Wall Street contrastata. Dow Jones in calo. Non basta Nvidia
pubblicato:Dopo una seduta di recupero per l'Asia (a Tokyo il Nikkei 225 aveva guadagnato lo 0,55%), la giornata è stata contrastata per l'Europa e alla fine anche per Wall Street ma l'avvio della tornata di trimestrali della Corporate America, con protagonisti i big bancari, non ha sostenuto la performance del Dow Jones Industrial Average, che con un calo dello 0,98% (436,36 punti), a 44.023,29 punti, è risultato il peggiore dei tre principali indici Usa. In fondo al Dow Jones con un crollo del 3,20% si è piazzata American Express e diversi altri titoli finanziari hanno perso significativamente terreno. Giornata in negativo anche per l'S&P 500, deprezzatosi dello 0,40% (24,80 punti), a 6.243,76 punti.
In positivo, invece, il Nasdaq Composite, in progresso dello 0,18% (37,47 punti), a quota 20.677,80 punti, al traino del settore tecnologico e, in particolare, del comparto dei semiconduttori. Un'iniezione di fiducia è arrivata direttamente da Washington, sull'annuncio che Nvidia potrà ricominciare a vendere in Cina il chip per l'intelligenza artificiale H20. E Nvidia ha chiuso in rally del 4,04% salendo in vetta al Dow Jones. Advanced Micro Devices (Amd) è invece rimbalzata del 6,41% (tra i migliori di S&P 500 e Nasdaq) dopo avere comunicato che lo U.S. Department of Commerce riesaminerà anche le licenze per l'invio dei suoi chip Mi308 in Cina. Si tratta ovviamente di una buona notizia per l'industria dei chip nel suo complesso ma è soprattutto il segnale dell'allentamento della guerra commerciale contro Pechino.
Non a caso tra gli undici sottoindici che compongono l'S&P 500, il solo Technology ha registrato un'espansione (dell'1,27%). La maglia nera è andata a Materials (in flessione del 2,11%), con performance estremamente negative anche per Health e, appunto, Financials (in ribasso dell'1,88% e dell'1,65% rispettivamente). Tra i big bancari che hanno presentato la trimestrale, l'andamento più negativo è stato quello di Wells Fargo & Co. che ha segnato un crollo del 5,48% dopo avere comunicato risultati contrastati, peggiorando parallelamente la guidance sull'intero esercizio. Limita i danni Jp Morgan Chase & Co. (deprezzatasi dello 0,72%), dopo avere segnato nel secondo trimestre una contrazione dei ricavi dell'11% annuo a 44,91 miliardi di dollari, sopra comunque ai 43,80 miliardi stimati dagli analisti.
Sul fronte macroeconomico, in giugno il tasso d'inflazione è salito in Usa sul 2,7% annuo dal 2,4% di maggio, in linea con le aspettative. Su base sequenziale l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,3% contro lo 0,1% precedente, anche in questo caso in linea con le stime. L'inflazione core ha invece accelerato sul 2,9% annuo dal 2,8% di marzo, aprile e maggio, contro il 3,0% previsto. In luglio l'indice Empire State Manufacturing è cresciuto su 5,5 punti da -16,0 punti di giugno, ritornando in positivo per la prima volta dopo quattro mesi. Il dato si confronta con il rialzo limitato a -9,0 punti del consensus di Dow Jones Newswires e Wall Street Journal.
RR - www.ftaonline.com