Busta paga più ricca per alcuni lavoratori grazie al bonus contributi 2023. Ecco a chi spetta, come funziona e quali sono gli aumenti previsti per ciascuna fascia di reddito.
La Legge di Bilancio 2023 ha potenziato il taglio del cuneo fiscale previsto dal Governo Draghi per gli ultimi mesi del 2022: grazie a un finanziamento di 5 miliardi di euro le buste paga dei lavoratori saranno più ricche.
Per i lavoratori che percepiscono uno stipendio inferiore a 2.692 euro al mese è quindi in arrivo il cosiddetto "bonus contributi", ovvero uno sgravio contributivo che riduce il cuneo fiscale, apportando un piccolo aumento del netto nella busta paga.
Ecco a chi spetta e come funziona il bonus contributi 2023: quanto si può ottenere in più nella busta paga?
Grazie al nuovo bonus contributi 2023 i lavoratori che non superano una certa soglia di stipendio mensile hanno diritto a una busta paga più ricca. Ma di che cosa stiamo parlando?
Quello che viene chiamato dai giornali "bonus contributi" non è altro che uno sgravio contributivo che va a incidere sul cuneo fiscale, ovvero sulla differenza tra l'importo lordo e netto dello stipendio.
Mentre il bonus Renzi andava ad agire sull'Irpef, il bonus contributi va ad agire sulla quota contributiva dello stipendio dei lavoratori, portando un piccolo aumento del netto nella busta paga.
Analizzando la circolare dell'INPS che delinea il funzionamento del bonus contributi 2023, possiamo notare come tale potenziamento del taglio del cuneo fiscali spetti unicamente ai lavoratori che percepiscono uno stipendio inferiore a 2.692 euro al mese.
Il versamento dei contributi previdenziali, assistenziali, di invalidità o di vecchiaia è un adempimento obbligatorio per le aziende: ma quanto spetta?
Le aliquote da considerare variano in funzione della categoria di lavoratori alla quale si fa riferimento, fino a raggiungere il 33%.
Dunque, lo Stato si fa carica del pagamento dei contributi:
al 9,19% per il lavoratore dipendente nel settore privato;
all'8,80% per il lavoratore dipendente nel settore pubblico.
Le restanti parti di contributi da versare (23,81% nel settore privato, 24,20% nel pubblico) sono a carico del datore di lavoro.
Riducendo la pressione contributiva a carico del dipendenti si denota un taglio del cuneo fiscale che - sotto il Governo Draghi - ammontava al 2%. Il Governo Meloni ha confermato e potenziato tale soglia:
al 2% per chi possiede un reddito fino a 35.000 euro all'anno (2.692 euro al mese);
al 3% per chi possiede un reddito fino a 25.000 euro all'anno (1.923 euro al mese).
Non resta che definire quali siano gli aumenti previsti nella busta paga dei lavoratori: a quanto ammonta il bonus contributi 2023?
Facciamo qualche esempio per comprendere il funzionamento dello sgravio contributivo.
Stipendio mensile | Bonus contributi (%) | Aumento in busta paga (mensile) | Aumento in busta paga (annuale) |
---|---|---|---|
Tra 1.923 e 2.692 euro | 2% | 53,84 euro | 699,92 euro |
Pari a 1.923 euro | 3% | 57,69 euro | 749.97 euro |
1.600 euro | 3% | 32 euro | 416 euro |
2.000 euro | 3% | 40 euro | 520 euro |
Per chi percepisce uno stipendio pari a 1.600 euro, quindi, l'aumento mensile sarà pari a 32 euro; mentre annualmente si potranno ottenere 416 euro.
Coloro che percepiscono uno stipendio pari a 2.000 euro, invece, avranno diritto a un aumento di 40 euro al mese, ovvero 520 euro all'anno.
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