BCE, cosa aspettarsi dal meeting di giovedì

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Scontato un taglio dei tassi, ma dopo le prospettive si fanno più incerte

BCE, cosa aspettarsi dal meeting di giovedì

A maggio inflazione dell’Eurozona in calo dal 2,2% all’1,9%, sotto l’obiettivo del 2% della Banca centrale europea e sotto le attese degli analisti, anch’esse fissate sul 2 per cento.

Già gli analisti davano per scontato un taglio dei tassi della BCE alla prossima riunione di giovedì 5 giugno, ma questo segnale sui prezzi è un ulteriore via libera.

Bce, l'inflazione già sotto il target a maggio

Una struttura dei prezzi più favorevole nell’area della moneta unica comunque aiuta, almeno per un paio di fattori.

La stima flash dell’Eurostat conferma che è soprattutto il calo dei prezzi dell’energia a comprimere l’inflazione europea, con un -3,6% dei prezzi energetici in linea con la flessione già archiviata ad aprile.

Ma c’è dell’altro: l’inflazione dei servizi, sorvegliato speciale da parecchi trimestri tra le componenti dei prezzi europei, è scesa dal 4,0% di aprile a un più gestibile 3,2%. Per l’Eurotower è un segnale importante.

BCE, le attese sui tassi per giovedì prossimo

La maggior parte degli osservatori da tempo prevede al meeting del 5 giugno un altro taglio dei tassi di 25 punti base. Per il tasso sui depositi, ormai di riferimento, si passerebbe quindi dal 2,25% al 2,00% A ruota si allineerebbero i tassi collegati: il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali (l’ex Tasso Ufficiale di Sconto che insieme all’Euribor fa da riferimento per i mutui a tasso variabile) passerebbe dal 2,40% al 2,15% e il tasso marginale scenderebbe al 2,40%

In sostanza si allargherebbe ulteriormente lo spread tra le due sponde dell’Atlantico: un tasso europeo della BCE al 2,15% contro un tasso della Fed statunitense al 4,50%

I prossimi meeting dell’anno restano però un'incognita: raggiunto il 2,15% l’Eurotower si fermerà o già quest'anno taglierà ancora?

Gli appuntamenti, dopo il 5 giugno, sono il 24 luglio, l’11 settembre, il 30 ottobre, il 18 dicembre. Altre 4 occasioni soltanto nel 2025 per intervenire sulla politica monetaria.

Dal punto di vista dei mutuatari intanto Facile.it e Mutui.it prevedono il taglio previsto questo giovedì possa ridurre la rata del finanziamento standard di 17 euro, da 618 a 601 euro (il riferimento è a un mutuo da 126 mila euro, con loan to value del 70% e un TAN iniziale dello 0,67%, Euribor 3m+1,25%).

BCE, le crescenti incertezze Usa e le opportunità per l'euro

Ma lo scenario oltre questa settimana si carica ogni giorno di nuovi interrogativi.

Massimo De Palma, a capo del team multi asset di GAM (Italia) SGR, parla di “Cronaca dell’Incertezza”.
Difficile dargli torto visto che la scorsa settimana la Corte del Commercio Internazionale Usa ha bloccato molti dei nuovi dazi imposti dalla Casa Bianca e dopo poche ore una Corte d’Appello federale ha invece dato ragione a Trump riattivandoli. Probabilmente solo la Corte Suprema (dove i conservatori sono in maggioranza) potrà mettere un punto definitivo.
Subito dopo Trump ha minacciato da domani, 4 giugno, un raddoppio dei dazi su acciaio e alluminio dal 25% al 50%, alimentando di nuovo le tensioni con l’Unione Europea che si prepara a importanti round negoziali proprio questa settimana.
Squadre di tecnici europei sono già a Washington per dei confronti sul tema dei dazi ed è previsto, sempre domani 4 giugno, a margine di un meeting Ocse a Parigi, un incontro tra il Commissario UE al Commercio Maros Sefcovic e il rappresentante Usa al commercio Jamieson Greer.
Al contempo la Casa Bianca ha dichiarato che Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping potrebbero parlarsi questa settimana.

La presidente della BCE Christine Lagarde qualche giorno fa a Berlino ha parlato di un “momento per l’euro globale”. La moneta unica potrebbe insomma avvantaggiarsi della grande incertezza americana e recuperare in parte terreno nelle riserve delle banche mondiali. A patto però che l’Europa si rafforzi geopoliticamente con un’alleanza militare credibile, approfondisca il proprio mercato dei capitali e consolidi le proprie fondamenta legali e istituzionali.
Anche in questa prospettiva sarà perciò ascoltata la call di giovedì a Francoforte.

Carsten Brzeski, Global Head of Macro di ING, calcola che rispetto a marzo la BCE ora ha un tasso di cambio effettivo nominale dell'euro superiore di circa il 3%, con prezzi del petrolio inferiori del 10%: già quest’anno insomma – e i dati odierni rafforzano questa convinzione – l’inflazione potrebbe scivolare sotto l’obiettivo del 2%
D’altronde anche l’inattesa resistenza dell’economia europea nel primo trimestre complica lo scenario e le spinte inflattive dei nuovi piani di investimento tedesco potrebbero manomettere ulteriormente lo scenario previsionale.

L’ipotesi di un taglio di un quarto di punto giovedì prossimo è sposata anche da PIMCO. Il portfolio manager Konstantin Veit ritiene anzi che il mercato sconti oggi un tasso terminale dell’1,7%, un punto di arrivo particolarmente accomodante che secondo PIMCO è ‘ragionevole’.
Pressioni salariali in calo più rapido delle attese, spinte deflazionistiche dall’energia e dall’euro forte consolidano l’ipotesi di un saldo controllo dei prezzi dell’Eurozona, ma oltre giugno permane l'incertezza sulla guerra dei dazi e la crescita europea.

Per questo a Francoforte l’attenzione non si concentrerà solo sulla politica monetaria, ma anche sulle sue prospettive, sull’approccio della BCE,  sulle previsioni per la crescita e i prezzi dell’area. Variabili tanto incerte in questo scenario globale, da rendere prezioso ogni ulteriore segnale.