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Buoni fruttiferi postali, rendimenti oggi: quanto fruttano?

di Miriam Ferrari pubblicato:
3 min

L’inflazione spinge al rialzo i rendimenti di oggi dei buoni fruttiferi postali, che insieme ai libretti si confermano gli strumenti di investimento più apprezzati dagli italiani. Ecco quanto fruttano ad oggi i buoni fruttiferi postali e perché conviene investire in questi strumenti.

Buoni fruttiferi postali, rendimenti oggi: quanto fruttano?

I buoni fruttiferi postali e i libretti, proprio per le loro caratteristiche di sicurezza e affidabilità, si confermano gli strumenti più apprezzati e maggiormente sfruttati dagli italiani tra le diverse forme di investimento. In seguito all’inflazione, inoltre, i rendimenti dei buoni fruttiferi sono quadruplicati: ad oggi sottoscriverli conviene ancora di più.

È forse questo uno dei motivi che ha spinto moltissimi italiani a investire i propri risparmi in questi strumenti, particolarmente affidabili e meno rischiosi rispetto ai Btp: ma ad oggi quanto fruttano?

Ecco come sono cambiati i rendimenti dei buoni fruttiferi postali ad oggi in seguito all’inflazione: quando e quanto conviene investire, come fare e cosa sapere.

Buoni fruttiferi postali: quali sono i rendimenti di oggi?

Così come avvenuto per altre forme di sostegno alle famiglie, per esempio l’assegno unico 2023, anche per i buoni fruttiferi postali i rendimenti di oggi sono cresciuti. Il Governo ha confermato l’aumento dei tassi di interesse per contrastare l’inflazione: ciò significa che sottoscrivere i buoni è ancora più conveniente.

Basti pensare che il rendimento dei buoni fruttiferi postali ordinari è salito dallo 0,5% al 2%, ovvero un aumento di quattro volte rispetto al passato. Ma anche i buoni fruttiferi per minori sono più convenienti ad oggi: il rendimento è stato innalzato dal precedente 2,5% all’attuale 3,5% lordo.

È importante sottolineare che il provvedimento del Ministero dell’Economia che ha innalzato i rendimenti di oggi dei buoni fruttiferi postali non è retroattivo: ciò significa che solo le nuove sottoscrizioni possono fruttare fino al 2%, mentre i buoni precedentemente sottoscritti restano invariati negli interessi.

Infatti, è un decreto ministeriale a fissare i tassi di interesse dei buoni fruttiferi postali valutando l’andamento dell’economia e dei mercati: tale indice rimane poi invariato fino alla scadenza dei buoni.

Buoni fruttiferi postali: 46 milioni di richieste in tutta Italia

Le richieste e le sottoscrizioni di buoni fruttiferi postali ad oggi sono oltre 46 milioni in tutta Italia, come riportano i dati del Corriere della Sera. I motivi sono parecchi: a partire dalla loro affidabilità e sicurezza rispetto ai Btp ordinari, fino all’aumento dei tassi di interesse dell’ultimo periodo.

Basti pensare che i tassi di interesse dei buoni fruttiferi postali, che sono fissati da un decreto ministeriale, rimangono gli stessi per tutta la durata del titolo (mantengono il valore nominale, nel gergo del settore); mentre i tassi di interesse dei Btp, seppur più alti, comportano maggior rischio nel mercato secondario e possono innalzarsi o abbassarsi in base all’andamento dei mercati.

Inoltre, i buoni fruttiferi postali godono di una tassazione agevolata rispetto alle altre forme di investimento, e offrono dei tassi di interesse ad oggi accettabili (modificati dall’ultimo provvedimento del Mef del 6 luglio scorso).

I tassi di interesse dei Buoni del tesoro decennali, attualmente, si aggirano intorno al 3%: risultano quindi più convenienti rispetto ai buoni fruttiferi postali ordinari, ma meno fruttuosi rispetto ai buoni fruttiferi per minori. La scelta resta nelle mani del contribuente: maggiore affidabilità e sicurezza (anche con tassi di interessi più bassi), oppure maggior rischio e rendimento.