 milioni di euro, ma ora la conferma dell’esenzione dai dazi USA potrebbe fornire nuovi spunti.