Ucraina sotto pressione: crisi politica interna e negoziati internazionali in bilico

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
4 min

Il piano USA-Russia divide, l’Europa prova a ribilanciare i termini

Ucraina sotto pressione: crisi politica interna e negoziati internazionali in bilico
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Il momento più delicato per l'Ucraina

L’Ucraina sta vivendo uno dei momenti politicamente più delicati dall’inizio dell’invasione russa del 2022. Il presidente Volodymyr Zelensky, colpito da un grave scandalo di corruzione che ha travolto due ministri del suo governo e generato forte indignazione interna, si trova oggi ai minimi storici di consenso.

Paradossalmente, però, questa fragilità lo rende ancora meno disposto a fare concessioni sul fronte diplomatico: qualunque cedimento su territorio, sovranità o capacità militare rischierebbe di distruggere la sua legittimità interna e metterlo politicamente (e forse fisicamente) in enorme pericolo.

L’amministrazione Trump ha presentato un piano di pace in 28 punti

È in questo clima che l’amministrazione Trump ha presentato un piano di pace in 28 punti, redatto dal consigliere speciale Steve Witkoff e dal mediatore russo Kirill Dmitriev.

Il documento, ritenuto da molti osservatori sbilanciato verso Mosca, richiederebbe a Kyiv di accettare la cessione di territori, un limite alle proprie forze armate, la rinuncia formale alla NATO e modifiche costituzionali profonde. Zelensky ha definito la proposta umiliante, una «resa mascherata».

Gli ucraini sono contrari a concessioni territoriali

La società ucraina, nonostante la stanchezza dopo quasi quattro anni di guerra, resta nettamente contraria ad ogni ipotesi di concessione territoriale. Sia i politici filo-governativi che quelli dell’opposizione escludono che un presidente – soprattutto uno indebolito – possa accettare un simile accordo senza essere immediatamente travolto dalla reazione popolare.

Sul campo la situazione è difficile

Sul campo la situazione è difficile: la Russia avanza lentamente ma con perdite enormi.

Tuttavia, nonostante la consapevolezza che il 2025 potrebbe portare condizioni militari ancora più complesse, la leadership ucraina ritiene che accettare le condizioni del piano americano sarebbe peggio che rifiutarlo. «Sarebbe suicidio politico e fisico», osservano alcuni ex ministri.

L'Ucraina e lo scandalo corruzione

Lo scandalo corruzione ha complicato ulteriormente lo scenario, ma paradossalmente ha anche mostrato un’Ucraina in cui le autorità anticorruzione possono indagare persino i ministri più vicini al presidente. Per molti analisti, questo rafforza l’immagine del Paese come democrazia che, pur in guerra, mantiene istituzioni funzionanti.

Mentre gli Stati Uniti—spaccati tra volontà di chiudere la guerra e preoccupazioni per i rapporti con l’Europa—premono per un accordo entro Thanksgiving, Zelensky e il suo staff cercano di correggere il testo insieme ai partner europei.

Francia, Germania e Regno Unito hanno preparato una versione alternativa

Francia, Germania e Regno Unito hanno preparato una versione alternativa con modifiche sostanziali: richiesta di cessate il fuoco sulle linee attuali, nessuna cessione preventiva di territori, nessuna limitazione drastica alle forze armate ucraine e nessuna interferenza da parte di terzi su questioni come sanzioni o integrazione europea.

Anche il fronte russo non appare convinto: Mosca vuole più concessioni e considera la bozza americana troppo favorevole all’Ucraina.

Le forze armate ucraine non percepiscono alcuna imminente sconfitta sul campo

Sul piano militare, un’imposizione unilaterale di cedere città fortificate nel Donbas potrebbe scatenare una crisi interna tra governo e forze armate, che restano determinate a combattere e non percepiscono alcuna imminente sconfitta sul campo.

Gli Stati Uniti mantengono leve importanti: possono limitare la vendita di armi e la condivisione di intelligence. Ma la capacità di condizionare Kiev è limitata dal fatto che gli ucraini vedono questa guerra come esistenziale. Anche senza supporto immediato, la resistenza continuerebbe.

Trump critica l’Europa

Parallelamente, Trump critica l’Europa e accusa l’Ucraina di mancanza di gratitudine, mentre il suo segretario di Stato, Marco Rubio, parla di «progressi significativi» nei colloqui di Ginevra. Zelensky risponde con toni prudenti ma fermi: l’obiettivo non è solo fermare la guerra, ma garantire che non possa ricominciare.

L’Europa, da parte sua, cerca un ruolo attivo per evitare accordi siglati alle sue spalle e per tutelare i propri interessi strategici. Ursula von der Leyen ha fissato tre paletti: inviolabilità dei confini, nessuna limitazione all’esercito ucraino, nessun accordo sulle sanzioni senza l’UE.

La diplomazia si è riaperta ma su un terreno minato

La diplomazia si è riaperta ma su un terreno minato: Trump vuole un accordo rapido, l’Ucraina vuole evitare una resa mascherata, l’Europa vuole evitare una pace che porti a una nuova guerra, e la Russia vuole guadagnare terreno politico senza fermare la propria espansione strategica.

Il rischio più grande è che un compromesso affrettato possa non chiudere il conflitto, ma solo sospenderlo, preparando un futuro scontro ancora più violento.

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