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Banche, ecco come funzionerà la tassazione sugli extraprofitti

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
6 min

Nuovi prelievi sui margini di interesse oltre certe soglie. Risorse destinate a famiglie in crisi con i mutui variabili e a taglio delle imposte. Vendite sui bancari a Piazza Affari, proteste dal mondo del credito. Alcuni miliardi dal prelievo del 40% sui margini di interesse aggiuntivi: ecco dettagli, reazioni e qualche retroscena

Banche, ecco come funzionerà la tassazione sugli extraprofitti

Colpo di scena d’agosto per il mondo bancario italiano. L’ultimo Decreto Legge “Omnibus” del governo prima dell’estate ha assorbito come sempre una varietà di tematiche, ma quella che scuote oggi i listini azionari è sicuramente la nuova imposta del 40% sugli extraprofitti degli istituti di credito, intesi come quote dei margini di interesse bancari rimpolpati negli ultimi mesi dall’aumento dei tassi della Bce.

Secondo le prime stime si potrebbe arrivare a un prelievo complessivo tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro per il 2022 e il 2023 soltanto per le banche quotate, quindi circa il 3% del loro valore di Borsa.

Ammesso che - come probabile - le banche non elaborino stratagemmi contabili di contrasto. Ma sulle previsioni di dettaglio della nuova manovra torneremo dopo.

Il vicepremier Matteo Salvini ha specificato che si tratta di “una norma di equità sociale. Non stiamo parlando di qualche manciata di milioni, ma si possono ipotizzare alcuni miliardi”.

D’altronde le risorse raccolte dovrebbero essere destinate a provvedimenti per le famiglie alle prese con i rincari dei mutui sulla prima abitazione lievitati con il rialzo dei tassi e al fondo per il taglio delle tasse (in primis l’Irpef e le imposte sulle imprese).

In pratica una correzione degli effetti più pesanti della forte stretta monetaria della Bce dell’ultimi mesi verso la quale d’altronde il governo ha manifestato crescenti critiche negli ultimi tempi.

Il provvedimento era stato discusso già nei mesi scorsi a più riprese, ma poi sembrava essere passato in secondo piano. Non si tratta di una novità a livello europeo perché misure simili sono già state prese in Spagna, ma per i mercati azionari italiani oggi è una doccia fredda.

Banche ed extraprofitti, l’impatto sui mercati

La seduta di oggi si è infatti aperta all’insegna delle vendite, che, complice il peso del settore bancario sui vari panieri, si sono comunicati alle performance degli interi listini.

Nel primo pomeriggio a Milano il Ftse Mib cede il 2,25% e il Ftse Italia All Share il 2,13%.
L’indice del settore creditizio italiano, il Ftse Italia Banche perde un corposo 7,09% che ben individua l’origine dei maggiori ribassi.

Dopo una difficile apertura a causa delle forti pressioni in vendita le maggiori banche segnano tutte performance molto negative: Fineco (-7,96%), Bper Banca (-9,5%), Intesa Sanpaolo (-8,05%), Banco BPM (-8,32%), Mps (-8,59%), Unicredit (-5,68%), Mediobanca (-2,23%).

Cede alle vendite diffuse sul settore anche il Credem (-8,05%), nonostante l’annuncio dei dati del primo semestre abbia confermato ottime performance anche per questo istituto con un utile netto consolidato dei sei mesi in crescita del 90,3% a 298,7 milioni di euro.

Banche, come funzionerà la nuova imposta

Il meccanismo messo in piedi dal governo prevede un prelievo sul margine d’interesse delle banche per la quota eccedente determinate soglie.

In particolare son previsti due calcoli distinti, uno sul 2022 e uno sul 2023. Oltretutto con la pubblicazione nel primo pomeriggio del comunicato del governo sui provvedimenti, le percentuali di calcolo sono cambiate.

La nota del governo specifica l'imposta straordinaria sarà calcolata come la percentuale del 40% sul maggior valore tra:

  1. 1.

    l’ammontare del margine d’interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023 che eccede per almeno il 5 per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022;

  2. 2.

    l’ammontare del margine di interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 che eccede per almeno il 10 per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022.

Fissato un paletto nel 25% del patrimonio netto delle singole banche: oltre quella soglia il prelievo non potrà comunque andare.

La nota del governo stravolge i calcoli fatti inizialmente dagli operatori che nella bozza leggevano le percentuali del 3 e del 6% rispettivamente al posto delle quote attuali del 5 e del 10%

Oltretutto la scelta del valore maggiore tra i due chiarisce che l'imposta andrà calcolata solo su uno dei due valori ed è coerente con i rumors di un gettito complessivo inferiore ai 3 miliardi di euro.

Banche, una manovra più precisa rispetto a quella sugli energetici

L’Italia non è nuova negli ultimi anni alla tassazione degli extraprofitti generati da alcuni settori in circostanze straordinarie di mercato. Il precedente più illustre e recente è stato quello della molto discussa tassazione degli extraprofitti delle compagnie energetiche. Quell’intervento però è stato però oggetto di critiche per diversi mesi e associazioni di imprese e analisti ne hanno contestato per diverso tempo una eccessiva vaghezza e imprecisione che ha portato anche a diverse opposizioni formali alle norme e a qualche incertezza negli esiti finali del provvedimento.

Diversi osservatori hanno già sottolineato invece in questa circostanza una maggiore precisione dell’impianto normativo che lo rende probabilmente meno attaccabile da punto di vista formale.

Sono comunque già giunte dal mondo bancario diverse vibranti proteste sulle nuove decisioni, anche se il clima appare meno ostativo.

Una voce autorevole come quella del CEO di Intesa Sanpaolo Carlo Messina aveva già aperto, nei mesi scorsi, alla possibilità di una maggiore tassazione delle banche, a patto che le risorse fossero impiegate per contrastare l’emergenza sociale nel Paese.

Sul tema però si erano espressi con forte e prevedibile contrarietà anche il CEO di Unicredit Andrea Orcel e il vicedirettore dell’ABI (l’Associazione Bancaria Italiana) Giovanni Sabatini che aveva paventato rischi per la liquidità del sistema (credit crunch). Anche il presidente dell’ABI Antonio Patuelli si era detto contrario a queste ipotesi, lamentando un’Ires bancario superiore del 3,5% alle altre imprese italiane (27,5% contro il 24%).

D’altronde sul tema il governo manteneva l’attenzione da mesi.

Ancora a maggio il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva affermato che il governo guardava con attenzione alle iniziative che il settore bancario avrebbe posto in essere per attenuare la divergenza tra l’aumento dei margini di interesse sui crediti erogati e quello sui rendimenti dei conti correnti.

Aveva inoltre ribadito la vigilanza sull’impatto delle condizioni di finanziamento restrittive sottolineando il calo in corso dei mutui ipotecari.

L’ipotesi di una tassazione straordinaria delle banche era stata attribuita d’altronde dalle cronache al tributarista e consigliere di Giorgetti Enrico Zanetti.

Ma proprio ieri alla conferenza stampa di presentazione del provvedimento (o meglio dei numeri provvedimenti del governo), il ministro Giorgetti era assente. E questo, oltre a qualche interrogativo, ha comunicato comunque l’impressione che il governo sia ormai compatto su questa strada.