Tecnologici sull'altalena, il tema dei dazi Usa si fa rovente
pubblicato:Dopo che ASML ha ritirato la guidance sulla crescita nel 2026, la taiwanese TSMC oggi risolleva il mercato dei chip con dati eccellenti. Sullo sfondo il tema dei dazi sui semiconduttori diventa top topic per il comparto

Sempre più instabili il mercato globale dei microprocessori e l’industria dei semiconduttori tra numeri record e incertezze geopolitiche. Basta guardare agli scossoni visti in Europa nel comparto nelle ultime 24 ore. Ieri ASML, oggi TSMC hanno generato un vero terremoto nelle quotazioni.
ASML, ottimi dati, ma ritira la guidance sul 2026
ASML, acronimo di Advanced Semiconductor Materials Lithography, è un colosso olandese che è anche il miglior produttore di apparecchiature litografiche per la realizzazione di microprocessori. Ieri ha pubblicato dei dati da capogiro: nel secondo trimestre ha aumentato del 15% i ricavi a oltre 7,69 miliardi di euro (consensus di S&P Market Intelligence a $ 7,56 mld) e ha catapultato l’utile netto da 1,57 a 2,29 miliardi, il suo margine lordo da quasi 4,13 miliardi di euro ha battuto del 53,7% la guidance della società. Anche l’utile netto per azione del gruppo guidato dal CEO Christophe Fouquet ha nettamente battuto le attese crescendo del 32% a 5,90 euro oltre le previsioni degli analisti ferme a 5,24 euro.
Ma poi Fouquet ha dovuto ammettere. “Guardando al 2026, vediamo che i fondamenti dei nostri clienti per l’AI restano forti. Al contempo registriamo una crescita incertezza guidata dagli sviluppi macroeconomici e geopolitici. Quindi ci prepariamo ancora per una crescita nel 2026, ma non possiamo confermarla in questa fase”.
Da una crescita a doppia cifra al rischio di una frenata insomma, così il titolo è crollato: dai 706 euro del giorno prima ad appena 625 euro, con volumi impetuosi, circa 2,37 milioni di pezzi passati di mano in una sola seduta contro un media giornaliera di poco più di 700 mila pezzi. Il titolo ha perso l’11% violando, dopo un ampio gap down, le medie mobili esponenziali a 50, 100 e 200 sedute. Una debacle, che il recupero dell’1,36% di queste ore allevia poco.
Nel frattempo, sullo sfondo (ma non troppo) stamane Nikkei Asia si chiedeva: "La Cina riuscirà a farsi la propria ASML?". L'articolo osservava come big cinesi del chip come SMIC o anche CXMT e YMTC siano indietro di appena una generazione sui grandi protagonisti globali del microprocessore e abbiano costruito una filiera interamente cinese con un solo buco: proprio la litografia di cui si occupano ASML e pochi altri (Canon e Nikon).
Solo big come ASML ci riescono davvero e l'olandese è anche fornitore esclusivo dell'ultravioletto estremo della taiwanese TSMC con un macchinario che pesa 150 tonnellate ed è lungo 14 metri. Tecnologie così delicate che in passato sono finite anche nel tritacarne della competizione commerciale e giuridica tra Stati Uniti e Cina. Ma intanto la pressione cresce ogni giorno. Al punto che si sarebbe creato il trio Huawei-SiCarrier-Yuliangsheng proprio con l'obiettivo di sostituire il predominio della tecnologia di ASML. con l'appoggio ovviamente di governo e grandi player del settore tecnologico cinese. Produrre chip da 7 nanometri sarebbe la nuova sfida, un tema forse non di oggi ma sicuramente di domani...
