Tregua marittima tra Stati Uniti e Cina: sospese per un anno le tasse sulle navi

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
4 min

La sospensione delle sanzioni della Sezione 301 offre sollievo agli operatori navali e stabilità ai mercati, ma la leadership cinese nella cantieristica resta intatta

Tregua marittima tra Stati Uniti e Cina: sospese per un anno le tasse sulle navi

USA e Cina sospendono le tasse sulle navi: tregua di un anno nella guerra commerciale marittima

Gli Stati Uniti e la Cina hanno raggiunto un accordo per sospendere per dodici mesi le tasse reciproche sulle navi commerciali, uno dei fronti più sensibili della loro lunga disputa commerciale. La misura, che vale circa 3,2 miliardi di dollari l’anno, riguarda principalmente le grandi navi di costruzione cinese dirette verso i porti americani e rappresenta un importante gesto di distensione tra le due maggiori economie del mondo.

L’intesa è stata definita in occasione dell’incontro in Corea del Sud tra il presidente americano Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, e rientra in un pacchetto più ampio di accordi volti ad allentare le tensioni e rilanciare i rapporti commerciali bilaterali.


Origini del contenzioso: la “Sezione 301” e il dominio cinese nella cantieristica

All’inizio del 2025, l’amministrazione Trump aveva annunciato nuove tasse sulle navi legate alla Cina, giustificandole con l’obiettivo di ridurre la dipendenza americana dall’industria marittima cinese e rilanciare la produzione cantieristica interna.

Queste misure si basavano sulla Sezione 301 del Trade Act, che consente di imporre sanzioni in risposta a pratiche commerciali ritenute scorrette. Un’indagine americana aveva infatti concluso che il predominio cinese nei settori marittimo, logistico e cantieristico derivava da sussidi statali e vantaggi competitivi non trasparenti.

Giovedì, il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha annunciato che l’applicazione della Sezione 301 è sospesa, pur senza chiarire se la misura si estenda anche ad altri ambiti, come le tariffe su vettori automobilistici o sulle gru portuali costruite in Cina.

Dal canto suo, il Ministero del Commercio cinese ha confermato che la sospensione riguarda tutti i settori colpiti dalle sanzioni marittime e che Pechino adotterà misure simmetriche, bloccando temporaneamente le proprie tasse sulle navi di origine statunitense.


Impatto economico e benefici immediati per gli operatori

Le tariffe avevano generato costi aggiuntivi per milioni di dollari a carico degli operatori navali — tra cui la cinese COSCO e l’americana Matson —, causando ritardi nei trasporti e un incremento generalizzato delle spese di spedizione, che si erano poi riflesse sui consumatori finali.

Con la sospensione, il settore tira un sospiro di sollievo.
Il trasportatore High-Trend International Group (HTCO), con sede a Singapore, ha dichiarato che la decisione porta benefici immediati e concreti, eliminando un peso economico e normativo che ostacolava la logistica marittima e i piani di decarbonizzazione del gruppo.

HTCO prevede che la misura ridurrà i costi di spedizione transfrontalieri, migliorerà la stabilità dei flussi di cassa e rafforzerà la fiducia degli investitori nella strategia di crescita aziendale.


Effetti sulla cantieristica cinese

Secondo Bessent, la sola minaccia delle tariffe ha già prodotto effetti visibili: i cantieri navali cinesi hanno registrato un calo degli ordini nel corso del 2025, segnale di un progressivo raffreddamento della domanda internazionale di navi costruite in Cina. Tuttavia, i dati confermano che Pechino continua a dominare il settore.

Un’analisi del Center for Strategic and International Studies (CSIS) basata sui dati di S&P Global mostra che, nei primi otto mesi del 2025, la Cina ha mantenuto il 53% degli ordini globali di navi per tonnellaggio, confermando la propria leadership mondiale nella cantieristica nonostante le tensioni geopolitiche e le misure protezionistiche americane.


Una tregua fragile ma strategica

La sospensione delle tariffe rappresenta una tregua tattica, più che una soluzione definitiva.

Serve a stabilizzare temporaneamente i costi del trasporto marittimo, ridurre la pressione sui mercati globali e offrire spazio per nuovi negoziati bilaterali. Tuttavia, le divergenze strutturali restano: Washington continua a considerare la dominanza cinese nella supply chain marittima una minaccia strategica, mentre Pechino difende la propria posizione come espressione della competitività industriale.

In sintesi, l’accordo offre una pausa di respiro al commercio mondiale, ma anche un banco di prova per verificare se Stati Uniti e Cina siano davvero disposte a trasformare una tregua temporanea in un percorso di cooperazione economica più stabile e sostenibile.

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