USA, attesa per l'asta odierna dei Treasury a 30 anni
pubblicato:I bond vigilantes hanno già dimostrato di guardare con attenzione le scadenze più lunghe. Gli equilibri commerciali passano anche da qui

C’è attesa oggi sui mercati obbligazionari per l’asta odierna di titoli del Tesoro statunitense con scadenza a 30 anni.
La scadenza lunga trentennale è in questa fase di mercato la più monitorata dai cosiddetti “bond vigilantes”, ossia da quegli istituzionali che operano con grandi masse sui mercati obbligazionari e spesso sottolineano con le proprie posizioni l’approvazione o la bocciatura da parte del mercato della politica fiscale e finanziaria dei vari Paesi.
I primi passi indietro sui dazi dell’Amministrazione Trump giunsero quando il rendimento dei titoli del debito pubblico americano a 30 anni superarono la soglia psicologica del 5%
Per questo motivo, dopo i recenti accordi di Washington con la Cina e le rinnovate minacce agli altri partner commerciali, sarà importante verificare oggi cosa dirà all’asta odierna il mercato del debito Usa.
Oggi, 12 giugno 2025, il Tesoro USA offrirà titoli con scadenza al maggio 2055 per 22 miliardi di dollari. Un’asta che normalmente sarebbe poco più di un passaggio burocratico, un automatismo quasi del mercato, sarà invece guardata con attenzione anche da altri operatori di mercato, compresi gli investitori nei mercati azionari.
La volatilità dei rendimenti dei Treasury USA ha infatti attirato l’attenzione in modo particolare durante questa seconda amministrazione Trump ancora più vocata al mercantilismo.
I record dei rendimenti del Treasury a 30 anni del 22 maggio scorso al 5,161% hanno dimostrato di potere inviare un segnale potente a Washington.
Erano livelli già visti nell’ottobre 2023, ma questa volta hanno dimostrato di potere acquisire una peculiare valenza politica.
In queste ore i rendimenti per queste scadenze più lunghe sono al 4,873%.
Oggi, dopo gli accordi ‘di principio’ raggiunti a Londra con la Cina, dopo lo sblocco del commercio cinese di terre rare e magneti in cambio di concessioni USA all’export verso la Repubblica Popolare, i mercati mantengono una diffusa diffidenza.
Si traduce in ribassi dei maggiori mercati azionari, compresa Wall Street, che sembrano avere perso la fiducia in maniera importante.
Anche il biglietto verde mostra ancora una volta un sostanziale debolezza e il cambio euro/usd con i massimi odierni a 1,16317 è tornato su livelli che non si vedevano dalla fine del 2021.
Al calo dello 0,89% di queste ore dell’euro sul dollaro, si affianca una flessione dello 0,66% sullo yen. Un altro cambio particolarmente attenzionato visto che il Giappone, con oltre 1,13 trilioni di dollari di titoli di Stato USA a marzo, è il maggiore finanziatore degli Stati Uniti, seguito da Regno Unito e solo al terzo posto dalla Cina.
Proprio per questo oggi saranno guardati con particolare attenzione anche i rendimenti chiesti dal mercato sui prestiti a stelle e strisce a 30 anni. Gli equilibri commerciali globali hanno dimostrato di passare anche da lì.