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Pop Sondrio, risultati in crescita, vanno bene anche le commissioni

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
6 min

Utile migliore di sempre nel 2023 e cedola raddoppiata (ma per qualcuno si poteva fare di più. In Borsa non è un rally, ma la strategia prudente potrebbe pagare

Pop Sondrio, risultati in crescita, vanno bene anche le commissioni

Seduta positiva per la Popolare di Sondrio che segna un rialzo dell'1,68% a 6,67 euro dopo un allungo stamane a 6,82 euro. Il titolo non innesca quindi un rally dopo i conti pur positivi del 2023.

Pop Sondrio, utile +83,5%, cedola raddoppiata

Eppure la banca ha chiuso il 2023 con un utile netto di 461,2 milioni di euro che è il migliore di sempre e incorpora un balzo dell’83,5%

Il ROE del gruppo ha segnato un 13,8% che è un ottimo rapporto dell’utile sul patrimonio.

Ma il titolo oggi non brilla, sembra piuttosto che dopo un rally di oltre il 100% dai minimi dello scorso maggio fino ai massimi di 7,1 euro dello scorso 30 gennaio, anche i conti di oggi siano visti piuttosto come l’opportunità di un sell on news, o forse pesa ancora lo sgonfiarsi della speculazione su possibili fusioni della banca valtellinese.

A 6,82 volte il P/E ordinario TTM l’azione non può essere definita cara, anche se sappiamo che Unicredit è a 6,11, Intesa è a 7,53: sono multipli che altrove sarebbero da acquisto a mani basse, ma per le banche italiane sono l’ordine di grandezza di riferimento in questa fase e per molti analisti sono anche lo scotto di tassi visti in calo quest’anno e quindi di un ricco terreno di margini di interesse in via di esaurimento.

Il margine di interesse (NII) della Pop Sondrio l’anno scorso è balzato del 37,6% a 937 milioni e copre quindi il 63% del margine di intermediazione: una performance inferiore al +49,3% del margine d’interesse di MPS (che oggi corre) o del +54,2% di Intesa Sanpaolo, ma migliore del +31,3% di Unicredit.

D’altronde le commissioni nette della Popolare di Sondrio, che coprono circa il 27% del margine di intermediazione, sono cresciute del 5,8% a 402,6 milioni, mentre sono scese del 4% per Intesa, del 2,1% per Unicredit e del 3,1% per MPS. È cosa da tenere in forte considerazione in un anno in cui saranno proprio le performance di questi proventi a fare la differenza con il venir meno della spinta dei tassi.

La finanza non manca insomma a Sondrio e infatti dopo margine d’interesse e commissioni si deve per forza segnale un risultato netto dell’attività di negoziazione che si moltiplica: da 28,4 milioni a oltre 112 milioni a quest’altezza del conto economico dà un contributo importante.

Pop Sondrio, ottima raccolta, ma crescono anche le rettifiche e il costo del credito

L’anno scorso la Popolare di Sondrio ha registrato una raccolta indiretta in crescita del 18,6% a 46,32 miliardi, grazie soprattutto all’amministrato che raggiunge i 39,14 mld con una crescita del 19,8% E anche il gestito da 7,17 mld sconta una crescita del 12,4%. Va bene anche la raccolta assicurativa (2 mld +5,6%). Siamo così a una raccolta complessiva da 90,77 mld in crescita del 9,7% e la raccolta diretta da clientela da 42,39 mld (+1,5%) e paradossalmente la meno vivace. In

Crescono anche i finanziamenti a clientela, complessivamente 34,48 miliardi (+4,4%) e non è scontato, anzi, in questa fase di condizioni di finanziamento restrittive che da mesi vedono flettere la domanda. Va comunque notato che le rettifiche di valore nette si sono attestate a € 224,5 milioni con un salto del +32,3%. Sull’aggregato pesano soprattutto rettifiche relative ad attività finanziarie al costo ammortizzato (202,3 milioni).

