Indici Usa, ecco il quadro di lungo termine

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
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Borsa Usa chiusa per festività lunedì, approfittiamo per fare il punto della situazione. Ecco quali prospettive per il Nasdaq Composite, per il Russell 2000 e per lo S&P100.

Indici Usa, ecco il quadro di lungo termine

Fibonacci nevralgico per il Nasdaq

Il Nasdaq Composite settimana scorsa è sceso sotto la media mobile esponenziale a 200 settimane, supporto dinamico dimostratosi molto significativo a partire dal 2010 (violato solo da una chiusura di ottava il 20 marzo 2020).

La violazione della media è un segnale preoccupante, c'è però da dire che i minimi della scorsa ottava, a 10565, sono in vista, ma al di sopra, del 38,2% di ritracciamento (percentuale di Fibonacci) del rialzo dai minimi del 2009, supporto a 10500 circa.

Discese sotto 10500 costringerebbero a considerare probabile il proseguimento del ribasso verso il ritracciamento successivo, quello del 50%, posto a 8750 punti (un altro 20% circa di ribasso dai prezzi attuali). La tenuta di 10500 e il ritorno al di sopra della media a 200 settimane, a 11330 circa farebbero invece sperare nella partenza di un bel rialzo: negli ultimi anni tutte le volte che la media esponenziale a 200 settimane è stata chiamata in causa si sono realizzati dei movimenti importanti.

S&P100 e media a 200 settimane

E come sta messo lo S&P100 in base agli stessi riferimenti? Iniziamo con dire che i minimi di settimana scorsa, a 1658 punti, sono coincidenti con la media mobile esponenziale a 200 settimane. Nel caso dello S&P100, a differenza di quanto visto con il Nasdaq Composite, la media si è dimostrata altrettanto rilevante a partire dal 2009, ma a marzo 2020, durante quel crollo, è stata violata non per una sola settimana ma per 3 settimane.

Se la media venisse violata quindi, prima di parlare di disastro in corso, sarebbe opportuno attendere un po' per capire se si è trattato di un falso segnale.

In termini di ritracciamenti invece lo S&P100 è ancora abbastanza distante dal 38,2% di quello calcolato dai minimi del 2009, posto a 1500 punti circa. Sotto area 1650 l'indice potrebbe quindi scivolare verso i 1500 punti (dove per altro si trovano anche il massimo di inizio 2020 e i minimi di settembre e novembre 2020) ma non ci sono motivi per dare per scontata la violazione anche di quel supporto.

Se la violazione dovesse realizzarsi diverrebbe invece probabile il test del 50% di ritracciamento, a 1275 circa. Sopra il lato alto del gap di settimana scorsa, a 1765, potrebbe invece esserci un rimbalzo verso 1820, poi fino a 1895 circa.

Russell 2000 simile al Nasdaq

La prova del 9, per capire quale potrebbe essere il destino della borsa, la si può fare chiamando in causa il Russell 2000 (2000 società a piccola capitalizzazione), meno correlato agli eventi internazionali e più legato invece all'economia domestica degli Usa.

In questo caso salta agli occhi il fatto che i minimi di settimana scorsa a 1641 punti siano coincidenti con il 38,2% di ritracciamento del rialzo dai minimi del 2009.

Se questo riferimento, ricavato dalla successione di Fibonacci, dovesse cedere, diverrebbe probabile il test del riferimento successivo, quello del 50%, a 1400 circa (un altro 15% di ribasso circa dai livelli attuali). La media mobile esponenziale a 200 settimane è già stata violata a metà maggio e ora passa a 1830 punti circa (dai 1665 punti attuali).

Solo il recupero al di sopra di quella potrebbe fare sperare in una fase di rimbalzo di un certo spessore, almeno fino in area 2000.

In sintesi

In sintesi se Nasdaq Composite e Russell 2000 dovessero scendere sotto i minimi di settimana scorsa verrebbero confermati i recenti segnali di debolezza, difficilmente in quel caso lo S&P100 potrebbe seguire una strada autonoma, e sarebbe destinato a seguire al ribasso.

Il ritorno al di sopra della media a 200 settimana da parte di Nasdaq Composite e Russell 2000 (lo S&P100 è già sopra la media) sarebbe un primo indizio in favore di una reazione degna di nota.