Manovra 2026: tra vincoli di bilancio e tensioni politiche

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
4 min

Irpef ridotta per i redditi medi, rottamazione selettiva e bonus alle imprese: dentro la “mini finanziaria” da 16 miliardi i nodi non risolti tra risorse limitate e visioni opposte

Manovra 2026: tra vincoli di bilancio e tensioni politiche
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Manovra 2026: tra vincoli di bilancio e tensioni politiche

La legge di bilancio 2026, una “mini-finanziaria” da circa 16 miliardi di euro, è ancora ai box prima del varo ufficiale. Giorgia Meloni ha convocato un nuovo vertice con Tajani, Salvini, Lupi e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per definire gli ultimi dettagli di un testo che intreccia obiettivi economici e fragili equilibri politici.

Nonostante il lavoro di sintesi compiuto negli incontri a Palazzo Chigi, restano ancora nodi irrisolti su alcuni dossier centrali: pace fiscale, pensioni, banche e misure per le famiglie. La premier punta a chiudere entro metà ottobre, ma la trattativa interna alla maggioranza è tutt’altro che semplice.


Un equilibrio delicato tra tagli, incentivi e limiti di spesa

La manovra nasce in un contesto di risorse limitate, vincolate dai parametri europei e da un debito pubblico elevato. I margini di manovra economica sono ristretti e le scelte devono essere calibrate con attenzione: ogni misura aggiuntiva implica un taglio o una rinuncia altrove.

Il taglio dell’Irpef resta il punto qualificante della legge di bilancio. La seconda aliquota scenderà dal 35% al 33% per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro, con un beneficio massimo di circa 440 euro annui. La misura, del valore di 2,5 miliardi, rappresenta una concessione significativa a Forza Italia, che l’ha sostenuta come intervento simbolo a favore del ceto medio. È prevista anche una sterilizzazione graduale per i redditi superiori ai 50.000 euro, fino a 200.000, per evitare effetti regressivi.

Parallelamente, si lavora a una “pace fiscale” ristretta: una nuova rottamazione delle cartelle spalmata su 108 rate (nove anni), ma limitata ai contribuenti “meritevoli”. L’obiettivo è evitare che i recidivi — chi ha aderito a precedenti rottamazioni senza completare i pagamenti — possano rientrare nel perimetro. Qui la Lega spinge per un approccio più inclusivo, ma il MEF e Fratelli d’Italia temono l’effetto boomerang di un condono troppo ampio.


Le altre misure: pensioni, imprese, famiglie e sanità

Sul fronte pensionistico, il governo punta a congelare parzialmente l’aumento dell’età pensionabile previsto dal 2027. Il blocco totale sarebbe riservato solo a chi compirà 64 anni in quell’anno, mentre per gli altri si prevede una sterilizzazione graduale.

Per le imprese, si va verso la proroga dell’Ires premiale per chi reinveste gli utili in occupazione e innovazione (costo stimato 400-500 milioni). È allo studio anche una nuova formula che superi Transizione 5.0, considerata poco efficace.

Il pacchetto famiglie, del valore compreso tra 500 milioni e 1 miliardo, include la proroga del congedo parentale all’80% per tre mesi dopo quello obbligatorio, e incentivi fiscali legati al quoziente familiare. Sul fronte abitativo, confermato il bonus ristrutturazioni al 50% per la prima casa, ma in forma più selettiva.

La sanità riceverà circa 2,5 miliardi aggiuntivi, che si sommano ai 4 miliardi già stanziati lo scorso anno. L’obiettivo è potenziare il personale e ridurre le liste d’attesa, con un focus particolare sulla medicina territoriale.


Il capitolo banche e la coperta corta del gettito

Resta aperta la partita con il sistema bancario. Il governo intende chiedere un “contributo concertato” agli istituti di credito, stimato tra 2 e 3 miliardi di euro, ma senza ricorrere a misure punitive. La trattativa con l’Abi è appena iniziata, ma l’idea di prolungare il congelamento delle Dta (imposte differite attive) fino al 2027 sembra perdere quota, sia per questioni di gettito che per resistenze europee.

Come ha sintetizzato il ministro Giorgetti, la manovra è una “torta dagli ingredienti complicati”: l’obiettivo è farla cuocere al punto giusto, evitando che il peso politico di una forza di maggioranza sbilanci l’impasto complessivo.


Un equilibrio precario

In sintesi, la manovra 2026 rappresenta un compromesso tra le priorità elettorali dei partiti di governo e i vincoli della realtà finanziaria.

Forza Italia ottiene il taglio Irpef, la Lega cerca di salvare la rottamazione e la flessibilità pensionistica, mentre Fratelli d’Italia punta a mantenere il controllo sul deficit.
Ma con risorse limitate e un quadro economico incerto, la vera sfida sarà trasformare una legge di bilancio “difensiva” in un messaggio di fiducia per famiglie, imprese e mercati.