Virus West Nile in Italia, cosa sappiamo e come difenderci

di Alessia Seminara pubblicato:
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Crescono i casi di virus West Nile in Italia: sintomi, prevenzione e cosa fare per proteggerti dalle punture di zanzara.

Virus West Nile in Italia, cosa sappiamo e come difenderci

Negli ultimi anni ci siamo abituati a considerare le zanzare non più solo come un fastidio estivo, ma come potenziali vettori di malattie anche gravi. In Italia, il cambiamento climatico ha contribuito ad allungare la stagione di attività di questi insetti e a favorire la diffusione di virus un tempo considerati tropicali. Tra questi, il virus West Nile, che nelle ultime settimane sta destando preoccupazioni e che ha già causato morti nel nostro Paese. Cerchiamo di fare insieme il punto della situazione per conoscere meglio questa minaccia e per difendere la nostra salute.

Cos’è il virus West Nile? Origine e diffusione

In merito all’origine del virus West Nile, sappiamo che è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nella regione del West Nile, da cui prende il nome. Fa parte della famiglia dei Flaviviridae, la stessa di altri virus noti come Zika e dengue.

Purtroppo, negli ultimi decenni il virus si è diffuso dall’Africa all’Europa, al Medio Oriente, fino all’America. In Italia è endemico dal 2008: ogni estate si registrano centinaia di casi umani.

Il virus viene diffuso principalmente dalle zanzare Culex, la classica zanzara comune, che rappresenta il principale vettore. La loro presenza è stata recentemente favorita dall’aumento delle temperature: questo tipo di insetto si diffonde soprattutto grazie alle recenti estati più calde e primavere anticipate.

Come si trasmette il virus West Nile

Abbiamo già indicato la zanzara Culex, ossia quelal comune, come principale vettore del virus West Nile, ma come si trasmette esattamente questo patogeno?

La trasmissione all’uomo, molto semplicemente, avviene tramite la puntura di zanzare infette.

Sono stati documentati casi di trasmissione tramite trasfusioni di sangue, trapianti d’organo e da madre a feto, ma sono estremamente rari. In Italia, finora, nessun caso del genere è stato accertato.

I principali serbatoi del West Nile sono gli uccelli selvatici: quando li pungono, le zanzare si infettano e possono trasmettere il virus all’uomo.

Anche altri animali, come equini, cani, gatti e conigli, possono infettarsi, ma non contribuiscono attivamente alla diffusione del virus.

Sintomi del virus

Passiamo ora ad analizzare i sintomi causati dal virus West Nile: il dato positivo è che, nella norma, 8 persone su 10 infettate non mostrano alcun sintomo. Purtroppo, però, questo è il dettaglio che rende difficile il tracciamento dei contagi.

Il restante 20% delle persone infette può manifestare sintomi influenzali di importanza variabile: si va dalla febbre leggera, con mal di testa, dolori muscolari e nausea a sintomi gravi e complicazioni.

L’infezione, in un caso su 150, può manifestarsi con la sua forma neuro-invasiva, con encefalite, meningite, convulsioni, con possibile coma.

I soggetti oltre i 65 anni, immunocompromessi o con malattie croniche hanno un rischio maggiore di sviluppare complicanze.

La situazione attuale in Italia

Secondo i dati l’ISS aggiornati al 28 luglio 2025 si contano in Italia 32 casi confermati di virus West Nile. Di questi, 23 hanno sviluppato sintomi neuro-invasivi.

I casi si concentrano in Lazio (soprattutto Latina), Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna e Campania

L’ISS ha consigliato di proteggersi dalle zanzare, quando possibile, con repellenti antizanzare, maniche e pantaloni lunghi. Ad oggi, infatti, non esistono vaccini contro il West Nile, né una terapia specifica. L’unica arma che abbiamo per difenderci è evitare le punture.