Il bel taglio dei deteriorati della Pop Sondrio da 609 a 562 milioni (-7,6%) denota la prudenza di un po’ tutto il settore su questo fronte, le coperture flettono al 57,3%, ma nell’aggregato le sofferenze sono soltanto di 62 milioni (-48,9%). L’NPE lordo è comunque sceso in maniera importante, dal 4,3 al 3,7%, il peso delle esposizioni deteriorate nette è bassissimo: 1,6% Texas ratio al 14,9%

Se si mettono in rapporto le rettifiche (224,5 mln) ai finanziamenti a clientela (34,48 mld) si ottiene il costo del rischio di credito che sale allo 0,65% dallo 0,51% di un anno fa. Siamo su livelli elevati dovuti appunto alle rettifiche: per fare dei confronti MPS a 57 punti base, Intesa è a 36 centesimi (32 centesimi senza fondi per derisking), Unicredit ad appena 12 pb.

Ci sono ancora 4,5 miliardi di TLTRO III verso la BCE, ma sono quasi dimezzati rispetto a giugno.

Il CET 1 ratio fully phased è del 15,1%, solido, meno del 18,1% di MPS e del 15,89% di Unicredit, ma Intesa ha il 13,2% (se si deducono però i 55 centesimi del buyback che partirà a giugno). Parliamo di una banca valtellinese con 3,8 miliardi di euro di patrimonio netto e fondi propri di vigilanza consolidati (phased-in) oltre i 4 miliardi.

In portafoglio Pop Sondrio ha 6,93 miliardi di titoli di Stato italiani (-11,1%), i titoli ESG sono saliti a 1,58 miliardi: fette importanti di un portafoglio di attività finanziarie cresciuto a 13,94 miliardi (+2,1%).

Pop Sondrio, i costi operativi e il personale

Ma tornando al conto economico va accesa ovviamente una luce sui costi dopo la rinegoziazione del contratto dei bancari e in questa fase vivace per il personale bancario, tra nuove skill, razionalizzazione degli organici e ristrutturazione tecnologica e strategica del credito.

I costi operativi hanno registrato un balzo del 10,5% l’anno scorso a 580,7 milioni di euro. Il cost/income ratio è balzato dal 39,6 al 49,1% È più alto di Intesa (45,1% ma si potrebbe discutere il caso Isybank), è molto più alto di Unicredit (39,7%), è sui livelli di MPS (49%). Sarà una voce da monitorare quest’anno e andrebbe comunque studiata nell’evoluzione trimestrale (il rinnovo del contratto è avvenuto alla fine dell’anno) e nelle componenti. Nel caso della Popolare di Sondrio si registrano 283 milioni di euro di altre spese amministrative (+8%) dovute all’IT, chi potrebbe rimproverare questi investimenti?

Cresce anche la spesa per il personale a 293 mln (+8,9%) non soltanto per il contratto, ma anche per l’aumento dell’organico: siamo a 3.580 collaboratori di cui 124 risorse new entry del 2023. Il business evidentemente si allarga.

Sostanzialmente quindi buoni risultati per la Popolare di Sondrio, e il titolo oggi guadagna qualcosa, ma incorpora anche altri fattori come l’apertura a un payout maggiore, ossia a dividendi più sostanziosi sì – la cedola è appunto raddoppiata a 0,56 euro e il payout è salito al 55%, ma con una quota di distribuzione utili inferiore a quella di altri, come Unicredit o Intesa.

C’è poi il grande tema dell’M&A: Sondrio è la più papabile, ma i rumors su un acquisto di Unicredit di sono sgonfiati e per ora il consolidamento che in molti davano per scontato pare rinviato. Il che significa meno appeal speculativo. D’altronde con risultati ben oltre il piano industriale e una gestione prudenziale la banca valtellinese conferma una strategia di lungo periodo tesa alla stabilità. E anche questo è valore.