Avio, ecco perché l'ultimo contratto per i missili di MBDA è molto importante

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Gli Aster in oggetto sono l'armamento dei sistemi SAMP/T, l'alternativa europea ai Patriot. Il quadro generale, gli accordi franco-italiani, i piani di collaborazione...

Avio, ecco perché l'ultimo contratto per i missili di MBDA è molto importante

Il gruppo Avio stamattina ha fatto una piccola comunicazione che ha scosso poco il titolo: l’azione del nome più famoso dell’aerospazio italiano segna infatti rialzo dello 0,4% a 24,85 euro e porta la capitalizzazione a 674,9 milioni di euro, pur dopo un primo avvio brillante fino a 25,55 euro per azione che avrebbe scontato un rialzo ben più corposo, il 3,23%

Avio, il nuovo contratto missilistico da oltre 50 milioni di euro

Eppure ieri a mercato chiuso, quindi per la reazione odierna dei mercati, la società di Colleferro, in provincia di Roma, ha comunicato una conferma non da poco. Circa 50 milioni di euro di nuovi ordini dal big dei missili MBDA in Francia.
Da aggiungere altri 10 milioni di euro per altri ordini autonomi e non correlati nell’ambito del medesimo contratto.

Di cosa si tratta? Avio fornirà i motori propulsivi e le relative superfici aerodinamiche per il sistema di difesa ASTER 30, dei missili anti aerei terra-aria che pesano 510 chilogrammi ciascuno e hanno una gittata di 120 chilometri circa.

Avio ha comunicato che i contratti si inseriscono in un accordo preesistente con MBDA, verosimilmente si tratta di quell’accordo di inizio 2023 per circa 700 missili ASTER destinati alle marine di Francia e Italia sul quale non mancarono polemiche.

Il DPP 2024-2026, cioè l'attuale piano di spesa della Difesa italiana, prevede per il programma Difesa Aerea Missilistica, che include anche (ma non solo) l’adeguamento del parco missili ASTER, oltre 3,6 miliardi di euro tra il 2024 e il 2036, circa mezzo miliardo l’anno. Senza considerare che, a quanto sembra, il programma procede in parallelo con un omologo francese.

Avio, missili Aster? Costosi, ma strategici

Difficile però obiettare alla strategicità degli ASTER che nella versione modificata prevista Aster 30 Block 1-NT sembra possano affrontare anche i missili balistici a lungo raggio (quelli che – tra l’altro – potrebbero trasportare bombe nucleari). Il prom test di successo in Francia nel poligono di Biscarosse risale ad appena lo scorso ottobre.

Si tratta sicuramente di missili costosissimi, per i 700 missili totali comprati da Francia e Italia, La Tribune ha parlato di 2 miliardi di euro e The Defense Post ha fatto una cifra più precisa: come ordine di grandezza significherebbe circa 3,11 milioni di euro a missile. Altre fonti parlano di circa 2 milioni a missile per la versione base.

Certo nel contratto franco-italiano da 700 missili (sono missili diversi ci sono dentro gli Aster 15 con getta minore (30 km), i normali Aster 30 con altezza di volo a 20 chilometri e gli Aster 30 B1 con altezza di volo a 25 chilometri. La parolina magica in realtà è un’altra SAMP/T.

Samp/T contro Patriot, c'è un'alternativa a Washington?

Tutti abbiamo letto nelle ultime settimane del vitale bisogno dell’Ucraina dei sistemi americani anti-missile Patriot.

Bene i missili Aster sono concepiti per attrezzare la SAMP/T che rappresenta (o vorrebbe) l’alternativa europea ai Patriot americani: il nome intero infatti è in sigla francese FSAF – SAMP/T Famille de Sol-Air Futurs - Sol-Air Moyenne-Portée / Terrestre. C’è anche la versione navale che invece di SAMP/T si chiama SAAM o PAAMS. L’origine e la committenza sono davvero europee, di quelle del ‘prendiamo in mano il nostro destino’. La contrapposizione del nuovo sistema anti-missilistico europeo è chiaramente contrapposta al predominio statunitense dei Patriot. Al punto che le parti si criticano quasi apertamente l'un l'altra: c'è chi dice che i SAMP faticano a colpire alla partenza i missili balistici (ma l'Italia parla di feedback positivi) e chi sottolinea che soli 15 uomini possono pilotarli contro i 90 uomini circa usati dai Patriot. I missili però servono, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal Kiev aveva minacciato di nazionalizzarne la produzione a fronte delle lentezze di MBDA (che in passato si disse ne produceva in un lasso di tempo tra i 9 mesi e l'anno).

Proprio l'Ucraina è il banco di prova dei due gruppi d'arma, Patriot Usa contro SAMP/T UE, Stati Uniti contro Europa. E ovviamente a Kiev, che ha entrambi i sistemi, ma ne vorrebbe e necessiterebbe di più, non conviene esprimere preferenze... Di certo però anche questo tema potrebbe far parte dei negoziati commerciali con Washington, visto che - come noto - le maggiori concessioni ottenute per i finanziamenti alla Nato sono state forse il frutto politico più indigesto degli ultimi mesi per Bruxelles. E dopo è venuto il rincaro dei Patriot comprati dagli europei...

Di certo come i Patriot sono fieramente americani con la loro Lockheed Martin così i SAMP-T sono nettamente europei. Il committente è uno strumento dei governo, la joint venture franco-italiana EuroSAM. Di Eurosam sono infatti azionisti al 33,3% MBDA France, al 33,3% MBDA Italy e al 33,3% la francese Thales. MBDA, la società da oltre 18 mila dipendenti tra Francia, Regno Unito, Italia, Germania e Spagna, è il gruppo che praticamente realizza questi missili o ne compra le componenti. Il suo azionariato è anglo europeo: al 37,5% la franco-tedesca Airbus, al 37,5% la Bae Systems e al 25% l’italiana Leonardo.

Ed Avio? Senza considerare che Leonardo è l'azionista di riferimento della stessa Avio con poco meno del 29% del capitale, la nostra dell'aerospazio è nella lista fornitori. Una lista molto importante che spesso poi riequilibra le commesse, visto che spesso i Paesi con i miliardi di contratti pubblici in gioco vogliono anche garanzie per le produzioni locali.

Lo scorso 9 aprile la stessa EuroSAM annunciò un contratto per il “revamping” delle navi Andrea Doria, Caio Duilio, Forbin e Chevalier Paul e ci lavorerà anche Naviris, una jointventure paritetica tra Fincantieri e il francese Naval Group.

Peraltro un programma di ammodernamento inserito nel programma di cooperazione militare OCCAR, un documento siglato nel lontano 1998 da Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia che sta vivendo una nuova stagione.

Insomma anche nel campo degli armamenti in Europa è tutto davvero complicato e strutturato, ma ogni tanto, con l’aiuto di miliardi di commesse pubbliche, le cose poi si sbloccano e la collaborazione aiuta.