Stellantis accelera… ma il mercato resta con il piede sul freno
pubblicato:Tra utili robusti, buyback e margini in tenuta, gli investitori si chiedono: è il momento di rientrare su Stellantis o serve ancora prudenza?

🚗 Stellantis accelera negli Stati Uniti: piano da 13 miliardi per rafforzare la presenza americana
Stellantis chiude la seduta con un rialzo del +3,21%, dopo aver annunciato il più grande piano di investimento della sua storia recente: 13 miliardi di dollari in quattro anni per espandere del 50% la produzione negli Stati Uniti.
L’obiettivo è duplice: rafforzare i marchi americani (Jeep, Dodge, Ram, Chrysler) e ridurre l’esposizione ai dazi e alle tensioni commerciali con la nuova amministrazione statunitense.
🔧 Cinque nuovi modelli, un nuovo motore e 5.000 posti di lavoro
Il piano prevede il lancio di cinque nuovi veicoli – tra cui due Jeep, un pick-up di medie dimensioni, un SUV di grandi dimensioni disponibile sia in versione BEV sia ICE, e la nuova generazione della Dodge Durango – oltre al rinnovo di 19 modelli e all’introduzione del motore GMET4 EVO, un 4 cilindri ad alta efficienza.
Gli investimenti si articolano su più Stati:
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Illinois: oltre 600 milioni per riaprire lo stabilimento di Belvidere (produzione Jeep Compass e Cherokee dal 2027).
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Ohio: circa 400 milioni per un nuovo truck medio (dal 2028).
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Michigan: 230 milioni per due SUV di nuova generazione (dal 2028 e 2029).
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Indiana: 100 milioni per il nuovo motore GMET4 EVO (dal 2026).
Nel complesso, il gruppo stima 5.000 nuovi posti di lavoro diretti e 20.000 indiretti lungo la filiera.
🧩 Strategia industriale e obiettivi geopolitici
Il nuovo CEO Antonio Filosa ha spiegato che la priorità assoluta del gruppo è rafforzare la posizione negli Stati Uniti, il mercato più grande per Stellantis.
Filosa ha sottolineato l’allineamento con gli obiettivi del presidente Trump, che punta a riportare la produzione auto “in patria”: «Condividiamo l’obiettivo di un sistema produttivo forte negli USA», ha dichiarato.
Dietro la narrativa del rilancio industriale, tuttavia, c’è anche una mossa difensiva: limitare gli effetti dei dazi introdotti da Washington e proteggere la competitività dei brand americani di Stellantis, oggi in perdita di quote rispetto a Ford e GM.
⚠️ Canada sul piede di guerra
Il piano ha generato tensione diplomatica con il Canada, dove il governo minaccia azioni legali.
Ottawa accusa Stellantis di violare gli impegni presi in cambio di sussidi pubblici, spostando la produzione della Jeep Compass dallo stabilimento di Brampton (Ontario) a quello statunitense di Belvidere.
Il governo canadese, tramite la ministra dell’Industria Mélanie Joly, ha inviato una lettera formale a Filosa intimando di rispettare gli accordi o affrontare conseguenze legali.
💸 Implicazioni finanziarie e reazione del mercato
Gli analisti considerano l’annuncio una mossa necessaria e in gran parte già incorporata nei piani industriali del gruppo: l’impatto sui capex complessivi dovrebbe restare contenuto, attorno agli 11-12 miliardi annui.
Tuttavia, il contesto finanziario rimane complesso:
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Moody’s ha confermato il rating Baa2, ma ha abbassato l’outlook a negativo per la debole performance operativa e la visibilità limitata sulla generazione di free cash flow.
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GM, nel frattempo, ha registrato una svalutazione di 1,6 miliardi nel segmento BEV, alimentando i timori di un possibile adeguamento contabile anche da parte di Stellantis nel bilancio FY25.
📈 Valutazioni e prospettive
Banca Akros ha confermato il rating BUY e un target price di 10,5 euro, sottolineando come l’espansione americana:
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rafforzi la strategia di rilancio dei brand storici negli USA;
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migliori la redditività di gruppo nel medio periodo;
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riduca l’impatto dei dazi sul business nordamericano.
In sintesi, l’operazione si configura come un piano di consolidamento industriale e geopolitico, più che un’espansione pura: Stellantis scommette sulla propria identità americana per difendere margini e mercato in un contesto di crescente protezionismo e rallentamento globale.
📈 Analisi tecnica
Stellantis si trova da diversi mesi in una fase di consolidamento laterale, iniziata dai minimi di aprile intorno a 7,50 euro. Durante questo periodo, i prezzi hanno oscillato senza riuscire a rompere significativamente verso l’alto.
A maggio è stato tentato un attacco alla soglia dei 9,75 euro, corrispondente al 38,2% di ritracciamento del ribasso partito dal massimo di febbraio, ma il superamento non è riuscito. Questo livello ha quindi assunto il ruolo di resistenza principale e delimita il limite superiore della fase laterale in corso.
Se Stellantis riuscisse a rompere con decisione la soglia dei 9,75 euro, si aprirebbero prospettive di accumulazione, con la possibilità di un rimbalzo esteso a correzione dei precedenti ribassi. In questo scenario, i primi obiettivi sarebbero intorno a 11,25 euro, mentre la resistenza successiva si collocherebbe a circa 13 euro.
Al contrario, senza la rottura della resistenza a 9,75 euro, la fase laterale potrebbe configurarsi come un rettangolo di continuazione del trend ribassista.
In questo caso, la pausa dei prezzi non rappresenterebbe un’inversione, ma solo un momento di consolidamento, con la possibilità che il downtrend riprenda, portando i corsi verso il livello di 5,50 euro circa.
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