Tregua fragile sui mercati: Trump rassicura sulla Cina, ma la crisi francese pesa sull’Europa

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
5 min

L’instabilità politica in Francia e il rischio di nuovi downgrade mantengono alta la tensione sull’Eurozona, frenando il recupero delle borse e spingendo gli investitori verso asset difensivi

Tregua fragile sui mercati: Trump rassicura sulla Cina, ma la crisi francese pesa sull’Europa

Contesto generale: ritorno dell’avversione al rischio

I mercati globali stanno uscendo da un periodo di forte avversione al rischio, innescato da due fattori principali:

  1. 1.

    Il riacutizzarsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, dopo le minacce di nuovi dazi da parte di Donald Trump.

  2. 2.

    La crisi politica interna in Francia, che alimenta l’incertezza nella seconda economia dell’area euro e, di riflesso, sull’intero blocco.

Questi due elementi hanno spinto gli investitori verso asset rifugio — in primis Bund tedeschi, Treasury americani e oro — penalizzando gli asset più rischiosi come azioni e corporate bond.


Tensioni USA-Cina: da minaccia a distensione

Venerdì scorso, Trump aveva dichiarato l’intenzione di imporre dazi del 100% su tutte le merci cinesi a partire dal 1° novembre, in risposta alle restrizioni di Pechino sulle esportazioni di terre rare e semiconduttori.

L’annuncio ha provocato un immediato aumento dell’avversione al rischio: i rendimenti obbligazionari europei sono scesi bruscamente, riflettendo la corsa degli investitori verso la sicurezza.

Tuttavia, già nella giornata di ieri il tono dell’ex presidente è cambiato radicalmente. Su Truth Social, Trump ha scritto:

“Non preoccupatevi per la Cina, tutto andrà a posto! Gli Usa vogliono aiutare la Cina, non colpirla.”

Queste dichiarazioni più concilianti hanno favorito un parziale ritorno della fiducia sui mercati obbligazionari, con i Bund tedeschi orientati verso una stabilizzazione e una moderata risalita dei rendimenti. Secondo gli strategist di Commerzbank, il rientro dell’avversione al rischio potrebbe estendersi anche ai titoli italiani, che beneficiano del miglioramento del sentiment e dello spread in riduzione.


Crisi politica francese: un nuovo fattore di instabilità per l’Eurozona

Parallelamente, cresce la preoccupazione per la crisi politica in Francia, che rischia di pesare sulla stabilità complessiva dell’Eurozona.

Dopo le dimissioni lampo del precedente governo, il neo-premier Sébastien Lecornu ha annunciato una nuova squadra, nominata dal presidente Emmanuel Macron, nel tentativo di rassicurare i mercati. Tuttavia, gli investitori restano cauti.

Il timore principale riguarda la prospettiva di un downgrade da parte delle agenzie di rating internazionali.

  • Moody’s si pronuncerà il 24 ottobre, dopo aver già tagliato il rating francese ad Aa3 lo scorso dicembre (outlook stabile).

  • S&P Global seguirà il 28 novembre, dopo aver già abbassato l’outlook a negativo lo scorso febbraio.

Commerzbank sottolinea che “il rischio di compromessi meno ambiziosi, mozioni di sfiducia e, in ultima istanza, nuove elezioni difficilmente diminuirà”, lasciando intendere che l’instabilità politica potrebbe protrarsi a lungo.

In questo contesto, il differenziale OAT-Bund (spread tra titoli francesi e tedeschi) resta sotto osservazione, poiché un suo ampliamento potrebbe avere ripercussioni anche sul costo del debito degli altri Paesi periferici, in particolare Italia e Spagna.


Italia: conferma del rating e stabilità relativa

Sul fronte italiano, l’impatto della conferma del rating da parte di S&P Global è stato limitato, trattandosi di un esito già ampiamente previsto. La decisione, pur senza upgrade, ha contribuito a mantenere la stabilità dello spread BTP-Bund, che resta vicino ai livelli di inizio mese.

La stabilità italiana, unita al clima più disteso sui dazi, offre un minimo di ancoraggio ai mercati dell’Eurozona, anche se la volatilità rimane elevata in vista delle prossime revisioni di rating, specialmente per la Francia.


Conseguenze per i mercati azionari

1. Europa: cauta ripresa dopo la fuga dal rischio

Le borse europee, penalizzate la scorsa settimana dalle tensioni geopolitiche e dalla crisi francese, mostrano segnali di stabilizzazione.

  • I titoli ciclici e industriali, più esposti alle relazioni commerciali con la Cina, restano deboli.

  • I settori difensivi — come utility, farmaceutico e beni di prima necessità — beneficiano del ritorno verso asset a basso rischio.

  • La borsa di Parigi (CAC 40) resta sotto pressione, riflettendo i timori per la stabilità politica e il potenziale impatto sui conti pubblici francesi.

2. Italia: spread in lieve calo, borse sostenute

Il miglioramento del clima generale e la conferma del rating hanno favorito i titoli finanziari italiani, tradizionalmente sensibili al rischio paese.

  • Banche e assicurazioni potrebbero beneficiare del restringimento dello spread.

  • Tuttavia, la persistenza di volatilità europea e il contesto politico francese invitano alla prudenza.

3. USA: maggiore calma ma focus su tassi e inflazione

Negli Stati Uniti, il tono più distensivo di Trump riduce il rischio di una nuova escalation commerciale.

  • I titoli tecnologici, che la scorsa settimana avevano sofferto per il timore di nuove restrizioni sulle esportazioni verso la Cina, potrebbero guidare il rimbalzo.

  • Tuttavia, la volatilità resta elevata, poiché gli investitori valutano l’impatto combinato di politica commerciale e prossime decisioni della Federal Reserve.


Conclusione

Il mercato si trova in una fase di transizione fragile:

  • Da un lato, il rientro della tensione USA-Cina e la stabilizzazione dei rendimenti obbligazionari offrono respiro ai mercati azionari.

  • Dall’altro, la crisi politica francese rappresenta una nuova fonte di rischio sistemico per l’Europa, potenzialmente in grado di alimentare instabilità sul fronte del debito sovrano e frenare il recupero delle borse.

Nel complesso, gli operatori restano cauti e selettivi, favorendo titoli difensivi e mercati più solidi, in attesa di maggiore chiarezza politica e macroeconomica nelle prossime settimane.

📊 S&P 500 CFD – Analisi giornaliera (13 ottobre)

Dopo il forte sell-off di venerdì, rappresentato da una candela marubozu ribassista particolarmente ampia, l’indice tenta oggi un rimbalzo tecnico che, al momento, ha raggiunto il 61,8% di ritracciamento Fibonacci del movimento discendente. Questo livello, in area 6.668–6.669, rappresenta la soglia chiave da superare per poter parlare di un allentamento credibile della pressione ribassista.

Finché i prezzi resteranno al di sotto di tale resistenza, la reazione odierna appare più come un “dead cat bounce”, ovvero un rimbalzo tecnico di breve all’interno di un trend correttivo, piuttosto che l’inizio di una vera fase di recupero.

💬 Conclusione:
Solo una stabilizzazione sopra i 6.670 punti potrebbe indicare un ritorno di fiducia e un possibile tentativo di riassorbire il movimento ribassista di venerdì; in caso contrario, il rischio resta quello di una prosecuzione della correzione nel breve termine.