TSMC, il big di Taiwan del chip risolleva il comparto
Poi oggi sono arrivati sui mercati globali dei semiconduttori i conti da record di TSMC (acronimo di Taiwan Semiconductor Manufacturing Company), che a Taiwan soprattutto, è di gran lunga il maggiore e migliore produttore fisico di microprocessori del mondo, dai suoi stabilimenti passano anche i chip per l’AI di Nvidia, per intendersi. Nel secondo trimestre ha registrato un balzo dei ricavi del 38,6% a 933,78 miliardi di nuovi dollari di Taiwan (NTD), ben oltre i 920 miliardi del consensus raccolto da S&P Market Intelligence tra 24 analisti. In dollari significa la significativa cifra di 30 miliardi di dollari in soli tre mesi.
L’utile netto della società di Hsinchu che è stata un pioniere nel business delle fonderie di silicio in cui Intel non riesce per ora a ottenere risultati paragonabili, è balzato del 60,7% a 398 miliardi di NTD, ossia 12,825 miliardi di dollari. L’utile per azione è balzato del 60,7% da 9,56 a 15,36 NTD, anche se forse è meglio considerare gli utili per ogni ADR, gli America Depositary Receipts quotati in dollari: $ 2,47 nel trimestre, in crescita del 60,7% ben oltre i 2,28 dollari del consensus degli analisti. Il senior-vicepresident e CFO di TSMC Wendell Huang ha commentato: “Il nostro business nel secondo trimestre è stato supportato da una sostenuta e robusta domanda di chip per l’intelligenza artificiale e l’High Performance Computing (HPC). Ci aspettiamo anche nel terzo trimestre una domanda forte”. Così la guidance per il terzo trimestre del 2025 è stata posta per i ricavi tra 31,8 e i 33 miliardi di dollari, che nel punto medio, a 32,4 mld, sarebbero del 7,7% più alti di quelli del trimestre appena concluso.
Prospettive brillanti che spingono gli ADR di TSMC in pre-market a un rialzo del 3,94% a 246,9 dollari. Ma già in Europa molti titoli ne approfittano per un recupero. Se ASML, come visto, è rimasta indietro nonostante qualche guadagno odierno, STM recupera i livelli dell’altro ieri e li supera: in queste ore segna un rialzo del 3,37% a 27,78 euro dopo un massimo a quota 27,92.
La tedesca Infineon, che già ieri aveva avviato una decisa rimonta a Fraconforte dopo i primi affondi, segna un rialzo dell’1,14% a 37,83 euro e tratta sopra i livelli dell’altro ieri.
Tecnologia, rischi di dazi sui semiconduttori
Volatilità e incertezza insomma che coinvolgono i grandi tecnologici europei in queste sedute.
Sicuramente gli interrogativi chiave riguardano il livello del dollaro e delle valute, essenziali per le vendite di questi gruppi e il livello dei dazi Usa. Nei negoziati muscolari della Casa Bianca sono rientrati infatti da poco, anche i chip martedì sera, quando lo stesso presidente Usa Donald Trump ha minacciato di imporre nuovi dazi anche sui semiconduttori (oltreché sui farmaci) a partire dal prossimo primo di agosto. Sebbene alcuni analisti sul punto abbiano visioni diverse e ipotizzino un approccio più morbido della Casa Bianca sui semiconduttori, è un fatto che il silicio sia rientrato nel menù terribile del prossimo primo agosto.
E' vero che il segnale inviato con il via libera alle vendite dei microprocessori H20 di Nvidia alla Cina è stato distensivo, ma i chip sarebbero menzionati in nuove lettere inviate a oltre 150 giurisdizioni messe in allerta per la scadenza del prossimo 1° agosto sulla quale – come noto – l’Europa è già impegnata in un braccio di ferro per scongiurare il rialzo generale delle tariffe al 30%
Preoccupano l’industria anche i paventati dazi sul rame d’importazione, minacciati fino al 50% L’incertezza geopolitica e tariffaria era alla base del ritiro della guidance sulla crescita 2026 da parte di ASML, il mercato dimostra che il tema dei dazi sta diventando rovente anche per l’industria del silicio.