Wall Street scivola ancora: la tecnologia vacilla tra dubbi sull’AI e tensioni politiche
pubblicato:La Corte Suprema mette in discussione i dazi di Trump e riaccende i timori sul deficit; in calo anche Bitcoin e small cap, mentre il comparto healthcare resiste grazie all’accordo sui farmaci dimagranti

Forte tensione sui mercati americani
Seduta di forte tensione sui mercati americani, con un deciso ritorno delle vendite sui titoli tecnologici e un clima di crescente incertezza macro-politica.
Giovedì, il Nasdaq Composite ha perso il 1,9%, guidando al ribasso l’intero mercato azionario statunitense, mentre gli investitori tornano a chiedersi se la corsa alimentata dall’intelligenza artificiale non sia sfuggita di mano.
I titoli tecnologici hanno ripreso a scendere
Dopo il breve rimbalzo di mercoledì, i titoli tecnologici hanno ripreso a scendere. Tesla ha ceduto il 3,5% alla vigilia del voto degli azionisti sul maxi piano retributivo da 56 miliardi di dollari destinato a Elon Musk, un evento che potrebbe segnare un punto di svolta nella governance della società.
Anche altri colossi legati al tema AI hanno mostrato debolezza: Amazon, Meta e Nvidia hanno perso oltre il 2,5%, mentre Palantir, dopo un rally che l’aveva portata a nuovi massimi, ha registrato un crollo del 6,8%, accumulando oltre 12% di perdite settimanali.
Emergono dubbi sulla sostenibilità dei piani di investimento sulla AI
Il nervosismo sul comparto tech nasce dalla combinazione di valutazioni elevate e segnali di eccesso di spesa. L’entusiasmo per l’intelligenza artificiale — vero motore della recente fase rialzista — è stato alimentato dalle grandi promesse di efficienza e profitti futuri, ma cominciano a emergere dubbi sulla sostenibilità dei piani di investimento multimiliardari.
Le recenti dichiarazioni di Meta Platforms, che ha illustrato un incremento significativo dei costi per infrastrutture AI, hanno accentuato queste preoccupazioni. Come spiegano diversi analisti, il mercato sta attraversando una fase di “digestione”, in cui l’euforia iniziale lascia spazio a una più realistica valutazione dei ritorni economici.
Cedono anche Bitcoin e Russell 2000
A soffrire non sono stati solo i titoli tecnologici. Anche gli asset più rischiosi e ciclici hanno subito pressioni: Bitcoin è sceso di quasi il 3%, mentre il Russell 2000, indice delle small cap statunitensi più sensibili all’andamento economico interno, ha perso l’1,6%.
Tiene il comparto healthcare
Un segnale di tenuta è arrivato invece dal comparto healthcare, unico settore in positivo. Merck, Pfizer, Eli Lilly e Novo Nordisk hanno registrato rialzi dopo l’accordo con l’amministrazione Trump per ridurre i prezzi di alcuni dei farmaci dimagranti più richiesti al mondo, un’intesa che mira ad allentare le pressioni politiche e sociali sui costi sanitari negli Stati Uniti.
La grana dei dazi preoccupa il governo Trump
Sul fronte politico ed economico, la giornata è stata dominata dal caso dei dazi doganali di Trump. La Corte Suprema ha espresso forti perplessità sulla legittimità dei poteri presidenziali esercitati per imporre tariffe globali, senza l’approvazione del Congresso.
La questione è di importanza cruciale: se le tariffe venissero dichiarate illegali, il governo potrebbe essere costretto a sostituirle con misure fiscali alternative, riducendo lo spazio per eventuali stimoli economici.
Il deficit federale torna a fare paura
Il movimento dei Treasury – con i rendimenti decennali in rialzo di 6,6 punti base e i biennali di 4,8 punti base – indica che gli investitori stanno tornando a preoccuparsi del deficit federale e dell’equilibrio tra domanda e offerta di debito.
La perdita di gettito derivante da una possibile rimozione dei dazi rischierebbe infatti di aggravare il disavanzo pubblico.
Lo shutdown è il più lungo della storia americana
Parallelamente, la crisi del governo federale entra nel suo 37° giorno, segnando il più lungo shutdown della storia americana. L’FAA (Federal Aviation Administration) ha imposto una riduzione del 10% del traffico aereo in 40 aeroporti, con ripercussioni immediate sulle compagnie: American Airlines è scesa del 2%, seguita da altre major del settore.
Le aziende Usa continuano a tagliare personale
A complicare ulteriormente il quadro, arrivano nuovi segnali di debolezza dal mercato del lavoro. Secondo Challenger, Gray & Christmas, le aziende statunitensi hanno annunciato a ottobre oltre 150.000 tagli occupazionali, quasi il triplo rispetto a settembre.
Le motivazioni principali sono due: il rallentamento dei consumi e l’automazione crescente legata all’intelligenza artificiale, che sta iniziando ad avere effetti tangibili sull’occupazione nei servizi e nella tecnologia.
I rendimenti dei Treasury a dieci anni sono scesi verso il 4,09%
Sul fronte valutario, il dollaro si è indebolito leggermente contro yen e sterlina, mentre i rendimenti dei Treasury a dieci anni sono scesi verso il 4,09% nella seconda parte della seduta.
In Europa, la Bank of England ha deciso di mantenere invariati i tassi d’interesse, in contrasto con la Federal Reserve, che a ottobre ha optato per un ulteriore taglio, segnalando divergenze nelle strategie monetarie tra le due sponde dell’Atlantico.
In sintesi
In sintesi, la giornata di giovedì ha messo in luce tutte le fragilità che covano sotto la superficie dei mercati:
- •
una crescita tecnologica che mostra segni di saturazione,
- •
una politica economica americana appesa alle decisioni della Corte Suprema,
- •
un’economia reale che inizia a cedere colpi sul fronte occupazionale.
Il risultato è un mercato che torna a muoversi sull’orlo dell’incertezza, in cui la fiducia diventa l’asset più raro e prezioso da preservare.
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