Wall Street rimbalza con forza: torna l’appetito per il rischio
pubblicato:Il comparto tecnologico e l’AI guidano il recupero dopo le recenti prese di beneficio

I mercati azionari statunitensi hanno vissuto una seduta di deciso recupero
I mercati azionari statunitensi hanno vissuto una seduta di deciso recupero, sostenuti da una combinazione di fattori macro e settoriali che hanno contribuito a migliorare sensibilmente il sentiment degli investitori. Il principale catalizzatore è stato il raffreddamento dell’inflazione USA, che ha riacceso le aspettative di un allentamento monetario da parte della Federal Reserve, insieme al ritorno di interesse sui titoli tecnologici e sull’intero ecosistema legato all’intelligenza artificiale.
Indice dei prezzi al consumo (CPI) meglio delle attese
Il rapporto sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) di novembre ha mostrato un aumento annuo del 2,7%, nettamente inferiore alle attese e in ulteriore rallentamento rispetto ai mesi precedenti. Ancora più rilevante il dato core, sceso al 2,6%, anch’esso ben sotto le previsioni.
Sebbene il dato sia parziale – a causa dello shutdown governativo che ha impedito la rilevazione delle variazioni mensili di ottobre – il segnale complessivo è stato interpretato come una conferma che il processo di disinflazione sta proseguendo.
Questo ha ridotto la pressione sulla Fed, rafforzando l’idea che nel 2026 possano esserci più tagli dei tassi rispetto a quanto ufficialmente indicato dalla banca centrale.
I rendimenti dei Treasury sono scesi
La reazione dei mercati obbligazionari è stata coerente: i rendimenti dei Treasury sono scesi, con il decennale in area 4,12% e il biennale – più sensibile alle aspettative sui tassi – in netto calo.
Secondo il FedWatch del CME, gli operatori attribuiscono ora una probabilità crescente a una svolta più accomodante della Fed già nei prossimi mesi.
Le dichiarazioni del governatore Christopher Waller, che ha riconosciuto margini per un taglio dei tassi alla luce del raffreddamento del mercato del lavoro, hanno ulteriormente alimentato questa lettura.
Segnali restano sul fronte dell’attività economica
Sul fronte dell’attività economica, i segnali restano misti. Il mercato del lavoro mostra una tenuta solo apparente: le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione sono scese nell’ultima settimana, ma le richieste continuative restano elevate, suggerendo che per chi perde il lavoro sta diventando più difficile trovarne uno nuovo.
Anche i dati regionali manifatturieri hanno lanciato segnali di debolezza, con gli indici Empire State e Philadelphia Fed tornati in territorio negativo, indicando una contrazione dell’attività industriale in alcune aree chiave.
Il comparto tecnologico è tornato protagonista
In questo contesto macro, il comparto tecnologico è tornato protagonista, guidando il rimbalzo degli indici. Il settore dei semiconduttori ha messo a segno i rialzi più consistenti dopo le indicazioni di Micron, che ha pubblicato previsioni di utili nettamente superiori alle attese, segnalando una domanda molto solida legata all’AI e un’accelerazione degli investimenti lungo l’intera filiera.
Il titolo ha registrato un forte balzo, trascinando con sé anche altri produttori di memorie come Western Digital e rafforzando l’idea che la domanda strutturale legata ai data center e all’intelligenza artificiale resti intatta.
Dopo il sell-off della seduta precedente, innescato dai timori su valutazioni eccessive, le indicazioni di Micron hanno contribuito a stabilizzare un sentiment sull’AI definito “da montagne russe” dagli stessi operatori.
Il mercato sembra oscillare tra scetticismo sulle valutazioni e rinnovata fiducia nella capacità del settore di generare utili reali e sostenibili. In questa seduta, la bilancia è tornata decisamente dalla parte della fiducia, favorendo il recupero dei big tech e dell’intero Nasdaq.
Titoli legati alle infrastrutture energetiche e alla generazione elettrica in rialzo
Il miglioramento del clima di rischio non si è limitato alla tecnologia. Hanno beneficiato del movimento anche i titoli legati alle infrastrutture energetiche e alla generazione elettrica, sostenuti dalle dinamiche emerse dall’asta PJM, che ha riacceso l’attenzione sugli investimenti necessari per supportare la crescente domanda di energia dei data center e delle applicazioni AI.
Il fatto che i prezzi della capacità si siano attestati al tetto massimo di 329 dollari per MW-giorno, livello approvato dalla FERC, non è solo un dato tecnico: è un segnale di stress strutturale del sistema e, allo stesso tempo, una conferma del valore crescente della flessibilità. È il prezzo più alto mai registrato da PJM a livello di RTO, e riflette una combinazione di fattori ben chiari: crescita della domanda elettrica, uscita di capacità tradizionale, maggiore penetrazione delle rinnovabili non programmabili e necessità di garantire affidabilità alla rete.
Il fronte delle banche centrali europee
Sul fronte delle banche centrali europee, il quadro è apparso più prudente ma coerente. La Bank of England ha tagliato i tassi di 25 punti base al 3,75%, con una decisione presa a stretta maggioranza, sottolineando però un approccio graduale nei prossimi trimestri. La BCE, così come Norges Bank e Riksbank, ha mantenuto i tassi invariati, ribadendo che l’inflazione è attesa convergere verso il 2% nel medio termine, ma che l’incertezza macro resta elevata e rende prematuro parlare di un ciclo di tagli aggressivo nel 2026.
In sintesi, la seduta ha segnato un ritorno di fiducia sui mercati azionari, trainato da un’inflazione più debole del previsto e da segnali incoraggianti sul fronte degli utili nel comparto tecnologico e AI.
Tuttavia, sotto la superficie restano elementi di fragilità: un mercato del lavoro che si sta raffreddando, segnali di debolezza manifatturiera e un quadro macro che richiede ancora cautela. Il messaggio dei mercati è chiaro: la direzione resta favorevole al rischio, ma il percorso sarà probabilmente irregolare, con gli investitori sempre più selettivi e attenti all’equilibrio tra crescita, inflazione e politica monetaria.
Nasdaq 100 CFD, altri 2000 punti di rialzo in vista?
Sul Nasdaq 100 CFD si sta delineando una possibile figura di testa e spalle di continuazione, inserita all’interno di un trend primario ancora impostato al rialzo.
Dopo il massimo in area 26.000, il movimento correttivo ha disegnato una sequenza ordinata di minimi e massimi che può essere letta come:
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spalla sinistra (S1) sul primo ritracciamento,
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testa (T) sul minimo più profondo,
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spalla destra (S2) in costruzione, con prezzi che stanno reagendo su supporti tecnici chiave.
La neckline, evidenziata in area 25.800–25.900, rappresenta il vero livello discriminante. Finché l’indice resta sotto questa zona, il pattern rimane incompleto e il mercato resta in una fase di costruzione/consolidamento.
Dal lato dei supporti, l’area 24.620 è cruciale:
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coincide con un supporto statico e dinamico,
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è in prossimità dei ritracciamenti di Fibonacci più rilevanti,
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la sua tenuta mantiene intatta l’ipotesi di continuazione rialzista.
👉 Scenario principale:
se il Nasdaq riuscirà a consolidare sopra 24.620 e successivamente a rompere con decisione la neckline, il completamento del testa e spalle di continuazione aprirebbe spazio a un potenziale obiettivo teorico di circa 2.000 punti, con proiezioni che riporterebbero i prezzi stabilmente sopra area 26.000.
👉 Scenario alternativo:
una rottura netta di 24.620 indebolirebbe la struttura, trasformando il movimento in una correzione più profonda e rimandando il tentativo di ripartenza.
In sintesi, il Nasdaq 100 si trova in una fase tecnica delicata ma costruttiva: la figura suggerisce che il mercato stia “scaricando” gli eccessi senza compromettere il trend di fondo. La conferma passerà, come spesso accade, dalla rottura della neckline, vero spartiacque tra semplice rimbalzo e nuova gamba rialzista strutturale.
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